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Investimenti Esteri

Perché crollano gli investimenti esteri in Cina?

Nel 2023 gli investimenti diretti esteri in Cina sono crollati del 90 per cento rispetto al 2021, toccando il minimo dal 1993. Ecco cosa sta succedendo.

Nel 2023 gli investimenti diretti esteri in Cina sono scesi al livello più basso in trent’anni. È un segnale molto forte del fatto che le restrizioni all’attività economica introdotte dal Partito comunista, ma anche le crescenti tensioni politiche con gli Stati Uniti, stanno convincendo le imprese straniere a tenersi alla larga dal paese.

COSA DICONO I DATI UFFICIALI

I dati pubblicati dall’Amministrazione statale dei cambi mostrano che nel 2023 gli investimenti diretti esteri in Cina sono ammontati a 33 miliardi di dollari in tutto, il 90 per cento in meno rispetto al 2021 (quando raggiunsero il record) e il minimo dal 1993.

Nel quarto trimestre del 2023 gli investimenti in entrata hanno superato quelli in uscita per 17,5 miliardi. Nel trimestre precedente, invece, era stato registrato un deficit di 11,8 miliardi per quanto riguarda gli afflussi di capitale rispetto ai deflussi.

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Grafico via Quartz.

COSA DICONO GLI ANALISTI

In un articolo pubblicato a dicembre e ripreso nei giorni scorsi da Quartz, Chen Yinmo e Zhang Ming, analisti dell’Accademia cinese delle scienze sociali, scrivevano che “nel breve e nel medio termine” la Cina dovrebbe prendere “molteplici misure per attrarre gli investimenti diretti esteri. Nel lungo periodo, la crescita economica della Cina dovrà fare maggiore affidamento” sul mercato interno “come motore principale”.

Su X Bert Hofman, professore presso l’Università nazionale di Singapore, ha fatto notare che il rallentamento economico cinese e “le sfide per gli investitori stranieri come le regole sul trasferimento dei dati e sulla sicurezza nazionale hanno senza dubbio avuto un ruolo” nel calo degli investimenti esteri. Altri fattori, poi, hanno concorso al calo degli utili non distribuiti – cioè a quegli utili di aziende straniere basate in Cina che vengono mantenuti nel paese – per via dell’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa, ma anche per il calo delle offerte pubbliche iniziali all’estero.

CHE SUCCEDE AGLI INVESTIMENTI ESTERI IN CINA?

Al crollo degli investimenti esteri ha contribuito in maniera significativa l’inasprimento e la crescente imprevedibilità del contesto imprenditoriale. Pechino, ad esempio, ha dato una stretta alle società di consulenza, a cui però le aziende straniere si affidano per ottenere dati e suggerimenti sulle decisioni di investimento. Il business delle imprese estere, inoltre, è minacciato dalla nuova legge sul controspionaggio, che allarga il concetto di “rischio per la sicurezza nazionale” anche alle attività commerciali più comuni, scrive Quartz. Anche ad Hong Kong – dove molte aziende straniere avevano la loro sede in Cina, e la cui specificità è stata praticamente cancellata dalla legge sulla sicurezza nazionale del 2020 – sta venendo ampliata la definizione di “segreti di stato”, penalizzando così gli scambi di informazioni sull’economia e la tecnologia.

IL CONTESTO INTERNAZIONALE

Al di là delle questioni interne, dietro alla ritirata degli investitori stranieri dalla Cina c’è anche il contesto internazionale di maggiore contrapposizione tra la Repubblica popolare e l’Occidente. Sia gli Stati Uniti che l’Unione europea, infatti, hanno ampliato le procedure di controllo alle esportazioni e di monitoraggio degli investimenti diretti in Cina, facendo salire i rischi per gli imprenditori.

Inoltre, gli sforzi europei e americani per il de-risking – cioè per il parziale distacco dalla Cina nei settori ad elevata criticità – stanno spingendo le aziende a ridurre la loro presenza in Cina per installare altrove le loro operazioni, specialmente nel Sud-est asiatico.

COSA DOBBIAMO ASPETTARCI

Già mesi fa Tao Wang, economista di UBS specializzato in Cina, aveva detto che, date le condizioni, “è molto difficile e non è ottimistico che gli investimenti esteri [in Cina] tornino al livello medio dell’ultimo decennio. Sarebbe molto positivo anche solo tornare alla metà del livello degli ultimi dieci anni”.

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