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Musica Digitale

Cosa succede in casa Soundreef

E’ stato diffuso un video in cui si diffamava l’attività di Soundreef, società di gestione di diritti musicali. Il video è stato condiviso anche dal MIBAC, per poi essere cancellato Soundreef è una società di gestione di diritti musicali, che ha avviato la sua attività a Londra nel 2011, fornendo musica di sottofondo per le…

Soundreef è una società di gestione di diritti musicali, che ha avviato la sua attività a Londra nel 2011, fornendo musica di sottofondo per le aziende e che oggi rappresenta la più credibile alternativa alle Società di Gestione Collettiva tradizionali come SIAE ed SCF, come aggregatore e distribuitore delle royalty necessarie.

Proprio questa attività, però, gli ha procurato non poche grane, tra battaglie legali e accuse di spionaggio industriale, come denuncia la stessa Soundreef in una lettera del suo AD Davide D’Atri, inviata ai membri delle Commissioni Cultura e Politiche dell’Unione Europea di Camera e Senato.

Nella lettera, D’Atri denuncia “attacchi strumentali che negli ultimi giorni stanno colpendo Soundreef”, ed indica chiaramente quali siano i sospetti dell’azienda.

COSA E’ ACCADUTO

In base al racconto reso dall’Amministratore delegato, sulla piattaforma online di video sharing Vimeo sarebbe comparso un filmato, titolato “Il lato oscuro si Soundreef”, nel quale si muoverebbero accuse pesanti alla stessa azienda.

Nel video, denuncia D’Atri, verrebbero confermati alcuni sospetti già sollevati dal giornalista Emanuele Fittipaldi, che su L’Espresso del 24 giugno denunciava una vera e propria attività di spionaggio industriale nei confronti di Soundreef. Il video, oltre a riprendere alcuni elementi emersi nell’articolo di Fittipaldi, avrebbe divulgato anche le intercettazioni ottenute attraverso un’attività di intelligence svolta a detrimento di Soundreef e illecita sotto diversi profili.

ANCHE IL MIBAC RITWITTA IL VIDEO

Il video contro Soundreef sarebbe stato anche ritwittato dal Ministero dei Beni Culturali attraverso i propri canali ufficiali, ma il MIBAC ha spiegato l’anomalo comportamento istituzionale come “errore umano”, dopo aver cancellato il video.

VIE LEGALI

Attualmente vi è un’indagine presso la Procura della Repubblica di Milano per accertare la rilevanza penale di tali condotte.

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