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Orcel

Unicredit, ecco chi approva e chi critica lo stipendione di Orcel

Che cosa succede in Unicredit in vista dell'assemblea del 31 marzo. Le varie posizioni sullo stipendio di Orcel e la politica complessiva di remunerazione nel gruppo bancario. Fatti, numeri, polemiche e approfondimenti

 

Non solo il bilancio 2022: ai soci di Unicredit che si riuniranno in assemblea il 31 marzo spetterà anche il compito di votare la politica di remunerazione, in cui spicca l’aumento del compenso dell’amministratore delegato, Andrea Orcel. Per il banchiere romano, dunque, la possibilità di incrementare sia la retribuzione fissa sia la parte variabile, pagata in azioni, ma solo nel caso in cui riuscisse a superare target molto stringenti. Per un totale che potrebbe arrivare a 9,75 milioni l’anno.

Sul fronte dei proxy advisor, Iss e Glass Lewis hanno invitato gli azionisti a votare contro la proposta perché porterebbe a un aumento eccessivo del compenso totale del ceo. Il socio Parvus Asset Management (poco più del 5%) è favorevole al nuovo pacchetto retributivo e anzi in un’intervista a Bloomberg Edoardo Mercadante, che guida il fondo, ha dichiarato che si tratta di una proposta “equa” e che “nel cambiare la cultura e l’esecuzione operativa, il consiglio di amministrazione è davvero uno dei migliori”.

D’accordo anche la Fondazione Cariverona, che ha in tasca circa l’1,72% del gruppo bancario – “il compenso del dottor Orcel è stato negoziato con procedure rigorose e trasparenti ed è stato acquisito in modo meritato: per nulla anomalo rispetto agli standard adottati correntemente presso gruppi comparabili in Europa e negli Stati Uniti”, ha detto il presidente Alessandro Mazzucco – così come un altro storico socio, Allianz (3,34%), e forse anche la famiglia Del Vecchio (1,9%), secondo indiscrezioni riportate da Milano Finanza. Ed è di oggi la notizia che anche il fondo sovrano norvegese voterà a favore del nuovo pacchetto retributivo per i manager del gruppo.

Last but not least, è arrivata la benedizione da parte del presidente del gruppo, Pier Carlo Padoan, che il 17 marzo scorso ha preso carta e penna e ha scritto al Financial Times per difendere le scelte del board e ha chiarito che l’affermazione secondo cui “lo stipendio di Orcel sia stato aumentato è discutibile” dal momento che la paga in caso di “semplice raggiungimento degli obiettivi rimane invariata nonostante target più esigenti”. Dunque “il pacchetto proposto ribilancia i rapporti tra paga fissa e variabile per premiare risultati che superino obiettivi ambiziosi”.

Ad ottenere un importante ritocco dello stipendio, però, non sarà solo Orcel ma anche più di 900 manager dell’istituto di credito.

CHI BENEFICERÀ DEGLI INCENTIVI 2022

A beneficiare del Sistema Incentivante 2022 di Gruppo, si legge nei documenti predisposti per l’assemblea, saranno: l’amministratore delegato (CEO), i membri del Group Executive Committee (GEC) e il Chief Audit Executive (CAE) di Gruppo; i manager che riportano direttamente a membri del GEC (GEC-1), al CAE di Gruppo e altre posizioni di Senior Management, ad esempio i membri degli Organi di Gestione delle Legal Entity del Gruppo individuate; altri ruoli selezionati del Gruppo che hanno un impatto rilevante sul profilo di rischio del Gruppo.

In particolare sono elencati 13 dirigenti di UniCredit che “rientrano tra i soggetti che hanno regolare accesso a informazioni privilegiate e detengono il potere di adottare decisioni di gestione che possono incidere sull’evoluzione e sulle prospettive future” del gruppo ovvero Orcel, il responsabile Germany, Marion Hoellinger; il responsabile Central Europe, Gianfranco Bisagni; il responsabile Eastern Europe, Teodora Petkova; il responsabile Client Solutions, Richard Burton; il Chief Financial Officer, Stefano Porro; il Group Digital & Information Officer, Jingle Pang; il Group Operating Officer, Bart Schlatmann; il Group Risk Officer, Tj Lim; il Group Compliance Officer, Serenella De Candia; il Group Legal Officer, Gianpaolo Alessandro; il Chief Audit Executive, Guglielmo Zadra; il responsabile di Group People & Culture, Siobhan Mc Donagh.

IL NUOVO STIPENDIO DI ORCEL

Se l’assemblea degli azionisti darà il via libera alla nuova politica di remunerazione del gruppo, dunque, ad Orcel spetterà una remunerazione fissa di 3,25 milioni dai 2,5 milioni del 2022  (su questo ha già votato all’unanimità il board di Unicredit e la decisione non è soggetta al voto dell’Assemblea). Sulla parte variabile invece si pronunceranno gli azionisti: il compenso variabile potrà arrivare fino a 6,5 milioni (solo in azioni) se verranno superati gli obiettivi del 2023, cifra che scenderà a 4,25 milioni se invece gli obiettivi verranno raggiunti (in quest’ultimo caso la retribuzione complessiva, fisso più variabile, sarà la medesima dello scorso anno: cioè 7,5 milioni). Va detto che lo scorso anno Unicredit ha dato al suo ceo – oltre alla remunerazione fissa di 2,5 milioni – anche un bonus di 5 milioni, sempre in azioni.

