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Carenza Farmaci

La Cina accetterà l’offerta Ue di vaccini gratuiti?

Per contenere l’emergenza Covid che sta travolgendo la Cina, l’Ue ha proposto a Pechino di accettare gratuitamente i suoi vaccini. Ecco come stanno andando le trattative

 

Domani il Consiglio europeo si riunirà per discutere dell’ondata di Covid che si sta abbattendo sulla Cina e di eventuali misure comuni da attuare. In questa ottica si posiziona anche l’offerta dell’Unione europea di inviare gratuitamente a Pechino i vaccini per contenere l’emergenza.

LE TRATTATIVE

Dopo la richiesta dell’Italia e non solo di rispondere a livello europeo all’epidemia esplosa in Cina a seguito dell’abbandono della cosiddetta politica zero Covid, il commissario per la salute Stella Kyriakides ha mostrato la volontà di cercare una strada comune partendo dall’offerta di vaccini gratuiti a Pechino.

“Il commissario Kyriakides ha contattato le sue controparti cinesi per offrire solidarietà e sostegno, comprese le competenze in materia di salute pubblica e le donazioni di vaccini dell’Ue adattati alle varianti”, ha dichiarato al Financial Times un funzionario europeo.

Pechino, che finora non ha mai accettato di usare vaccini che non fossero stati sviluppati e prodotti in Cina, non ha ancora risposto all’offerta.

VACCINATI VS NON VACCINATI

Secondo il responsabile delle emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Mike Ryan, citato dal FT, due dosi di Sinovac o Sinopharm, i vaccini somministrati in Cina, forniscono solo il 50% di protezione per gli over 60. Finora, però, stando ai dati dell’Oms, soltanto il 40% degli over 80 ha effettuato tre dosi e l’organizzazione reputa l’attuale copertura vaccinale del Paese “insufficiente”.

Nell’Ue, invece, l’83% della popolazione adulta è completamente vaccinata e l’abbuffata di vaccini e contratti con le Big Pharma per enormi quantità di dosi potrebbe ora tornare utile alla Cina, dove potrebbero essere spedite le scorte in eccesso.

La Cina, tuttavia nega i dati dell’Oms, e stando al FT, i suoi funzionari presso l’Ue hanno “insistito sul fatto che il Paese ha una buona copertura vaccinale” dichiarando che “più di 3,4 miliardi di dosi sono state somministrate nella Cina continentale, con oltre il 90% della popolazione completamente vaccinata e più del 92% che ha ricevuto almeno una dose”.

INFORMAZIONI E PREVISIONI DELL’ECDC SULLA CINA

Intanto, secondo l’ultimo aggiornamento del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) il numero di casi ha raggiunto un livello record nella Cina continentale, con un picco il 2 dicembre 2022. Viene inoltre ribadita la mancanza di dati affidabili da parte di Pechino su contagi, sui ricoveri, decessi e capacità e occupazione delle unità di terapia intensiva.

Nelle prossime settimane, afferma l’Ecdc, “si prevedono alti livelli di infezioni e una maggiore pressione sui servizi sanitari in Cina, a causa della bassa immunità della popolazione e dell’allentamento degli interventi non farmacologici”.

IL SEQUENZIAMENTO IN CINA

L’istituzione europea riferisce inoltre che la Cina ha iniziato a depositare nel database internazionale Gisaid un numero maggiore di sequenze del virus SARS-CoV-2: “Dal 1° al 30 dicembre 2022, la Cina ha depositato 592 sequenze, di cui 540 sono state depositate questa settimana (dal 25 dicembre al 30 dicembre 2022). Al 30 dicembre 2022, delle 592 sequenze totali inviate dalla Cina, 437 avevano date di raccolta dei campioni recenti comprese tra il 1° e il 24 dicembre 2022”.

QUALI VARIANTI SI PENSA CHE SIANO PRESENTI IN CINA

Queste sequenze, prosegue l’Ecdc, appartenevano principalmente ai lignaggi (compresi i loro sotto-lignaggi) BA.5.2 (35%), BF.7 (24%), BQ.1 (18%), BA.2.75 (5%), XBB (4%), BA.2 (2%).

Inoltre, nei casi legati ai viaggi, sono state riscontrate le varianti BA.5.6, BA.4.6, BM.4.1.1 e BA.2.3.20, ma non è stata individuata alcuna nuova variante.

“Le varianti che circolano in Cina sono già in circolazione nell’Ue – si legge nel comunicato – e, in quanto tali, non rappresentano una sfida per la risposta immunitaria dei cittadini dell’Ue/See. Inoltre, i cittadini dell’Ue/See hanno livelli di immunizzazione e vaccinazione relativamente elevati”.

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