No, non si tratta di un nuovo modello di iPhone, ma dell’Apple Watch che nei prossimi anni potrebbe potrebbe migliorare la vita di milioni di diabetici grazie al monitoraggio non invasivo e continuo della glicemia. A rivelarlo è stato Bloomberg.
COME FUNZIONA
L’obiettivo dell’azienda di Cupertino di rendere l’Apple Watch capace di leggere i livelli di zucchero nel sangue senza bisogno di una puntura sembra sempre più vicino.
Questa missione, hanno riferito a Bloomberg alcune fonti vicine al progetto, sarebbe possibile grazie a un nuovo approccio che utilizza “una tecnologia per chip nota come silicon photonics e un processo di misurazione chiamato spettroscopia di assorbimento ottico”.
“Il sistema – spiegano – si avvale di laser per emettere specifiche lunghezze d’onda di luce in un’area al di sotto della pelle dove si trova il liquido interstiziale – sostanze che fuoriescono dai capillari – che può essere assorbito dal glucosio”.
UN PROGETTO INIZIATO MOLTO TEMPO FA
Chi ha familiarità con il progetto ritiene che ora se ne possa parlare perché recentemente sono stati raggiunti “importanti traguardi”, ma tutto è iniziato molto tempo fa.
Come riporta Bloomberg, l’impresa segreta, denominata E5, è iniziata nel 2010 quando Apple ha acquisito la startup RareLight, “che vantava un primo approccio al monitoraggio non invasivo della glicemia”.
Steve Jobs ha intuito il potenziale dell’idea e Apple ha acquistato la startup e incaricato il suo fondatore Bob Messerschmidt di proseguire con il progetto, allora chiamato E68 e tenuto top secret perché portato avanti da una startup chiamata Avolonte Health che, per un osservatore esterno, non c’entrava nulla con Apple.
Ora, dopo che Messerschmidt ha lasciato l’incarico per dirigere l’azienda sanitaria Cor Health e altri dirigenti si sono susseguiti, Avolonte Health ha chiuso i battenti e il progetto è entrato a far parte dell’Exploratory Design Group (XDG) di Apple, che opera vicino alla sede di Apple Park.
LA SPERIMENTAZIONE
Negli ultimi dieci anni, secondo quanto riferito da Bloomberg, Apple ha testato la sua tecnologia per monitorare il glucosio su centinaia di persone prediabetiche, con diabete di tipo 2 e che non sanno se sono diabetiche.
Dopo 12 anni di sperimentazione, il sistema è considerato in fase di proof-of-concept, tuttavia, Apple ritiene che “la tecnologia sia fattibile, ma che debba essere ridotta a dimensioni più pratiche”.
L’anno scorso, però, il progetto è stato segnato da una battuta d’arresto a causa dell’improvvisa morte dello scienziato e ingegnere Bill Athas. Per il momento, quindi, è tutto nelle mani del team XDG.
IL CONNUBIO TRA TECNOLOGIA E SANITÀ
Come ha detto Messerschmidt in un’intervista, l’accordo con la sua RareLight alla fine è avvenuto grazie alla “visione di Jobs sull’assistenza sanitaria combinata con la tecnologia”. Un precursore di quanto sta succedendo oggi. Basti pensare a tutte le iniziative di un altro colosso come Amazon in ambito sanitario.
Oltre a semplificare la vita delle persone, la tecnologia potrebbe rivoluzionare un settore multimiliardario. Certo, ci vorranno ancora anni ma, se Apple riuscisse a portare a termine il suo progetto, l’Apple Watch diventerebbe un dispositivo essenziale per milioni di diabetici in tutto il mondo.
Solo in America 1 persona su 10 soffre di diabete e l’International Diabetes Federation ritiene che nel 2021, a livello globale, le persone diabetiche tra 20 e 79 anni fossero 536,6 milioni (il 9,2% degli adulti), a cui si aggiungerebbe un ulteriore 1,2 milioni di bambini e adolescenti (0-19 anni) con diabete di tipo 1.