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Francia Mali

Vi racconto lo zampino russo nella cacciata della Francia dal Mali

In Mali sventolano bandiere russe e vengono bruciate immagini del presidente francese Macron. Ecco cosa sta succedendo. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Migliaia di manifestanti antifrancesi si sono riversati nelle strade della capitale del Mali, Bamako, per esultare per l’espulsione dell’ambasciatore francese.

CHE COSA SUCCEDE IN MALI

Le celebrazioni di venerdì, in cui le persone hanno sventolato bandiere russe e bruciato ritagli di cartone del presidente francese Emmanuel Macron, sono arrivate mentre le tensioni tra il paese dell’Africa occidentale e il suo ex potere coloniale sono aumentate costantemente.

LE DICHIARAZIONI IN MALI

“Ci sono migliaia e migliaia e migliaia di maliani oggi che dicono ‘No’ alla Francia. Quindi, ciò che l’Unione europea e la Francia devono fare è rispettare le autorità maliane”, ha detto ai giornalisti Moulaye Keita, membro del Consiglio nazionale di transizione del paese. “Devono capire che le autorità in carica oggi sono le uniche che possono parlare a nome del nostro Paese”, ha aggiunto Keita.

LE MISURE RESTRITTIVE IN MALI

Adama Ben Diarra, un membro sanzionato del governo di transizione, ha descritto le misure restrittive come un onore, dicendo che l’espulsione dell’ambasciatore francese è solo l’ultimo passo per sbarazzarsi dell’influenza di Parigi. Infatti rivolgendosi al dispiegamento di mercenari russi in Mali, Diarra ha detto: “Per la sicurezza del mio popolo, sono pronto a fare un patto con Satana per scacciare la Francia e i suoi alleati terroristi”.

CHI RIDE E CHI PIANGE IN MALI

Parigi piange (anche se Macron con la scusa dell’Ucraina cerca di mediare tra Putin e Biden). La Russia – e nello specifico la Compagnia Wagner – ride.

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