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Zoom

Cosa cela l’arrivo in Zoom dell’ex consigliere di Trump

Il generale McMaster, già consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, è diventato membro indipendente del consiglio di amministrazione di Zoom. L'articolo di Giuseppe Gagliano

Partiamo come di consueto dai recenti fatti di cronaca. Il generale Herbert Raymond McMaster, che fino allo scorso anno era consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, è diventato membro indipendente del consiglio di amministrazione di Zoom.

Non sorprende che il ceo di Zoom Eric Yuan — noto miliardario sino-americano laureato all’Università di Scienze e tecnologia dello Shandong — abbia dichiarato che McMaster è “una gradita aggiunta” al consiglio di amministrazione dell’azienda.

Ebbene, se non c’è alcun dubbio che la piattaforma Zoom — quotata al Nasdaq e con sede a San José, California — sia diventata enormemente popolare per le aziende durante il periodo di blocco determinato dal Covid-19 che hanno costretto molti dipendenti a lavorare in remoto è altrettanto indubbio — almeno per le agenzie di intelligence occidentale — che questa piattaforma costituisca uno strumento assai efficace per favorire lo spionaggio cinese dal momento che i dati sensibili che viaggiano attraverso la rete Internet vengono inglobati all’interno del territorio cinese.

Nello scontro tra Stati Uniti e Cina in relazione a Huawei e alla rete 5G ciò costituisce anche una vittoria dall’elevato valore simbolico per la Cina.

Ora, se è difficile negare che il generale abbia accettato un incarico di questa natura di questo livello presumibilmente sia per la retribuzione — che certamente sarà elevata — sia per arrecare un torto a Trump che lo licenzio così bruscamente nel marzo del 2018, questa assunzione deve essere letta come come una vittoria — seppure relativa — cinese portata avanti attraverso una strategia indiretta perfettamente legale.

Il modus operandi del ceo di Zoom ricorda fin troppo bene uno degli stratagemmi cinesi, celare un pugnale dietro un sorriso.

Tutto ciò non deve sorprendere dal momento che uno degli obiettivi della Cina è quello di evitare una guerra convenzionale con i propri avversari e quindi quello di spingersi sempre più avanti nel contesto dell’intelligence tecnologica portando in essere tutte le possibili forme di guerra non convenzionale che le consentiranno di vincere la guerra senza iniziare il combattimento.

D’altra parte le manovre segrete si celano nella luce del giorno e proprio nel massimo della luce del giorno si nasconde la più grande segretezza.

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