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Economist

A chi giova il paragone dell’Economist tra Uk e Italia?

Secondo l'Economist, il Regno Unito starebbe seguendo lo stesso percorso dell'Italia, tra instabilità politica e crisi della finanza pubblica. Ma è davvero così? L'articolo di Daniele Meloni

 

Recentemente l’Economist ci ha abituato a copertine frizzanti e politicamente scorrette. Al centro delle ultime cover c’è Liz Truss, la premier britannica che può battere ogni record negativo di presenza a Downing Street.

Se la prima volta che è apparsa in prima camminava tra le macerie del paese, due settimane fa è stata raffigurata su una zattera che affondava insieme al suo ormai ex cancelliere, Kwasi Kwarteng.

Questa settimana Truss regge una mega-forchetta sulla quale fanno capolino degli spaghetti e uno scudo fatto da una pizza margherita. Roba da tabloid, con un titolo evidente: Britaly.

Già, perché secondo il settimanale internazionale con sede a Londra, il Regno Unito starebbe seguendo lo stesso percorso del Belpaese: instabilità politica e crisi della finanza pubblica che genera turbolenze sui mercati. Il tutto a causa del governo di Liz Truss, esponente della destra del partito Tory, e del suo mini-budget da 45 miliardi di sterline di tagli alle tasse senza coperture.

E così, preso dalle convulsioni della sua politica, il Regno Unito – che l’Economist attacca un giorno sì e l’altro pure dai tempi della Brexit – si sarebbe “italianizzato”. Il modello di Westminster, che un tempo garantiva stabilità e certezze, si è bizantinizzato, tanto da ricordare l’Italia della Prima Repubblica, quando i governi non duravano neppure un anno.

Per la verità, il governo Truss ha faticato a scollinare il mese di vita, e le eventuali convergenze parallele tra la premier UK e Giorgia Meloni sembrano essere già arrivate a un punto morto. Meloni sembra abbia molto più in pugno il suo partito e la sua coalizione di Truss, definita “senza speranze” da più di un deputato Tory.

Quanto alle finanze, beh, bene essere onesti. Il rapporto debito/pil del Regno Unito è del 95% contro il 152% di quello italiano. La percentuale di disoccupati è del 3,5% contro il 7,9% in Italia, e l’inflazione è più o meno simile (1 punto divide i due paesi). Il Regno Unito è primo per FDI, per investimenti Usa in Europa, e accoglie l’11% di unicorni a livello globale. Forse, una volta superato l’oltraggio dello spaghetto inforcato dalla “hopeless” Truss, possiamo essere una volta tanto felici: nella comparazione, poteva andarci molto peggio.

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