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Influenza Bambini

Cosa c’è dietro all’aumento dei ricoveri di bambini in ospedale?

Gli ospedali italiani (e non solo) stanno registrando un insolito numero di ricoveri tra i bambini. Non si tratta solo dell’influenza stagionale e l’Ecdc avverte della necessità di rafforzare i sistemi sanitari. Ecco perché e cosa sta succedendo

 

I sistemi sanitari rischiano di trovarsi di nuovo sotto pressione. Questa volta però non si tratta del Covid o, per lo meno, non solo. A essere più affollate del solito in questa stagione sono soprattutto le terapie intensive pediatriche, infatti la triplendemia – ovvero la co-circolazione di Covid, influenza e virus respiratorio sinciziale (Rsv) – sta colpendo in particolar modo i bambini.

A far scattare l’allerta è stato il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) che sta rilevando numeri insoliti nei ricoveri dei più piccoli.

COSA HA DETTO L’ECDC

“Dalla fine di ottobre 2022 e a partire dalla settimana 47, diversi Paesi dell’UE/SEE hanno segnalato un aumento dei ricoveri pediatrici dovuti a infezioni da Rsv che causano bronchiolite, in presenza di una circolazione concomitante di altri agenti patogeni respiratori, come i virus dell’influenza e del SARS-CoV-2”. È quanto si legge nel comunicato diffuso dall’Ecdc.

“Di conseguenza – mette in guardia l’Ecdc -, nelle prossime settimane e mesi vi è un elevato rischio di pressione significativa sui sistemi sanitari dell’UE e del SEE”.

COSA C’È DI STRANO QUEST’ANNO

Le infezioni da Rsv in questa stagione non sono insolite ma quest’anno, osservano gli esperti, sono più alte e più precoci rispetto al periodo pre-pandemico, e in proporzione colpiscono più bambini. Inoltre, i Paesi europei stanno vivendo una stagione influenzale precoce e una possibile recrudescenza del Covid dopo settimane di calo dei casi e dei ricoveri.

Come ha infatti ricordato il direttore dell’Ecdc, Andrea Ammon, “la stagione delle feste di fine anno è associata ad attività come incontri sociali, shopping e viaggi, che comportano rischi aggiuntivi significativi per la trasmissione dell’Rsv e di altri virus respiratori”.

IL CARICO SUI SISTEMI SANITARI

Gli ospedali, dopo i difficili anni del Covid, ora corrono di nuovo il rischio di essere sotto pressione e per questo motivo Ammon, ha detto che “il rafforzamento dei sistemi sanitari e il sostegno agli operatori sanitari dovrebbero essere prioritari a causa del rischio della gravi pressioni che potrebbero subire nelle prossime settimane e mesi”.

Tra le altre cose, il direttore dell’Ecdc ha anche ricordato l’importanza delle vaccinazioni contro il Covid e l’influenza soprattutto per i gruppi a rischio.

BAMBINI E OVER 65 SONO I PIÙ FRAGILI

L’Rsv è uno dei principali responsabili delle infezioni del tratto respiratorio inferiore in tutto il mondo. All’età di due anni, afferma l’Ecdc, quasi tutti i bambini sono stati infettati, ma l’infezione naturale non fornisce un’immunità duratura. La reinfezione è comune, ma di solito interessa solo il tratto respiratorio superiore.

I sintomi vanno da quelli lievi tipici dell’influenza a gravi infezioni da virus del tratto respiratorio inferiore, tra cui bronchiolite e polmonite, che possono richiedere ricoveri e ventilazione meccanica.

I bambini sotto ai 5 anni – in particolare i neonati da 0 a 6 mesi – e gli over 65 sono i più colpiti dalla malattia grave associata all’Rsv. Secondo l’Ecdc, ogni anno, in media 213.000 bambini di età inferiore ai 5 anni vengono ricoverati in ospedale per Rsv nell’Ue, in Norvegia e nel Regno Unito.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Anche le strutture sanitarie italiane confermano quanto osservato dall’Ecdc. A Roma, all’Ospedale Bambino Gesù, “negli ultimi 15 giorni è stata registrata una media di circa 400 accessi in un giorno al Pronto soccorso da parte di bambini con sintomi respiratori e influenzali a fronte dei 250 nel mese di novembre”, scrive Il Sole24Ore.

Anna Maria Musolino, pediatra dell’emergenza dell’ospedale li ha definiti “numeri record” e concorda sul fatto che quest’anno l’influenza è arrivata in anticipo rispetto agli anni precedenti.

A Bologna stessa situazione. L’ospedale Maggiore, si legge su Repubblica, è stato costretto a riorganizzare i propri spazi, rinunciando a sale giochi e altre aree, per far posto a nuovi posti letto per i ricoveri: “[Ieri] la pediatria, dopo settimane di incremento progressivo di ingressi legati a influenza e altre infezioni respiratorie, in mattinata ha registrato il record di ricoveri nella fascia d’età compresa tra gli 0 e i 5 anni: 34 ingressi, all’80% colpiti da bronchioliti e al 20% da influenza e polmoniti”.

Ma a preoccupare è soprattutto la situazione delle terapie intensive. Al Gaslini di Genova, da ottobre, sono stati intubati 8 bambini che necessitavano di ventilazione meccanica invasiva, mentre di solito i casi che richiedono questo tipo di cure sono uno o due all’anno. I ricoveri più gravi, affermano i medici, sono stati causati dalla co-infezione di virus influenzale e Rsv.

E nella capitale, all’Umberto I, ieri c’erano 6 neonati intubati in terapia intensiva, mentre nel reparto di Pediatria d’urgenza si contavano 14 ricoverati, di cui 11 sono trattati per bronchiolite e altri “6 o 7 in pronto soccorso in attesa del ricovero”, come ha spiegato Fabio Midulla, presidente della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri) e responsabile del Pronto Soccorso pediatrico dell’ospedale romano.

Si registrano, inoltre, già alcuni trasferimenti da una Regione a un’altra per la mancanza di posti.

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