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Covid Cina

Come cambia (e uccide) la (non) strategia della Cina contro il Covid

Per la Cina i morti ufficiali per Covid dall’inizio della pandemia sono 5.242, un numero che stona sia col buon senso che con le immagini che si stanno diffondendo sui social. Cosa sta succedendo veramente e cosa prevedono gli esperti?

 

La Cina cambia la definizione di morte per Covid e, mentre sui social si diffondono video (la cui veridicità non è confermata) di ospedali sovraccarichi con pazienti tenuti in condizioni disumane e corpi avvolti in buste di plastica, gli esperti prevedono che l’ondata che sta travolgendo il Paese potrebbe uccidere un milione di persone.

Finora Pechino ha dichiarato che i decessi ufficiali per Covid dall’inizio della pandemia sono 5.242.

COME CAMBIA LA DEFINIZIONE DI MORTE PER COVID IN CINA

Solo coloro che risultano positivi al test e muoiono esclusivamente per “insufficienza respiratoria” saranno inclusi nei numeri ufficiali dei morti per Covid in Cina. Stando a Bloomberg, è quanto annunciato da Wang Guiqiang, medico di spicco nel campo delle malattie infettive, parlando ieri con i giornalisti in occasione di un briefing della Commissione nazionale per la salute tenutosi a Pechino.

I pazienti considerati deceduti a causa di un’altra malattia o di un evento, come un attacco cardiaco, non saranno più conteggiati, anche se in quel momento erano malati di Covid.

Prima della nuova definizione, che secondo quanto dichiarato dall’autorità sanitaria cinese a Bloomberg non era ancora in vigore la settimana scorsa, chiunque fosse morto mentre era positivo al SARS-CoV-2, indipendentemente dalla sua condizione di base, veniva classificato come un decesso ufficiale da Covid.

PERCHÉ CAMBIA

Pechino ha motivato la sua scelta affermando che la variante Omicron è più lieve rispetto al ceppo originario individuato all’inizio della pandemia a Wuhan. “In pochi sono morti per insufficienza respiratoria causata da Covid e la causa di morte più comune è la malattia di base”, ha detto Wang.

Il sospetto, però, è che la Cina stia cambiando le regole in corso d’opera perché lo smantellamento dal giorno alla notte della politica zero Covid sta causando molte più infezioni e decessi di quanti ne stia dichiarando. I numeri ufficiali, infatti, sono incredibilmente bassi.

Secondo quanto riferito da Bloomberg, il Paese ha registrato meno di 10 decessi dall’inizio del mese. Un dato che, anche per la testata statunitense, fa a pugni con immagini e video che sui social media mostrano, soprattutto a Pechino, crematori e agenzie di pompe funebri in continua attività.

I VIDEO SUI SOCIAL

Sebbene la veridicità di questo materiale sia da confermare, ciò che viene ripreso è raccapricciante. Ospedali pieni zeppi con persone una sopra l’altra, gettate anche per terra in mancanza di letti, medicine che scarseggiano e corpi imbustati in sacchi di plastica.

Ecco, per esempio, un video postato dall’epidemiologo e giornalista del New York Times Eric Feigl-Ding, il quale nel lungo thread fa sapere che “gli epidemiologi stimano che nei prossimi 90 giorni sarà infettato il 60% della popolazione della Terra” e “i decessi saranno probabilmente milioni, al plurale”.

COSA PREVEDONO GLI ESPERTI

A conferma di quanto affermato da Ding, uno studio preprint pubblicato su medrxiv e citato da Nature, ritiene che nei prossimi mesi, in Cina, fino a un milione di persone potrebbero morire a causa del Covid. La stima si potrebbe ridurre del 35% somministrando la quarta dose di vaccino, i farmaci antivirali ai soggetti a rischio, mantenendo l’obbligo di mascherina e altre restrizioni temporanee e mirate.

“Ma queste stime – osserva Ewan Cameron del Telethon Kids Institute di Perth – includono solo i decessi dovuti direttamente al Covid e non tengono conto di quelli in eccesso dovuti ai ritardi nel trattamento di persone affette da malattie diverse”.

Un’altra proiezione stima che la Cina, se continuerà sulla strada attuale, dovrà far fronte a un numero di morti per Covid pari a mezzo milione di persone entro l’aprile del prossimo anno, con 1,6 milioni di morti entro la fine del 2023.

Ancora più impressionanti sono i numeri calcolati da uno studio citato da Bloomberg, in cui si parla di 2,1 milioni di decessi e picchi di 5,6 milioni di infezioni al giorno.

Inoltre, se la Cina non sarà in grado di contenere questa violenta ondata e avrà bisogno di destinare le sue risorse – come mascherine o sistemi di ventilazione artificiale – al mercato interno, le conseguenze potrebbero nuovamente coinvolgere tutto il mondo, esattamente come tre anni fa.

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