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Come (e dove) vanno gli investimenti cinesi in Europa. Report Merics

Nel 2024 gli investimenti diretti esteri della Cina in Europa hanno raggiunto i 10 miliardi di euro: cala la quota di Regno Unito, Germania e Francia, mentre cresce l'Ungheria. L'azienda che spende di più è il colosso delle batterie Catl.

Nel 2024 gli investimenti diretti esteri della Cina nell’Unione europea e nel Regno Unito hanno raggiunto i 10 miliardi di euro: non si tratta solo di un aumento notevolissimo rispetto all’anno precedente (+47 per cento), ma anche della prima ripresa dal 2016.

L’EUROPA VALE IL 19 PER CENTO DEGLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI DELLA CINA

Secondo un rapporto dei centri di ricerca Rhodium e Merics, l’Europa è stata la destinazione principale per gli investimenti cinesi nelle economie ad alto reddito, attirando il 53,2 per cento di tutti gli investimenti diretti esteri cinesi in questi mercati.

Nel 2024, poi, la quota dell’Europa sul totale degli investimenti diretti esteri cinesi è salita al 19 per cento: è stato il primo aumento significativo dal 2018. Ciononostante, Pechino sta concentrando i suoi investimenti nei mercati emergenti, soprattutto in Asia.

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PIÙ PROGETTI GREENFIELD, PIÙ FUSIONI E ACQUISIZIONI

La ripresa avvenuta nel 2024 è stata alimentata da un forte aumento degli investimenti in progetti greenfield (da zero), che hanno toccato il livello record di 5,9 miliardi di euro. Sono migliorate anche le operazioni di fusione e acquisizione, raggiungendo i 4,1 miliardi.

CALANO GERMANIA E FRANCIA, SALE L’UNGHERIA

A livello di singoli paesi, la quota delle tre maggiori economie del continente – Regno Unito, Germania e Francia – sul totale è scesa al 20 per cento appena, ben al di sotto del valore medio nel periodo 2019-2023, al 52 per cento. “La diminuzione riflette sia il cambiamento dei modelli di investimento sia un calo significativo degli investimenti complessivi”, si legge nel rapporto.

Di contro, l’Ungheria – grazie ai progetti greenfield ad alta intensità di capitale – ha rappresentato da sola oltre il 30 per cento di tutti gli investimenti diretti cinesi in Europa, la quota più alta di tutti i paesi.

– Leggi anche: Ferrovie, oleodotti e nucleare: tutti gli accordi tra Cina e Ungheria

COME VANNO GLI INVESTIMENTI NELLA MOBILITÀ ELETTRICA

L’Ungheria è stata scelta dalla casa automobilistica cinese Byd, una delle maggiori produttrici di veicoli elettrici al mondo, per l’installazione di uno stabilimento, a Seghedino. Nel 2022 Catl, la più importante azienda di batterie a livello globale, ha annunciato un investimento da 7,6 miliardi di dollari per una fabbrica a Debrecen, nella parte orientale del paese.

Tuttavia, nonostante la grande attenzione mediatica data agli investimenti cinesi nella mobilità elettrica, questi rimangono trascurabili – così scivono Rhodium e Merics – rispetto al totale degli investimenti diretti cinesi e al volume dell’interscambio commerciale tra la Cina e l’Unione europea. “Mentre la Cina sta emergendo come investitric principale in alcuni paesi come l’Ungheria”, si legge, “i partner dell’Unione europea, degli Stati Uniti e della Corea del sud sono ancora in vantaggio”.

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LE AZIENDE CINESI CHE INVESTONO DI PIÙ IN EUROPA

Nel 2024, un piccolo gruppo di grandi aziende – ovvero Catl, Tencent, Geely, Envision e Gotion – hanno rappresentato quasi la metà degli investimenti totali cinesi, compiendo un grande balzo in avanti rispetto al valore medio del 35 per cento dei cinque anni precedenti.

Catl, in particolare, è stato il principale investitore cinese nel 2024 in Europa: è valso il 16 per cento degli investimenti totali, grazie soprattutto alla costruzione della fabbrica di batterie in Ungheria.

CHE SUCCEDERÀ NEL 2025?

Secondo Rhodium e Merics, una crescita ulteriore degli investimenti diretti esteri cinesi in Europa nel 2025 è possibile, ma bisogna tenere conto della perdita di slancio del settore dell’auto elettrica. “Alcune grandi operazioni di fusione e acquisizione nel 2025 potrebbero portare a un’ulteriore ripresa, e gli investimenti diretti esteri greenfield rimarranno stabili con due impianti di batterie confermati per il 2025. Tuttavia, un forte calo del valore dei nuovi progetti cinesi per veicoli elettrici annunciati nel 2024, nonché la cancellazione di tre importanti progetti di batterie lo scorso anno, sollevano dubbi sulla possibilità di sostenere l’aumento degli investimenti diretti esteri cinesi in Europa”.

“In prospettiva”, scrivono gli autori del rapporto, “il settore delle energie rinnovabili potrebbe emergere come una nuova e promettente frontiera per gli investimenti diretti esteri cinesi, in particolare nell’eolico e nell’idrogeno. Nel 2024 sono stati annunciati una dozzina di progetti di produzione e generazione di energia, la maggior parte dei quali relativamente modesti, ad eccezione dell’impianto di elettrolizzatori da 900 milioni di euro di Envision in Spagna“.

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