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Ucraina

Che cosa chiede Zelensky alla Nato e come risponde (picche) Stoltenberg

Zelensky ha chiesto alla Nato di inviare all'Ucraina l'1 per cento dei carrarmati e dei caccia dell'Alleanza atlantica, per resistere meglio all'aggressione della Russia. Ecco la risposta di Stoltenberg. Tutti i dettagli

 

Che cosa succede fra Zelensky e la Nato?

Come è noto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vorrebbe che la Nato implementasse una no-fly zone (o zona d’interdizione al volo) sull’Ucraina per contrastare i bombardamenti aerei, anche verso obiettivi civili, della Russia. Com’è altrettanto noto, la Nato non ha intenzione di procedere: una no-fly zone implicherebbe la distruzione degli aerei russi ed equivarrebbe quindi a un atto di guerra contro Mosca, mentre l’alleanza atlantica non vuole partecipare al conflitto (a meno che un suo membro non dovesse subire un attacco: in quel caso scatterebbe l’articolo 5).

LA RICHIESTA DI CARRARMATI E CACCIA

Ai leader dei trenta paesi della Nato riunitisi oggi a Bruxelles, Zelensky ha chiesto anche un’altra cosa: l’impegno a fornire all’Ucraina almeno l’1 per cento dei loro carrarmati e dei loro aerei da caccia.

La richiesta ricorda l’impegno – generalmente disatteso – dei membri dell’alleanza a spendere almeno il 2 per cento del loro PIL in difesa.

LE PAROLE DI ZELENSKY

“L’esercito ucraino resiste da un mese in condizioni inique”, ha detto Zelensky, riferendosi alla superiorità di forze dell’esercito invasore russo. “E io ripeto la stessa cosa da un mese a questa parte: per salvare la gente e le nostre città, l’Ucraina ha bisogno di assistenza militare, senza restrizioni”.

“Avete almeno 20mila carri armati! L’Ucraina ha chiesto una percentuale, l’1 per cento di tutti i vostri carri armati! Dateceli o vendeteceli. Ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta chiara… La cosa peggiore durante una guerra è non avere risposte chiare alle richieste di aiuto”.

Sui caccia, similmente, Zelensky ha detto alla Nato che “l’Ucraina si è rivolta a voi per gli aerei, in modo da non perdere così tante persone” sotto i bombardamenti. “E voi avete migliaia di caccia da combattimento! Ma non ce ne è ancora stato dato uno”.

“Potete darci l’1 per cento di tutti i vostri aerei. L’1 per cento di tutti i vostri carri armati. L’1 per cento!”, ha proseguito Zelensky. “Non possiamo semplicemente comprarli. Una tale fornitura dipende direttamente solo dalle decisioni della NATO; dalle decisioni politiche, tra l’altro”.

Zelensky ha detto anche che, considerate le dimensioni ridotte dell’aeronautica ucraina rispetto a quella russa, il vantaggio militare di Mosca nei cieli equivale all’utilizzo di armi di distruzione di massa, come quelle nucleari, biologiche e chimiche: il loro utilizzo da parte della Russia potrebbe – ma non è chiaro – modificare le partecipazioni alla guerra.

LA VICENDA DEI CACCIA POLACCHI

Nelle scorse settimane la Polonia – uno dei membri della NATO più ostile verso la Russia e più preoccupato per la sua aggressività – si era mostrata disponibile a consegnare all’Ucraina i propri caccia MiG-29: si tratta di aerei che i militari ucraini conoscono e sanno pilotare, e che dunque si sarebbero rivelati utili per resistere e rispondere all’invasione russa.

In cambio dell’invio dei MiG-29 all’Ucraina, la Polonia chiedeva che gli Stati Uniti le consegnassero dei caccia F-16. Washington ha rifiutato la richiesta di Varsavia, perché la fornitura di aerei da combattimento all’Ucraina da parte di un paese NATO avrebbe potuto trascinare l’intera alleanza in una guerra contro la Russia.

I MISSILI E I DRONI

Gli Stati Uniti e altri paesi della NATO stanno però dotando l’Ucraina di missili anticarro (come i Javelin), di missili terra-aria (come gli Stinger) e di droni (come i Bayraktar TB2), che si stanno rivelando estremamente efficaci contro i veicoli russi.

LA REPLICA DI STOLTENBERG

Rispondendo all’appello di Zelensky, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che “gli alleati danno sostegno significativo all’Ucraina, armi, sistemi avanzati, sistemi che possano aiutare ad abbattere aerei. Non entrerò nei dettagli dei sistemi, quello che posso dire è che gli alleati fanno quel che possono per sostenere l’Ucraina con le armi così che gli ucraini possano difendersi. L’autodifesa è un diritto sancito dalla carta delle Nazioni Unite”.

“Allo stesso tempo”, ha proseguito il segretario, il cui mandato è stato prolungato fino al 30 settembre 2023, “abbiamo la responsabilità di prevenire che questo conflitto si allarghi e coinvolga non solo Ucraina e Russia, ma gli alleati e la Russia. Questo sarebbe più devastante e pericoloso. E penso che su questo dobbiamo essere onesti”.

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