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Sperimentazioni Umane

Il rally in borsa delle aziende che lavorano al vaccino anti virus

Schizzano in Borsa i titoli delle aziende che lavorano al vaccino per combattere il virus cinese

Mentre il virus cinese prende piede (e arriva anche in Italia), le case farmaceutiche di tutto il mondo sono pronte ad inviare medicine che possano tamponare la situazione in Cina, rimedi che sono stati utili, per esempio, per debellare la Mers o la Sars.

Per un vaccino specifico servono i tempi tecnici, che oscillano dai 3 mesi a un anno (o più). Le due aziende biotech italiane, la Takis e la Evvivax, le americane Vir Biotechnologies, Inovio pharmaceuticals e Moderna, sono a lavoro per trovare rimedi specifici. E le quotate volano in borsa.

RALLY IN BORSA

Le aziende che sono a lavoro per trovare un vaccino contro il virus cinese sembrano schegge in Borsa. Inovio pharmaceuticals guadagna il 61% e Moderna cresce del 16% da inizio anno: a spingere le quotazioni, spiega il Sole 24 ore, la notizia che la  la “Coalizione for Epidemic Preparedness Innovations”, un’organizzazione non profit pubblica-privata con sede in Norvegia, avrebbe fornito fino a 11 milioni di dollari in finanziamenti alle due aziende per sviluppare vaccini contro il coronavirus. Quotazioni in salita anche per una terza azienda americana: Novavax registra da inizio anno un 113%.

VIR BIOTECHNOLOGIES

Tra le aziende che crescono maggiormente in Borsa c’è Vir Biotechnologies, una poco nota clinica specializzata nel settore immunologico basata a San Francisco, che è a lavoro (e si dice vicina) al vaccino contro il virus: le azioni registrano un più 97% da inizio anno e hanno toccato. Il titolo ha toccato pure quota 27,48 dollari, raddoppiano rispetto ai 12,40 dollari di inizio anno. La capitalizzazione sfiora i 2,5 miliardi di dollari.

TEMPI TECNICI

Ma al netto di annunci e speranza, i tempi tecnici per trovare un vaccino non sono proprio così brevi. Come ha scritto La Stampa, il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, Anthony Fauci, ha sostenuto che ci vorranno ameno tre mesi prima che possano essere avviati i test sugli esseri umani.

ITALIANI PIU’ OTTIMISTI

Più ottimiste, invece, le aziende italiane biomediche che lavorano al vaccino, la Takis e la Evvivax, che se pensano di avviare la sperimentazione sull’uomo solo in poche settimane, sono costrette ad ammettere che l’antidoto non arriverebbe in commercio prima dell’estate.

“In quattro, massimo cinque settimane potremmo concludere gli studi sui roditori e passare poi all’ uomo, per averlo disponibile forse anche entro questa estate”, ha detto Luigi Aurisicchio, amministratore delegato delle due aziende biotech.

SI CERCA DI TAMPONARE LA SITUAZIONE

E nel frattempo si cerca di tamponare la situazione con antivirali e farmaci che hanno avuto successo in passato. La casa farmaceutica AbbVie ha inviato in Cina (che ha rifiutato l’ingresso di esperti Usa) “dosi per 2 milioni di dollari di Kaletra e Aluvia, inibitori della proteasi approvati per l’ uso contro l’ Hiv”, utili contro la Sars, ha scritto La Stampa.

Johnson & Johnson sta fornendo il Prezcobix, altro inibitore della proteasi, e Gilead potrebbe presto inviare il suo farmaco ancora sperimentale Remdesivir, che aveva funzionato con la Mers.

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