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Chi sono le aziende cinesi che rischiano le sanzioni Ue per russofilia

L'Unione europea sta pensando di mettere sanzioni contro sette aziende cinesi che avrebbero venduto componenti militari alla Russia. Tutti i dettagli.

La Commissione europea ha proposto di sanzionare sette aziende cinesi accusate di vendere alla Russia attrezzature utilizzabili nelle armi. Lo rivela il Financial Times, che ha avuto accesso al nuovo pacchetto di sanzioni – l’undicesimo – che i paesi membri dell’Unione discuteranno questa settimana.

ALLINEAMENTO ALL’AMERICA

Come nota il quotidiano britannico, è la prima volta dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina che Bruxelles si muove concretamente contro Pechino per la sua collaborazione con Mosca. Le eventuali sanzioni sembrano dunque segnalare un maggiore allineamento dell’Unione europea agli Stati Uniti, gli alleati di riferimento. Un allineamento che pare andare oltre il contrasto della Russia, visto che la Germania – l’economia europea più grande e influente – sta pensando di limitare le esportazioni in Cina di prodotti chimici utilizzati nella fabbricazione di semiconduttori. Alla stretta americana sulle tecnologie avanzate per i microchip già partecipano, in Europa, i Paesi Bassi.

LE AZIENDE CINESI CHE RISCHIANO (ANCHE) LE SANZIONI EUROPEE

Alcune delle aziende cinesi di componentistica elettronica esaminate dagli europei sono già state sanzionate dagli Stati Uniti, peraltro: ovvero 3HC Semiconductors, King-Pai Technology, Sinno Electronics e Sigma Technology. Le rimanenti tre sono Asia Pacific Links, Tordan Industry e Alpha Trading Investments.

COSA DICE LA COMMISSIONE

Nel documento della Commissione in cui si propongono le sanzioni, si legge che “considerato il ruolo chiave di abilitazione dei componenti elettronici per l’uso da parte del complesso militare e industriale della Russia per sostenere la guerra di aggressione contro l’Ucraina, è opportuno includere anche alcune entità di paesi terzi coinvolte nell’elusione delle restrizioni commerciali, nonché alcune entità russe coinvolte nello sviluppo, nella produzione e nella fornitura di componenti elettronici per il complesso militare e industriale della Russia”.

Nello specifico, 3HC Semiconductors (che realizza chip per i computer) viene accusata di “cercare di evadere i controlli alle esportazione e di acquisire, o tentare di acquisire, prodotti di origine statunitense per sostenere l’esercito della Russia e/o la base industriale della difesa”.

Il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti aveva già dichiarato che King-Pai Technology forniva alla Russia della microelettronica che “possiede applicazioni nella difesa che includono i sistemi di guida dei missili da crociera”.

COSA SUCCEDE ORA

Fino a questo momento Bruxelles aveva evitato di prendere di mira Pechino, sostenendo che non vi fossero prove che dimostrassero la fornitura di materiale bellico ai russi. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha definito le sanzioni “illegali” e ha invitato l’Europa a non prendere la “strada sbagliata”, altrimenti la Cina reagirà per difendere i propri interessi.

Per entrare in vigore, le sanzioni dovranno venire approvate all’unanimità dai ventisette paesi membri dell’Unione.

LE ALTRE PROPOSTE

Oltre alle sanzioni contro le aziende cinesi, la Commissione europea vorrebbe ampliare la lista delle merci non esportabili in Russia. E vorrebbe anche adottare delle misure che permettano all’Unione di limitare le vendite di alcuni prodotti ai paesi terzi se le pressioni diplomatiche non bastano a modificare la loro condotta. Agli stati membri spetterà l’approvazione delle singole misure contro aziende o nazioni.

IN ARRIVO SANZIONI CONTRO L’IRAN?

In ultimo, Bruxelles propone di sanzionare alcune aziende iraniane coinvolte nella fabbricazione e nella fornitura di droni alla Russia.

– Leggi anche: Tutti gli affaroni tra Iran e Russia

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