Skip to content

quarantena cina

Le reazioni economiche e sociali alla riapertura delle frontiere in Cina

A poche ore dall’annuncio della Cina di voler abolire la quarantena per i viaggiatori in arrivo dall’estero, le principali agenzie di viaggio del Paese hanno registrato un’impennata del traffico ma sebbene Pechino continui a minimizzare i dati su contagi e decessi per Covid i numeri del più grande sevizio di pompe funebri cinese raccontano un’altra storia…

 

Nonostante si ipotizzi che nei primi 20 giorni di dicembre almeno 248 milioni di persone in Cina, ovvero quasi il 20% dell’intera popolazione, abbiano contratto il virus, Pechino ha annunciato che dal prossimo 8 gennaio abolirà la quarantena per i viaggiatori in arrivo dall’estero.

Intanto, la scorsa settimana sono atterrate nel Paese le prime dosi del vaccino anti Covid di Pfizer/BioNTech inviate da Berlino e destinate ai tedeschi residenti in Cina.

LIBERI TUTTI?

La Cina, dopo l’allentamento della strategia zero Covid attraverso lo stop ai tamponi di massa, al tracciamento e al conteggio dei casi, e al cambiamento della definizione di morte per Covid, si prepara anche ad abolire la quarantena per coloro che arrivano dall’estero. Ai viaggiatori in entrata basterà infatti mostrare un test negativo effettuato nelle 48 ore precedenti all’arrivo. Per il momento la novità interesserà le persone che desiderano recarsi in Cina per motivi di lavoro e di studio, oltre che per visite e ricongiungimenti familiari, mentre non è ancora chiaro se riguarderà anche i visti turistici.

Le frontiere chiuse rappresentavano l’ultima grande restrizione. Dal marzo 2020, chiunque atterrava in Cina doveva sottoporsi a quarantena obbligatoria presso una struttura statale, per un massimo di tre settimane. Di recente è stata ridotta a cinque giorni.

Ma le priorità di Pechino sono evidentemente mutate. Da pensare di sconfiggere il Covid anche a costo di sacrificare l’economia, imponendo lockdown e isolando lavoratori anche solo entrati in contatto con un positivo, a ritenere che non sia sostenibile continuare così eliminando pressoché tutte le restrizioni.

LA REAZIONE ECONOMICA

All’annuncio di Pechino “i listini di Shanghai e Shenzhen sono saliti, rispettivamente, dello 0,88% e dello 0,74%”, scrive oggi Milano Finanza, dove si legge anche che Gabriel Debach, market analyst di eToro ha affermato: “I listini cinesi, davanti a sostanziali decisi cambiamenti politici e sostenuti dalla propria banca centrale, possono continuare a brindare”.

Debach, prosegue MF, ha anche ricordato “che la People’s Bank of China (PBoC) il 27 dicembre ha iniettato nuova liquidità nel sistema bancario per un importo di circa 206 miliardi di yuan, dati che fanno seguito a quelli della scorsa settimana di 704 miliardi di yuan (la più grande iniezione settimanale dalla fine di ottobre)”.

LA REAZIONE SOCIALE

Le principali agenzie di viaggio online del Paese, afferma Bbc, hanno registrato un’impennata del traffico a poche ore dall’annuncio. Secondo Reuters i dati della piattaforma di viaggi Ctrip hanno mostrato che a mezz’ora dalla notizia le ricerche di popolari destinazioni transfrontaliere erano aumentate di 10 volte e la piattaforma Qunar ha dichiarato di aver registrato in 15 minuti un aumento di 7 volte delle ricerche di voli internazionali.

Tuttavia, non è attesa un’immediata impennata dei viaggi internazionali perché, come spiega l’agenzia di stampa, il governo, che dal 2020 ha scoraggiato i viaggi internazionali a causa dei pericoli del Covid, nel suo annuncio sulla riapertura delle frontiere ha anche affermato che i viaggi in uscita sarebbero stati ripristinati “in modo ordinato”, senza fornire ulteriori dettagli.

ANCHE LA NUOVA STRATEGIA STA GIÀ FALLENDO

Un’altra questione che continua a rimanere molto poco limpida riguarda il costo umano reale di questo cambio di strategia. Il vero numero di casi giornalieri e di decessi resta infatti attualmente sconosciuto perché i funzionari hanno smesso di pubblicare i dati relativi al Covid.

Reuters, basandosi sui dati sanitari Airfinity, ha stimato che in Cina si registrano più di un milione di infezioni e 5.000 decessi al giorno e secondo Bloomberg, nei primi 20 giorni di dicembre almeno 248 milioni di persone avrebbero contratto il virus, quasi il 20% dell’intera popolazione.

I NUMERI DELLE POMPE FUNEBRI

A mettere in dubbio la verità di Pechino, dove ufficialmente si sono registrate solo circa 4.000 nuove infezioni al giorno e pochi decessi, è anche la Borsa.

Su Cnbc si legge infatti che le azioni del più grande servizio di pompe funebri della Cina, quotate a Hong Kong, sono salite “al livello più alto in più di un anno”.

Alla chiusura di venerdì, le azioni del Fu Shou Yuan International Group hanno raggiunto 7,04 dollari di Hong Kong, un livello record per il 2022, “con un’impennata di circa l’80% in due mesi, in seguito alla brusca interruzione della maggior parte delle restrizioni anti Covid e all’aumento del numero di casi”.

Adesso le azioni del gruppo, che a novembre erano scese di quasi il 40% nel 2022, sono in procinto di guadagnare il 15% da un anno all’altro.

Torna su