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Vaccini anti Covid: brevetti liberi? Fatti e scenari dopo la svolta di Biden

Reazioni, commenti e analisi dopo la mossa dell'amministrazione Biden favorevole a rimuovere le protezioni dei brevetti per i vaccini anti Covid

Joe Biden strattona le Big Pharma. L’amministrazione americana si è detta favorevole a rimuovere le protezioni dei brevetti per i vaccini anti Covid-19 e si è impegnata attivamente in questo senso nei negoziati in corso al Wto. A motivare la svolta del presidente Biden è stata la catastrofe indiana. Ora Paesi in forte difficoltà come India e Brasile potrebbero fabbricarsi in casa il siero anti-virus.

L’annuncio di Katherine Tai: “Circostanze eccezionali invocano misure eccezionali”

L’annuncio del cambio di passo è stato dato dalla rappresentante Usa per il commercio Katherine Tai. “Si tratta di una crisi sanitaria mondiale e le circostanze straordinarie della pandemia invocano misure straordinarie – ha dichiarato l’ambasciatrice -. L’amministrazione Biden crede fermamente alle protezioni della proprietà intellettuale ma per mettere fine a questa pandemia sostiene la revoca di certe protezioni per i vaccini anti Covid-19”. La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki aveva anticipato che Joe Biden era a favore di questa revoca e che il presidente ne parlerà pubblicamente nelle prossime ore. La notizia è arrivata alcune ore dopo che la direttrice generale del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala, ha parlato a una riunione a porte chiuse tra gli ambasciatori dei Paesi in via di sviluppo e sviluppati. Scontro il portavoce del Wto, Keith Rockwell, l’organizzazione tornerà presto ad occuparsi della tutela proprietà, prima della riunione formale in programma per l’8 e il 9 giugno prossimi. 

Le pressioni internazionali sugli USA

La pressione internazionale per un cambio di passo era forte già dallo scorso autunno. Il 2 ottobre 2020 India e Sudafrica avevano chiesto all’Organizzazione mondiale del commercio una sospensione della protezione della proprietà intellettuale. Nel corso dei mesi il fronte per la sospensione dei brevetti aveva incluso altri 116 paesi. Del resto l’accordo Trips sulla tutela della proprietà intellettuale consente agli Stati di derogare ai brevetti, per ragioni di salute pubblica, non solo per ragioni di emergenza. Le pressioni si sono fatte più forti quando il primo ministro Narendra Modi, provato dai 230mila morti di Covid nel suo Paese, ha chiesto a Biden di utilizzare la formula dei vaccini. La richiesta, come scritto dal Corriere, è stata appoggiata anche da Tedros Adhanom, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, e, nel Congresso americano, da alcuni parlamentari della maggioranza, come il Senatore Bernie Sanders. Stando alle valutazioni del Wto, diversi Paesi potrebbero essere pronti a produrre i vaccini nel giro di qualche mese: India, Bangladesh, Pakistan, Sudafrica, Indonesia e Senegal.

Cambio di rotta del WTO 

A cambiare idea non è stato solo Joe Biden ma anche la direttrice del WTO Ngozi Okonjo-Iweala che, solo qualche mese fa, aveva scelto la strada del dialogo con le case farmaceutiche: “Preservare la proprietà intellettuale ma favorire accordi con le aziende per aumentare la produzione”. Canada, Australia, Nuova Zelanda, Norvegia, Turchia, Cile e Colombia, con il sostegno informale degli USA, avevano chiesto a Okonjo-Iweala di avviare “direct talks”, dialoghi diretti, con Big Pharma, al fine di facilitare e promuovere partnership.

Le iniziative della società civile a sostegno del vaccino bene comune 

Lo scorso aprile oltre 200 organizzazioni non governative avevano inviato una lunga lettera alla direttrice della WTO chiedendo di rendere il vaccino un bene comune globale. Accanto a loro erano scesi in campo più di 170 tra Premi Nobel ed ex capi di Stato e di Governo che avevano firmato e inviato una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti Joe Biden per sostenere la proposta di sospendere i diritti di proprietà intellettuale delle case farmaceutiche sui vaccini contro il Covid-19. L’iniziativa, coordinata dalla People’s Vaccine Alliance (Pva), aveva visto tra i primi firmatari il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, quello per la pace Michail Gorbaciov, gli ex presidenti del consiglio Romano Prodi e Mario Monti, l’ex premier britannico Gordon Brown, l’ex Presidente della Francia François Hollande, l’ex premier spagnolo José Zapatero.

