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Multa Apple Vestager

Banca NordLB e Tercas, ecco le posizioni di Bruxelles pro Germania e anti Italia

Il caso della banca tedesca NordLB e le stranezze della Commissione europea nel giudicare i salvataggi bancari in Italia e in Germania. L'analisi di Giuseppe Liturri

Qual è la differenza tra una banca di Hannover (NordLB) con attività di bilancio per circa €150 miliardi e una banca di Arezzo (Banca Etruria), quindici volte più piccola, entrambe in difficoltà?

Secondo la DG Competition di Bruxelles che fa capo alla signora Vestager, la prima può essere ricapitalizzata dai soci (enti pubblici) senza che ci siano distorsioni della concorrenza, la seconda non può essere ricapitalizzata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) perché distorsivo della concorrenza e quindi deve essere avviata a risoluzione con sacrificio di azionisti ed obbligazionisti.

La prima è pubblica, e pare sia possibile salvarla con soldi pubblici che si cerca di far passare come privati. La seconda è privata, e non è stato possibile salvarla con soldi privati che sono stati fatti passare come pubblici e quindi si è vietato il salvataggio.

La prima è tedesca, la seconda è italiana.

Sembra teatro dell’assurdo, privo di qualsiasi logica, ma purtroppo è la realtà che si sta materializzando da quando, l’11 novembre, la Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) ha pubblicato in esclusiva la notizia, seguita subito dopo dalla Reuters. Il giornale tedesco ha rivelato che, dopo 9 mesi di trattativa tra la banca, Bruxelles e Berlino, il gruppo di lavoro della DG Competition avrebbe deciso di raccomandare alla Commissione UE che l’aumento di capitale per €3,6 miliardi (di cui 2,8 a carico dei Lander della Bassa Sassonia e della Sassonia-Anhalt, il resto a carico di piccole banche locali) non costituisce aiuto di Stato distorsivo della concorrenza nel mercato bancario.

Allora conviene tornare indietro con la memoria al 19 marzo 2019, quando una sentenza del Tribunale UE annullava la decisione della Commissione, secondo cui le somme erogate dal FITD a Banca Tercas costituivano invece aiuto di Stato. La portata di quella decisione non fu tanto relativa alla specifica vicenda. L’impatto più rilevante della decisione della Commissione, bocciata dai giudici ben 4 anni dopo, è quello che ebbe sulla contemporanea vicenda che si concluse con la risoluzione delle 4 banche (Etruria, Marche, Chieti e Ferrara).

In quel caso, il FITD aveva già preparato le delibere per sottoscrivere l’aumento di capitale di ciascuna di quelle banche (poco più di €2 miliardi), ma la posizione della Commissione che, nonostante la natura privata del FITD (finanziato da banche private) giudicava come aiuto di Stato il suo intervento e quindi richiedeva il preventivo sacrificio degli obbligazionisti subordinati, impedì di dare esecuzione a tale piano.

La discussione tra il ministro Piercarlo Padoan e gli uffici di Bruxelles durò alcuni mesi e terminò con la scelta del governo Renzi di subire il diktat della Commissione, con la risoluzione delle 4 banche e l’azzeramento di decine di migliaia di obbligazionisti.

La storia dei mesi successivi è nota. Una galleria degli orrori disseminata da numerosi dissesti bancari, con l’indice FTSE Banche crollato dei 60% circa nel primo semestre 2016.
Ma, a quanto è dato sapere dalla FAZ perché non c’è ancora ufficialità, la ragione dell’autorizzazione sta nel fatto che l’intervento pubblico è avvenuto alle stesse condizioni di un alternativo intervento privato. In questo caso il divieto di bail-out, cioè di utilizzare denaro dei contribuenti, non dovrebbe operare perché, nonostante la banca sia pubblica, l’intervento dell’azionista pubblico avviene a condizioni di mercato.

Ma è davvero così? Ci sono stati altri privati che hanno presentato offerte per la banca tedesca NordLB che sedeva su una pila di €7,3 miliardi di crediti inesigibili accumulati per la crisi del settore navale?

Certo. Ad inizio 2019, Cerberus e Centerbridge, due giganti americani del private equity, presentarono un’offerta per il 49% della banca NordLB, con tanto di drastici tagli a largo raggio. Ma l’offerta fu rifiutata dal governo della Bassa Sassonia, che ritenne più opportuna la ricapitalizzazione da parte dei soci pubblici. Da allora, non si è più visto nessuno. I governi dei Laender hanno marciato compatti nella strenua difesa di preminenti interessi pubblici locali e nazionali, in ciò spalleggiati dal governo federale con cui ha lavorato fianco a fianco.

Chi mai si sarebbe avvicinato ad una banca che ha perso €2,3 miliardi nel 2018 ed il cui attivo è zeppo di spazzatura di difficile valutazione, senza esigere il deprezzamento degli attivi e del capitale?

Gli occhiuti burocrati di Bruxelles hanno passato mesi a discettare sulla natura pubblica del FITD, solo perché Banca d’Italia ne autorizzava le decisioni, giungendo a negarne la natura di intervento privato, ed ora vogliono farci credere che una banca 15 volte più grande di una banchetta lasciata naufragare nel 2015, possa essere ricapitalizzata dai soci pubblici senza preventivamente passare per il sacrificio per obbligazionisti ed azionisti, come disposto dalle regole?

Quale astrusa formula si saranno inventati per farci credere che qualche privato in giro per il mondo avrebbe scucito €3,6 miliardi a queste condizioni? Oppure Hannover val bene una messa, mentre Arezzo merita solo una prece?

(Versione integrata di un articolo pubblicato sul quotidiano La Verità)

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