Skip to content

Brevetti Vaccini

Perché l’Ue non deroga alla norma sui brevetti dei vaccini anti Covid? Dibattito all’Ispi

Chi c'era e che cosa è emerso sui brevetti nel corso della tavola rotonda in streaming dell’Ispi “Corsa al vaccino: (anche) una sfida fra Stati?”.

 

La corsa al vaccino potrebbe trasformarsi in una disputa tra Stati per aggiudicarsi il numero maggior di dosi. Oggi nel mondo sono state vaccinate circa 70 milioni di persone, ma vi è una grande eterogeneità tra i paesi. Più dei 2/3 dei vaccinati si trova in Europa, Usa e in Israele. Circa 1/4 in Cina, mentre gli altri paesi arrancano.

Sono alcuni dei numeri emersi nel corso della tavola rotonda in streaming dell’Ispi “Corsa al vaccino: (anche) una sfida fra Stati?”. Al dibattito hanno partecipato Nicoletta Dentico, responsabile del programma Salute Globale, Society for international Devolpment (SID),  Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, Paolo Magri, vicepresidente esecutivo dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), Francesco Vaia (direttore Sanitario, INMI Lazzaro Spallanzani) e Matteo Villa, Research Fellow dell’Ispi. 

La diplomazia sanitaria della Cina 

“I paesi avanzati a fronte di una capacità di produzione di 12 miliardi di dosi hanno prenotato il 90% della produzione attesa lasciando l’85% della popolazione senza copertura – ha detto Fubini -. Il Canada, per esempio, ha prenotato un numero di dosi 8 volte superiore alla sua popolazione. Questo ha valore anche dal punto di vista diplomatico perché lascia una grande opportunità alla Cina di aumentare la sua sfera di influenza in Africa e in altri paesi emergenti”. Potremmo chiamarla diplomazia sanitaria, la nuova strategia seguita della Cina che con i suoi tre vaccini, non distribuitili in Europa, ma più semplici da produrre, sta aumentando la sua sfera di influenza in Africa a scapito dell’Europa.

Sputnik: l’investitura di Lancet  

Passi in avanti li sta facendo anche la Russia che proprio ieri ha incassato il placet della rivista scientifica “Lancet” per il suo Sputnik. “Il vaccino russo ‘Sputnik V’ ha un’efficacia del 91,6% contro Covid-19”. “Lancet” ha analizzato i risultati preliminari di uno studio di fase 3 dai quali è emerso che l’effetto protettivo non è diverso per gli over 60 rispetto al gruppo 18-60 anni, il profilo di sicurezza è alto, arriva fino al 94%, e gli effetti collaterali si sono presentate in forma lieve. 

“È un’ottima notizia – dice Francesco Vaia, Direttore Sanitario, INMI Lazzaro Spallanzani -. La vaccinazione è indispensabile perché ci protegge dalla malattia tuttavia non sappiamo se ci protegge dalla contagiosità. La notizia migliore che arriva dallo Sputnik è che ci sarebbe un marcatore che non solo previene la malattia ma anche dalla contagiosità”. 

Nuovi attori di politica internazionale: le case farmaceutiche

La Commissione Europea ha svolto un ruolo poderoso nelle trattative con le case farmaceutiche per l’acquisto di miliardi di dosi di vaccino. Tuttavia, si sono riscontrati ingenti ritardi nella consegna di tutte le dosi richieste, cosa che da un lato ha fatto rallentare i ritmi di piani vaccinali, dall’altro ha imposto le case farmaceutiche quali nuovi attori di politica internazionale chiamati a negoziare direttamente con gli stati o con le organizzazioni sovranazionali. 

“Il nostro grande problema è che a fronte di una macchina organizzativa poderosa che abbiamo messo in campo in Italia non abbiamo dosi per tante ragioni – continua Francesco Vaia, Direttore Sanitario, INMI Lazzaro Spallanzani -. Abbiamo un problema di contratti che non vengono rispettati dalle case farmaceutiche”. Ma quale può essere la soluzione? “Al fine di rendere davvero il vaccino un bene comune, una delle soluzioni realistiche è la cessione dei brevetti dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche, remunerando la cessione dei brevetti”. 

Cessione del Brevetto: le deroghe dell’accordo di Trips 

“L’accordo sulla tutela della proprietà intellettuale consente agli Stati di derogare a brevetti, sottraendolo alle case farmaceutiche a fronte del pagamento delle royalties, che si aggirano intorno al 10-15%, per ragioni di salute pubblica, non solo per ragioni di emergenza – dice Nicoletta Dentico, Responsabile del programma Salute Globale, Society for international Devolpment (SID) -. Sarebbe interessante se l’Europa sbloccasse la propria posizione di contrasto alla deroga di tutti i diritti di proprietà intellettuale dell’accordo Trips”. Qualcosa in tal senso già si sta muovendo. “Il 2 ottobre India e Sudafrica hanno chiesto all’Organizzazione mondiale del commercio una sospensione della protezione della proprietà intellettuale – continua Nicoletta Dentico – . Oggi ci sono più di 100 paesi che appoggiano questa proposta, chi si oppone sono gli USA, la Commissione Europa, Svizzera, Giappone e Australia”. Il no europeo sarebbe frutto di una difficoltà ad accettare deroghe nel campo della protezione dei brevetti, settore di eccellenza per le economie europee. “C’è un blocco istituzionale, psicologico che riguarda l’Europa – ha concluso Dentico -. Pur di avere una qualche scorciatoia abbiamo negoziato in regime di segretezza, sebbene ci fosse una risoluzione di un anno fa in cui veniva esplicitamente chiesto agli stati di non negoziare in privato con le case farmaceutiche. Ci sono 44 accordi bilaterali che gli stati hanno fatto con le aziende di cui 12 solo nel 2021”. 

Le aperture dell’UE alle deroghe all’accordo di Trips

Massimo Gaudina, capo della rappresentanza della Commissione Europea a Milano, ha un approccio possibilista rispetto all’eventualità di attivare le deroghe di Trips. “La Conmissione europea è pronta in sede Trips a parlare di deroghe e potrebbe essere una delle soluzioni – ha affermato Gaudina -. Ma il problema non sono solo le dosi di vaccini, ci sono aspetti tecnici da preparare, come la catena del freddo. Certo ci sono stati dei problemi nella fornitura di vaccini da parte di Astrazeneca che 2 giorni fa ha parzialmente rimediato a questa carenza, c’è un negoziato molto serrato. In questa corsa al vaccino non è importante arrivare prima ma arrivare tutti. Noi raggiungeremo l’immunità di gregge quando il 70-80% della popolazione, europea e globale sarà vaccinata”.

Torna su