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Tutte le tensioni in Canada su Huawei tra Servizi, militari e aziende tlc

Come cresce il dibattito in Canada sul caso Huawei. L'articolo di Marco dell'Aguzzo

La decisione del Regno Unito su Huawei – permettere all’azienda cinese di partecipare allo sviluppo della nuova rete 5G, pur con qualche limitazione – ha irritato non poco gli Stati Uniti. E infatti, qualche giorno fa, un “furioso” Donald Trump ha telefonato al primo ministro britannico Boris Johnson per discutere con lui della questione. Ma la rabbia del presidente potrebbe presto volgersi anche verso un altro fondamentale alleato americano: il Canada. Da tempo Ottawa sta valutando se aprire o meno a Huawei sul 5G, e adesso fa sapere che potrebbe prendere esempio proprio dal Regno Unito.

COSA DICE IL GOVERNO CANADESE

Subito dopo l’annuncio del “sì” di Londra, il ministro dell’Innovazione canadese Navdeep Bains ha detto che il Canada stava studiando la soluzione britannica: utilizzare cioè le tecnologie Huawei nella costruzione della rete 5G ma limitarne l’impiego alle sole parti edge (come le antenne), escludendo invece l’azienda da tutte le aree sensibili (core) che gestiscono il traffico di dati.

Gli Stati Uniti, che accusano Huawei di fare spionaggio per conto del governo cinese, non credono però che nel caso del 5G questa distinzione sia possibile. Lo scorso novembre un alto funzionario dell’amministrazione Trump aveva inoltre avvertito che l’apertura a Huawei avrebbe compromesso la condivisione di informazioni tra i Five Eyes, un’alleanza di intelligence di cui fanno parte Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

I TIMORI DELLE AZIENDE

Le aziende di telecomunicazioni canadesi spingono affinché il governo di Justin Trudeau prenda una decisione al più presto: già utilizzano componenti Huawei nelle loro attuali reti di telefonia mobile, ma solo nelle sezioni periferiche dei network e non in quelle core. Se il colosso cinese venisse messo al bando, però, dovrebbero rimuovere queste apparecchiature e sostituirle con quelle di altri fornitori. Con grandi spese.

COSA PENSANO LE AGENZIE DI SICUREZZA

Le agenzie di sicurezza, invece, sono divise su Huawei. Il Communications Security Establishment (CSE), ovvero l’agenzia di crittografia nazionale, è favorevole ad un’apertura moderata e ritiene che la questione edge/core sia gestibile. Al contrario, il Canadian Security Intelligence Service (CSIS), il principale servizio di intelligence canadese, è fermamente contrario perché teme per la sicurezza delle informazioni.

COSA VOGLIONO I MILITARI

Il quotidiano The Globe and Mail ha rivelato ieri che, secondo una fonte interna rimasta anonima, i militari canadesi vogliono che il governo metta al bando Huawei perché considerano l’azienda una minaccia alla sicurezza nazionale.

Le forze armate starebbero però tenendo conto non soltanto delle questioni tecniche, ma anche (e soprattutto) dei rapporti con gli Stati Uniti, un partner imprescindibile in tanti settori, dalla difesa al commercio. Per il Dipartimento della difesa canadese la collaborazione con il gruppo Five Eyes è effettivamente cruciale, anche se il Canada – come il Regno Unito – si è mostrato più riluttante ad allinearsi a Washington contro Huawei. A differenza della Nuova Zelanda e soprattutto dell’Australia.

Ottawa non può ignorare il peso economico di Huawei, che in Canada ha investito 500 milioni di dollari in ricerca e sviluppo; possiede quattro centri nel Paese – e pensa di aprirne un altro – e dà lavoro a oltre mille persone. L’arresto della direttrice finanziaria Meng Wanzhou, su richiesta degli Stati Uniti, ha fatto precipitare i rapporti tra Ottawa e Pechino ma non ha cancellato questa realtà.

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