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Banca D'Italia

La pagella di Banca d’Italia alla manovra del governo Meloni: cosa boccia e cosa promuove

Banca d'Italia valuta la legge di bilancio. Bene la giustizia tributaria, le pensioni e l'assegno unico. Attenzione al reddito di cittadinanza e al taglio dell'Iva. Bocciati il tetto al contante e la flat tax incrementale. Che cosa è emerso dall'audizione parlamentare di Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia

 

“Prudenza” è la parola chiave per interpretare l’audizione di Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, alla Camera sulla legge di Bilancio del Governo Meloni. L’istituzione finanziaria ha passato in rassegna le misure previste dalla legge finanziaria e ha espresso apprezzamento laddove ha rintracciato “prudenza”, viceversa ha mosso rilievi per quelle misure che hanno, invece, un approccio meno ponderato.

LE MISURE CHE CONTRASTANO L’AUMENTO DEI COSTI DELL’ENERGIA

La manovra finanziaria aumenta l’indebitamento dei conti dello Stato di circa l’1,1 per cento del PIL nel 2023 e dello 0,1% nel 2024, per il 2025 è prevista una riduzione di circa lo 0,2 per cento. Le misure espansive sono volte alla mitigazione dell’impatto dei rincari dei costi dei beni energetici sulle famiglie e sulle imprese, ma solo per i primi tre mesi del 2023. L’aumento del disavanzo ha carattere provvisorio, questa impostazione piace a Palazzo Koch vista “l’elevata incertezza che caratterizza il quadro macroeconomico e i limitati spazi di bilancio a disposizione, questa impostazione appare prudente”.

BANCA D’ITALIA: SULLE PENSIONI INTERVENTI IMPRONTATI A CRITERI DI PRUDENZA

È nel complesso positiva la valutazione delle misure in materia di pensioni. La manovra modifica i “requisiti di accesso al pensionamento e rende meno generosa l’indicizzazione al costo della vita dei trattamenti di importo più elevato”. Queste misure dovrebbero ridurre “l’indebitamento netto di 1,3 miliardi il prossimo anno e di circa 2,7 miliardi in media all’anno nel biennio successivo”. Palazzo Koch valuta tali interventi “improntati a criteri di prudenza, dettati dal fatto che il rapporto tra la spesa pensionistica e il PIL è ancora lontano dal suo punto di massimo e che maggiori tassi di attività anche tra i lavoratori più maturi sono necessari per contrastare gli effetti negativi dell’invecchiamento della popolazione sull’offerta di lavoro”.

POLITICHE PER LA FAMIGLIA: BENE ASSEGNO UNICO, MENO IL TAGLIO DEL’IVA

La manovra finanziaria per il prossimo anno potenzia l’assegno unico (la misura introdotta lo scorso anno che razionalizza le misure di supporto alla famiglia preesistenti) aumentandone l’importo del 50%, rendendo strutturali gli importi maggiorati per i figli disabili con più di 18 anni. Oltre a questo il Governo ha disposto la “l’incremento, limitato a un mese, dal 30 all’80 per cento dell’indennità per il congedo parentale per le lavoratrici dipendenti che termineranno il periodo di congedo obbligatorio dopo il 2022” e la “riduzione al 5 per cento dell’aliquota dell’IVA per alcuni prodotti per la prima infanzia”. Banca d’Italia critica quest’ultimo aspetto perché diversamente dall’assegno unico “che segue una logica di universalismo selettivo” la riduzione dell’IVA sui prodotti per l’infanzia va a beneficio di tutti i consumatori, anche di quelle famiglie che non versano in “condizione di bisogno”.

REDDITO DI CITTADINANZA: ATTENZIONE ALLE ZONE PIÙ DISAGIATE

Molti più dubbi vengono espressi in materia di Reddito di Cittadinanza. “L’introduzione del reddito di cittadinanza ha rappresentato una tappa significativa nell’ammodernamento del nostro sistema di welfare – sottolinea la Banca d’Italia -. In questi anni il sussidio ha contribuito dapprima a contenere gli effetti negativi dell’epidemia di Covid-19 sul reddito disponibile delle famiglie più fragili e poi a sostenerne il potere d’acquisto, particolarmente colpito dal recente shock inflazionistico”. Fabrizio Balassone non nasconde, però, le criticità incontrate dalla misura legate “alla duplice natura dello strumento, che è al contempo misura assistenziale e di politica attiva per l’accompagnamento e il reinserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro”. Palazzo Koch sottolinea che la riforma annunciata dal Governo Meloni “potrebbe essere un’occasione per risolvere questa ambiguità e rafforzare l’efficacia delle misure nel raggiungere le situazioni di bisogno”. Invita, però, l’esecutivo a “prestare attenzione ai rischi di aumento dell’indigenza nelle aree dove il reddito di cittadinanza è più diffuso e il mercato del lavoro strutturalmente malfunzionante”. La riduzione delle mensilità di sussidio prevista dalla riforma del Governo Meloni per il 2023 “potrebbe riguardare anche nuclei familiari difficilmente in grado di trovare una fonte di reddito alternativa sul mercato del lavoro, per di più in un contesto di rallentamento dell’economia e con un costo della vita in significativo aumento”.

