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Xi

Ecco come Xi fa il piedino ai top manager dei colossi Usa

Xi Jinping incontra a Pechino i dirigenti delle grandi aziende americane e pronuncia parole amichevole verso gli Stati Uniti. La Cina è in difficoltà economica e ha bisogno di investimenti esteri. Tutti i dettagli.

Mercoledì il presidente della Cina Xi Jinping si è riunito a Pechino con i dirigenti di alcune grandi aziende statunitensi. Per l’occasione ha utilizzato un registro molto amichevole, dicendo ad esempio che Cina e America sono inseparabili nonostante le differenze, “che esistono sempre perché le persone sono diverse, anche in una famiglia. Cerchiamo un terreno comune sulle questioni più importanti”, ha aggiunto, “riservando le differenze per quelle minori”.

CHI C’ERA ALL’INCONTRO CON XI

All’incontro con Xi – l’occasione era l’edizione del China Development Forum di quest’anno, tenutasi domenica scorsa – erano presenti, tra gli altri, gli amministratori delegati di Blackstone (Stephen Schwarzman), Qualcomm (Cristiano Amon) e MGM Resorts International (William Hornbuckle), oltre al presidente di FedEx (Rajesh Subramaniam) e dello U.S.-China Business Council (l’ex-diplomatico Craig Allen). Lo U.S.-China Business Council è l’organizzazione che rappresenta gli interessi delle aziende che fanno affari in Cina: tra i suoi membri compaiono Amazon, Apple, Ernst & Young, Intel, JPMorgan, Pzifer e Walmart.

Come scrive il Nikkei Asia, è raro che Xi incontri i dirigenti aziendali stranieri: al suo posto, di solito, c’è il primo ministro Li Qiang. Ma l’assenza di Li si era già notata durante l’Assemblea nazionale del popolo (il parlamento cinese, semplificando) di febbraio, e stava probabilmente a sottolineare una diminuzione del suo ruolo nel governo, sempre più sotto il controllo diretto di Xi.

L’INCONTRO CON MARK RUTTE E L’AFFARE ASML

Oltre agli imprenditori, Xi si è riunito anche con il primo ministro nederlandese Mark Rutte. Oltre a lodare l'”alta qualità” delle importazioni dai Paesi Bassi, il presidente cinese ha speso delle parole per criticare il “decoupling o lo spezzamento delle filiere”, cioè la tendenza occidentale a ridurre la dipendenza dalla Cina nelle catene del valore più critiche per l’economia e la sicurezza nazionale (semiconduttori ed energia pulita, ad esempio).

“Creare barriere scientifiche e tecnologiche per tagliare la catena industriale porterà solo divisione e confronto”, ha detto Xi, alludendo probabilmente ai controlli sulle esportazioni imposti dai Paesi Bassi su ASML, azienda nederlandese che produce macchinari avanzatissimi per la produzione di microchip. La decisione del governo nederlandese si inserisce nelle più ampie restrizioni applicate dagli Stati Uniti al commercio di tecnologie critiche verso la Cina, volte a impedire a Pechino di accedere ai componenti chiave per lo sviluppo industriale e militare.

A parole, Rutte è sembrato d’accordo con Xi, sostenendo che il decoupling non è una priorità per i Paesi Bassi.

LA CINA HA BISOGNO DI INVESTIMENTI ESTERI

I toni tutto sommato amichevoli che Xi ha riservato all’America – la principale rivale politica ed economica della Cina – sono probabilmente un tentativo di ripristinare la fiducia degli investitori esteri nella seconda economia del mondo, che sta vivendo una fase di difficoltà e di rallentamento di cui la crisi del settore immobiliare è il sintomo più evidente.

I dati ufficiali dicono che nel 2023 gli investimenti diretti esteri in Cina – 33 miliardi di dollari in tutto – sono crollati del 90 per cento rispetto ai livelli record del 2021, toccando il minimo dal 1993. Tra le cause, oltre alle tensioni geopolitiche con Washington, c’è anche l’inasprimento del controllo governativo sulle aziende.

L’incontro di mercoledì tra Xi e i dirigenti americani è stato preceduto, una settimana fa, da un piano di liberalizzazione volto proprio all’attrazione di capitali stranieri, e di lavoratori. Il presidente ha dichiarato che la Cina adotterà “misure importanti per approfondire le riforme” e sviluppare un “contesto imprenditoriale di prim’ordine”.

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