La reazione delle case farmaceutiche 

Le azioni delle aziende farmaceutiche che hanno prodotto i vaccini, tra cui Moderna, BioNTech e Pfizer, sono calate drasticamente in Borsa, dopo che si è diffusa la notizia della potenziale sospensione dei brevetti. La Federazione internazionale delle aziende farmaceutiche con sede a Ginevra ha commentato duramente la nuova posizione del presidente Biden. “Siamo totalmente in linea con l’obiettivo che i vaccini siano rapidamente e equamente distribuiti nel mondo – hanno scritto in una nota -. Ma come abbiamo ripetuto più volte, una sospensione è la risposta semplice ma sbagliata a un problema complesso”. Ancora più duro Stephen Ubl, presidente e ceo di Pharmaceutical Research and Manufacturers of America: “Nel mezzo di una pandemia mortale, l’amministrazione Biden ha preso la decisione senza precedenti di minare la nostra risposta globale alla pandemia e compromettere la sicurezza”.

La posizione dell’Europa

La deroga sui brevetti dei vaccini sarà discussa al summit informale dei leader Ue di Oporto, nel fine settimana. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha detto che “l‘Ue è pronta a discutere la proposta degli Stati Uniti di revocare la proprietà intellettuale sui vaccini Covid, per accelerare la produzione e la distribuzione”. La presidente von der Leyen ha inoltre ricordato che l’Ue è al momento “il principale esportatore di vaccini nel mondo” e ha invitato gli altri paesi produttori a revocare le loro restrizioni per esportare. “Al momento chiediamo a tutti i produttori di vaccini di autorizzare l’esportazione e di evitare tutte le restrizioni che potrebbero interrompere le catene di approvvigionamento – ha insistito von der Leyen -. Sono state esportate più di 200 milioni di dosi prodotte in Europa, tanti quanti sono i vaccini che l’Ue ha fornito ai propri cittadini”. 

Speranza e Di Maio: “Scelta coraggiosa”

È unanime il coro della politica italiana in favore dell’annuncio del presidente Usa Biden. “La svolta di Biden sul libero accesso per tutti ai brevetti sui vaccini è un importante passo in avanti – ha scritto il ministro della salute Roberto Speranza in un post su Facebook – . Anche l’Europa deve fare la sua parte. Questa pandemia ci ha insegnato che si vince solo insieme”. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro degli esteri Luigi Di Maio. ”L’annuncio dell’amministrazione Biden, favorevole alla sospensione dei brevetti, è un segnale molto importante. L’Italia c’è, l’Europa non perda questa occasione e dimostri di essere unita e coraggiosa – scrive il ministro Di Maio su Facebook -. Serve un libero accesso ai brevetti sui vaccini anti Covid. È una corsa contro il tempo e c’è bisogno della collaborazione di tutti per evitare di essere travolti dalle varianti del virus. Ogni Stato deve avere le stesse opportunità ed è fondamentale, davanti a questa emergenza, liberalizzare la produzione”.

La svolta di Biden sul libero accesso per tutti ai brevetti sui vaccini è un importante passo in avanti. Anche l’Europa deve fare la sua parte. Questa pandemia ci ha insegnato che si vince solo insieme.

Pubblicato da Roberto Speranza su Giovedì 6 maggio 2021

 La posizione di Parigi e Berlino

Il Presidente francese Emmanuel Macron ha detto di essere “completamente a favore della revoca della proprietà intellettuale” sui vaccini. “Dobbiamo rendere questo vaccino un bene pubblico globale”, ha aggiunto il Capo dello Stato, sottolineando che la priorità a breve termine è “la donazione di dosi e produrre in collaborazione con i paesi più poveri”. Possibilisti ma meno entusiasti i commenti che arrivano da Berlino. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino ha detto che la Germania “aperta” alla discussione sulla revoca della protezione dei brevetti sui vaccini.

