Il nesso tra Covid e diabete nei bambini sembra sempre più evidente. Nonostante siano molti i fattori, sia biologici che ambientali, a determinare lo sviluppo di una malattia in una persona, diversi studi e ricercatori ritengono che l’associazione tra Covid e diabete sia almeno “abbastanza importante” da richiedere ulteriori approfondimenti per capire cosa sta succedendo e perché.
COSA HA ATTIRATO L’ATTENZIONE DEGLI ESPERTI
La maggior parte delle ricerche su un possibile collegamento – ancora lontano – tra Covid e diabete nei bambini è stata condotta attraverso l’analisi dei dati relativi al numero di diagnosi e ricoveri poiché questi hanno avuto un’impennata in concomitanza con la pandemia.
I CASI NEGLI STATI UNITI
Uno studio condotto dall’Università della California, per esempio, ha rilevato che tra marzo 2020 e marzo 2021 è stato ricoverato in ospedale il 57% in più di bambini con una diagnosi di diabete di tipo 1 rispetto a quanto accaduto negli anni precedenti.
E analizzando i dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) è stato notato un aumento del rischio – che varia dal 31% al 166% in più, a seconda dei dati analizzati – di diagnosi di diabete di tipo 1 nei pazienti di età inferiore ai 18 anni, 30 giorni dopo un’infezione da Covid.
Un altro studio, pubblicato su JAMA Network Open e condotto dai ricercatori della Case Western Reserve University dell’Ohio, ha notato che dei 571.256 partecipanti in età pediatrica con Covid, 123 (0,04%) avevano avuto una nuova diagnosi di diabete 1, rispetto ai 72 del gruppo che aveva avuto infezioni respiratorie non Covid.
Altre ricerche hanno inoltre osservato anche un aumento del diabete di tipo 2 in relazione al Covid. Il Colorado Children’s Hospital ha infatti registrato circa il doppio delle diagnosi nei giovani (sotto i 21 anni) nel 2020. E secondo un esame più ampio dei dati provenienti da 24 strutture c’è stato un aumento del 77% dei casi di diabete di tipo 2 tra i giovani (dagli 8 ai 21 anni) durante il primo anno di pandemia.
I CASI IN EUROPA
Ma anche in Europa, gli studiosi hanno riscontrato un significativo aumento delle diagnosi di diabete di tipo 1 nei bambini e negli adolescenti nel 2020 e nel 2021.
In Germania, sulla base dei dati del registro multicentrico German Diabetes Prospective Follow-up Registry, è stata analizzata l’incidenza annuale del diabete di tipo 1 per 100.000 pazienti nei bambini e negli adolescenti dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2021.
In questo arco temporale sono stati diagnosticati 5.162 pazienti di nuova insorgenza e, precisa lo studio, l’incidenza osservata nel 2020/21 è stata “significativamente superiore” all’incidenza prevista.
In un’altra ricerca, condotta su 1,2 milioni di bambini norvegesi, è stato rilevato un aumento dei casi di diabete 1 tra coloro che hanno avuto il Covid rispetto a quelli che non lo hanno avuto. In particolare, nel gruppo dei bambini positivi al Covid, allo 0,13% è stato diagnosticato il diabete 1 contro lo 0,08% dell’altro gruppo.
COSA DICONO GLI ESPERTI IN ITALIA
La conferma arriva anche dall’Italia, dove si sta studiando pure una nuova forma di diabete (il Diabecovid) probabilmente conseguente all’infezione da virus Sars-CoV-2. “Con il Covid abbiamo notato un aumento molto importante, nel 2020 e nel 2021, della chetoacidosi diabetica nei bambini”, ha detto il dottor Valentino Cherubini, Direttore SOD Diabetologia Pediatrica Azienda ospedaliera universitaria Marche.
ALTRE POSSIBILI CAUSE
Gli esperti, tuttavia, ritengono che sia necessario approfondire le ricerche per poter affermare che tra il Covid e l’insorgenza del diabete esista realmente un nesso.
Per alcuni, infatti, potrebbe trattarsi di una coincidenza dovuta ad altri fattori. Sharon Saydah, scienziato senior dei Cdc, ha detto a Quartz che il Covid potrebbe innescare una risposta autoimmune che porta al diabete o forse la scoperta della malattia in alcuni pazienti è stata fatta perché i bambini già predisposti al diabete hanno avuto casi più gravi di Covid e il diabete è stato diagnosticato solo in seguito.
Altri ancora non escludono che l’aumento delle diagnosi sia da imputare al drastico cambiamento degli stili di vita imposto dalla pandemia con la chiusura delle scuole, l’aumento della sedentarietà, il maggior consumo di cibi spazzatura e la riduzione delle attività sportive.