NUMERI E PREVISIONI DI UNICREDIT

E se, come ricorda l’Ansa, nel 2022 i dividendi per gli azionisti sono cresciuti del 40% e il titolo in Borsa di oltre il 78%, gli obiettivi finanziari extra perfomance prevedono ricavi oltre i 19,9 miliardi e utile oltre i 5,5 miliardi, cost income sotto il 45,9% e +180 punti base di generazione organica di capitale.

COS’HA DETTO IL COMITATO REMUNERAZIONE DI UNICREDIT

Sulla questione è intervenuto anche il nuovo presidente del Comitato remunerazione, Jeffrey Hedberg, che ha voluto spiegare la “filosofia” della mossa. “Abbiamo dunque proposto al consiglio di amministrazione un nuovo modello che incentivi maggiormente l’outperformance per l’amministratore delegato, assicurando un’equa remunerazione che sia espressione dell’effettiva prestazione, attuale e futura” ha detto sottolineando che “negli ultimi due anni, la performance costante ha guidato la trasformazione olistica che si vede oggi. Gli obiettivi di cui parliamo sono stati volutamente ambiziosi, incoraggiando l’azienda a sforzarsi di andare al di là delle aspettative e i risultati hanno dato vita a una banca diversa dal punto di vista industriale e culturale”. Ed ora occorre “incentivare questo tipo di prestazioni su base annuale” tramite un nuovo “pacchetto retributivo” perché quello attuale non lo consente in quanto “è stato concepito per incentivare il raggiungimento dei risultati piuttosto che il loro superamento”.

LA REMUNERAZIONE DEL BOARD DI UNICREDIT PER IL 2022

Oltre all’aumento da 5 a 6,5 milioni della parte variabile, per Orcel cresce anche la remunerazione che, come si legge nelle tabelle allegate alla documentazione assembleare, passa da 2,5 milioni a 3.541.046. Il secondo compenso più alto spetta al presidente Pier Carlo Padoan con 921.508 euro. Per gli altri membri del consiglio d’amministrazione i compensi variano dai 332.200 euro di Elena Carletti ai 151.000 di Renate Wagner passando per i 234.800 di Maria Perdicchi, i 231.073 di Alexander Wolfgring, i 208.400 di Jayne-Anne Gadhia e i 168.073 di Vincenzo Cariello.

In totale per il board di piazza Gae Aulenti vengono spesi oltre 6,6 milioni di cui oltre 5,5 milioni di compensi fissi.

L’AFFAIRE GADHIA

Delle novità retributive a piazza Gae Aulenti in realtà si è parlato anche per altri motivi, ossia le dimissioni di Jayne-Anne Gadhia. Secondo quanto rivelato dal Financial Times, la manager britannica avrebbe deciso di lasciare il board di Unicredit dopo essere stata accusata di aver rivelato alla stampa informazioni confidenziali. Ne sarebbe seguito un audit interno, per individuare la fonte di alcune notizie apparse sui giornali, e Gadhia sarebbe stata ascoltata dal presidente Padoan e dal capo del legale, Alessandro. In seguito le accuse sarebbero state ritirate ma per la consigliera sarebbe stato “insostenibile” rimanere nel cda della banca. Dunque, avrebbe optato per le dimissioni pur mantenendo l’incarico di senior advisor.

Ma cosa c’entra il suo addio da Unicredit con lo stipendio di Orcel? Semplice: in quanto presidente del Comitato nomine, tra gli incarichi di Gadhia c’era pure quello di supervisionare le retribuzioni del top management e di cercare il sostegno degli investitori.

Il Presidente di Unicredit, Padoan, in una lettera al FT, ha comunque spiegato che “la suggestione che’ l’ex presidente del comitato remunerazione di UniCredit, Jayne-Anne Gadhia, “abbia lasciato la banca in seguito a “scaramucce sullo stipendio dell’amministratore delegato “è falsa”. Unicredit aveva infatti già spiegato che “le ragioni” delle dimissioni di Gadhia sono state “chiaramente esposte” nella nota diffusa in concomitanza con l’uscita, il 10 febbraio scorso, e sono “coerenti con la sua lettera di dimissioni alla banca”. Nel comunicato si evidenziava che i motivi erano “legati all’assunzione di un nuovo incarico (la presidenza di Moneyfarm, ndr) e al conseguente maggior impegno” che le sarebbe stato richiesto.

CHI FA COMPAGNIA AD ORCEL OVVERO GLI ALTRI BANCHIERI PAPERONI

Guardando oltre confine, ci sono anche altri numeri uno di banche che guadagnano cifre ben più che importanti. Per esempio c’è Ralph Hamers, ceo della svizzera Ubs, che si porta a casa fino a un massimo di 17,5 milioni. Ci sono poi Ana Botin, del Santander – con cui Orcel ha in corso una diatriba legale -, che invece si deve accontentare di 12,9 milioni, e Coimbatore Sundararajan Venkatakrishnan, americano nato in India, ad di Barclays, con 11 milioni. Più o meno allo stesso livello del ceo di Unicredit c’è Christian Sewing di Deutsche Bank con 9,9 milioni.

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