Che cosa ha detto Putin

Anche la Russia è disponibile a revocare il brevetto per i vaccini contro il covid in modo che possano essere usati in tutto il mondo, ha affermato il Presidente Vladimir Putin in un incontro video con la vice Premier, a cui fa capo il dossier della lotta alla pandemia, Tatyana Golikova. Putin ha quindi dato istruzioni a Golikova di operare in questo senso. “La Russia sostiene questa idea, dato che nella situazione in cui ci troviamo non dobbiamo pensare a massimizzare i profitti quanto alla salute delle persone e la sicurezza può essere garantita solo se i vaccini sono usati nella grande maggioranza dei Paesi”. La Russia, ha aggiunto, è l’unico Paese al mondo che ha trasferito ad altri Paesi la tecnologia per la produzione dei suoi vaccini.

La questione dei vaccini a Rna

Quella della tecnologia è una questione di non secondaria importanza, sottolinea un punto dell’Agi: “La tecnologia a Rna e’ nei fatti una vera e propria rivoluzione sotto il profilo tecnologico perche’ con lo stesso principio promette di stimolare l’organismo a produrre nuove molecole contro molte altre malattie, tra cui il cancro, spiazzando nei fatti tutta l’industria farmaceutica tradizionale, inclusa quella biotech. Anche la Cina aveva preso questa strada, ma il suo vaccino a Rna non e’ ancora pronto. Proprio su questi nuovi trattamenti, Biontech, ma anche Moderna, Curevac e Pfizer sono già al lavoro e non intendono evidentemente rinunciare al vantaggio competitivo accumulato con i vaccini contro il Covid”. “E’ anche vero – osserva Silbio Garattini – che questo vantaggio è stato acquisito prevalentemente grazie a investimenti pubblici” da parte del governo americano, che ha sostenuto lo sviluppo del vaccino di Moderna, in cui c’e’ lo zampino del National Institute Of Health (NIH) di Anthony Fauci, di quello tedesco che ha supportato Biontech e Curevac e di quello europeo che ha concesso ampi prestiti alle due aziende tedesche.

La diplomazia dei vaccini 

Sospendere la protezione da brevetti, però, non basta. Come scrive Repubblica, non basta avere accesso al brevetto per mettersi a produrre un vaccino, la capacità di fabbricazione non s’improvvisa, richiede investimenti. E non basta nemmeno avere la potenza industriale: l’India stessa è già da molti anni uno dei massimi produttori mondiali di vaccini, eppure sta fallendo nella campagna per immunizzare la sua popolazione. La svolta di Biden avrebbe, dunque, valore politico e segnala una “diplomazia dei vaccini” più attiva da parte di un governo che sul piano interno pensa di raggiungere l’immunità di gregge ai primi di luglio. Tra l’altro la decisione di Biden può essergli utile anche per tenere a bada la sinistra terzomondista del suo partito. 

Il compromesso utile a tutti

“L’imperativo morale ed economico per i paesi sviluppati è quello di espandere la produzione mondiale ha commentato l’analista ed economista Mario Seminerio, curatore del blog Phastidio.net -, ma non è affatto detto che la strada passi necessariamente per la sospensione dei brevetti”. Quella che il prof. Seminerio vede stagliarsi all’orizzonte è una soluzione che accontenterà tutte le parti in causa. “Credo che alla fine si troverà un compromesso necessario a tutti: alle aziende, al soft power americano, all’equilibrio tra blocchi sempre più concorrenti sul piano geostrategico – conclude -.Le aziende farmaceutiche negozieranno col coltello tra i denti, minacciando guerre legali che fatalmente metterebbero altra sabbia nell’ingranaggio, con buona pace delle invocazioni a fare presto. Non solo bastone ma anche carota: dalle aziende arriveranno offerte di forti donazioni di dosi ai paesi meno sviluppati”.

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