BANCA D’ITALIA: NO REGIMI FISCALI SPECIALI, MEGLIO UNA RIFORMA ORGANICA

Meno morbida è la valutazione sull’estensione del regime forfetario e l’introduzione della cosiddetta flat tax incrementale. La manovra innalza a 85.000 euro la soglia di fatturato che delimita l’applicazione del regime forfetario per i liberi professionisti. Banca d’Italia è preoccupata che si trattino in modo diverso situazioni simili: “la sussistenza di regimi fiscali eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori pone anche un rilevante tema di equità orizzontale, con il rischio di trattare in modo ingiustificatamente dissimile individui con la stessa capacità contributiva”. La creazione di “regimi speciali” può condurre a “incentivare l’evasione per evitare l’aggravio fiscale in cui si incorre al superamento delle stesse”. Dunque la conclusione è che sarebbe meglio puntare a una “riforma organica del complessivo sistema fiscale, con l’obiettivo di semplificarlo e di accrescerne l’equità”.

BENE LE MISURE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA

Complessivamente positiva è la valutazione sulle misure previste dalla legge di bilancio in materia di accertamento, contenzioso e riscossione che comprendono gli interventi sulla riduzione delle sanzioni, la rateizzazione o lo stralcio di cartelle di minore importo. “Il disegno di legge include alcune misure straordinarie volte a ridurre il contenzioso tributario arretrato presso le Corti di giustizia tributaria e la Corte di Cassazione. Queste disposizioni, alcune delle quali già adottate in passato, possono facilitare l’avvio della recente riforma della giustizia tributaria”, dice Fabrizio Balassone. Un ulteriore insieme di interventi punta a smaltire i crediti tributari inesigibili, questo “consentirebbe di liberare risorse umane e materiali e di aumentare l’efficienza della riscossione”.

BANCA D’ITALIA: SU TETTO AL CONTANTE E PAGAMENTI ELETTRONICI NON CI SIAMO

Pesantemente negativo è, invece, la valutazione sugli interventi in materia di pagamenti. La legge di bilancio innalza a 5mila euro il tetto al contante e introduce un limite di 60 euro, al di sotto del quale gli esercenti che non accettano pagamento elettronici non sono sanzionabili. “Come già ricordato in passato, i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione – ha detto Fabrizio Balassone -. In particolare, negli ultimi anni sono emersi studi – anche condotti nel nostro Istituto su dati italiani – che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa; c’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale”. Inoltre le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di alcuni istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola “rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il PNRR e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”, ha sottolineato Fabrizio Balassone.

LO SCENARIO INCERTO E LA COPERTURA DELLE MISURE ENERGETICHE

Chiosa Balassone sul tema: “In linea con i ristretti margini di manovra, il disegno di legge di bilancio prevede un aumento del disavanzo rispetto al suo valore tendenziale quasi esclusivamente per gli interventi a sostegno di famiglie e imprese connessi con l’emergenza energetica. Tali misure tuttavia riguardano solo il primo trimestre del 2023: qualora gli effetti dello shock energetico dovessero proseguire anche nei trimestri successivi le eventuali nuove misure dovrebbero rimanere di natura temporanea ed essere prioritariamente finanziate ricorrendo a risparmi di spesa o a maggiori entrate. Si potrebbe compiere uno sforzo ulteriore per renderle ancora più mirate e selettive”.

LE CONCLUSIONI DELLA BANCA D’ITALIA SULLA MANOVRA

Comunque nel complesso il giudizio della Banca d’Italia sulla manovra non pare sia negativo. Ecco la conclusione: “Nel difficile contesto attuale la politica di bilancio si trova a conciliare due esigenze: sostenere le famiglie e le imprese a fronte dello shock energetico e consolidare la fiducia di risparmiatori e investitori, creando così le premesse per la crescita dell’economia. Proseguire nel sentiero di riduzione del peso del debito pubblico è necessario per riportare le condizioni finanziarie del Paese in linea con quelle dei principali paesi dell’area euro. Anche per il livello già molto elevato del debito pubblico in rapporto al prodotto, gli spazi per una politica espansiva sono molto limitati. D’altro canto un impulso significativo alla crescita economica verrà dalla realizzazione degli interventi previsti dal PNRR, in parte senza costi immediati per il bilancio (per i trasferimenti), in parte con costi inferiori a quelli di mercato (per i prestiti)”.

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