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Arnese

Il conto di Mps, Lamorgese smentisce Zingaretti, Erg sotto attacco, riscatti pagati e gli hacker secondo Urso (Copasir)

Non solo Mps. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

LAMORGESE POCO ZINGARETTIANA…

 

HACKER RUSSI?

 

RISCATTI GIA’ PAGATI

 

ERG ED ENGINEERING NEL MIRINO

 

PENSIERINI CYBER

 

QUANTO COSTERA’ ALLO STATO LA VENDITA DI MPS

 

QUANTO E’ COSTATO MPS

 

UNICREDIT-MPS? OPERAZIONE DI MERCATO. AHAHAHAHAHAHAH, BUONA QUESTA

STRALCI DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU MPS:

È una storia di speranze andate in fumo, piani di crescita puntualmente disattesi e soldi evaporati (23,5 i miliardi “dissolti” dal 2008), quella che ha segnato gli anni più recenti della banca più antica del mondo.

Una storia che si può far partire nella primavera del 2008, quando l’istituto senese, allora guidato da Giuseppe Mussari, decide di lanciare un aumento da 5 miliardi di euro per comprarsi Banca Antonveneta, gruppo bancario prelevato pochi mesi prima (ottobre 2007) da Santander dalle mani di Abn Amro. Il prezzo definito da Mps all’epoca, e che sarà poi oggetto di non poche polemiche negli anni a venire, è definito in 9 miliardi di euro.

Il guaio è che quelli di Mps si rivelano ben presto sogni di gloria. Per sostenere un costo che si capirà essere troppo salato, oltre all’aumento la banca deve varare un’operazione strutturata (il cosiddetto «Fresh 2008»), un bond subordinato da 2,2 miliardi e deve inoltre indebitarsi con un pool di banche per 2 miliardi di euro.

In breve Montepaschi deve chiedere una prima stampella allo Stato. Arrivano così nel 2009 i primi Tremonti Bond (1,9 miliardi), prestiti subordinati emessi dalla banca e sottoscritti dal Tesoro proprio per puntellare il capitale.

Come ricordato dall’attuale ceo Guido Bastianini nella relazione presentata in Commissione banche lo scorso novembre, la banca ha realizzato la “bellezza” di quattro aumenti di capitale negli ultimi dieci anni per un totale di 18,5 miliardi.

Il primo della serie, nel 2011, è da 2,15 miliardi e serve proprio per rimborsare i Tremonti bond, mentre in controluce si iniziano a vedere gli effetti delle svalutazioni dei Btp, complice la crisi del debito italiano. Nel 2014 si capisce che servono però subito altri 5 miliardi, anche perché ci sono da rimborsare altri 4 miliardi di Monti Bond, a loro volta sottoscritti in precedenza per rimborsare i Tremonti Bond. Non solo. In quell’anno si aggiunge una novità destinata a cambiare in maniera netta il destino di Mps, ovvero l’ingresso sotto la Vigilanza Bce. Che infatti presenta il conto nell’autunno 2014, quando punisce Siena negli stress test condotti con il comprehensive assessment: di nuovo si ricorre a un nuovo aumento da 3 miliardi.

L’intervento pubblico arriva a 5,4 miliardi, di cui 3,9 miliardi destinati all’aumento e 1,5 miliardi riservati al ristoro degli investitori al dettaglio che detengono i bond subordinati oggetto di conversione in azioni, il cosiddetto burden sharing.

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