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Soundreef Siae Meta

Guerra Siae-Meta, cosa combina Soundreef

Resta il gelo tra Meta e Siae (quest'ultima accusa la piattaforma di avere imposto un ultimatum), ma intanto Soundreef ripristina i suoi brani (e dà la colpa alla Società italiana degli autori ed editori)

 

Torna la musica italiana (e non solo) sui social di Meta, ovvero Facebook e Instagram, dopo la rottura delle trattative con Siae: non tutta, solo una parte per nulla esaustiva rispetto a quello che i nostri cantanti hanno regalato al mondo, che rientra nel catalogo Soundreef, ma quasi certamente quella più pop e amata dai giovanissimi: Laura Pausini, J-Ax, Fabio Rovazzi, Gigi d’Alessio, Rkomi, Ultimo, Fabrizio Moro, Paola Turci, Morgan, Nesli e Sfera Ebbasta. Un totale di 43mila artisti, circa la metà italiani.

IL LAVORIO DI SOUNDREEF

Che Soundreef dopo lo scontro tra la Siae e Meta che aveva silenziato su Facebook e Instagram tutti i post, le storie e i reel con brani italiani fosse al lavoro per ripristinare almeno quelli di cui ha i diritti lo si era inteso dalla nota pubblicata prima di consegnarsi al silenzio stampa:  “Data l’eccezionale gravità di questo evento senza precedenti alcuni, Soundreef – che si autodefinisce la più avanzata ed efficiente società di gestione di diritti d’autore musicali in Europa, fornendo sottofondi musicali di alta qualità per le imprese, recuperando e ripartendo le royalties per conto di autori, compositori, editori ed etichette per il loro utilizzo – sta direttamente contattando entrambe le parti per capire come l’intera negoziazione sia stata condotta e lavorando per ripristinare sulle piattaforme Meta tutti i brani di cui amministra totalmente i diritti”.

“CONTRATTAZIONE TESA CON TUTTE LE PIATTAFORME”

Silenzio stampa interrotto da Davide d’Atri, che ha fondato la società nel 2011 con Francesco Danieli, a Repubblica: «L’industria della musica deve fare fronte comune, Siae ha il diritto di rifiutare le condizioni proposte ai suoi iscritti, ma si deve rendere conto che la decisione ha impatto sui non iscritti e sull’intero settore».

«La contrattazione è tesa con tutte le piattaforme», ha detto il manager, «può succedere che provino a imporre un pacchetto, ma nell’esperienza nostra e delle altre società dei diritti europee, è possibile negoziare, le piattaforme arretrano e concedono». Insomma, per Soundreef sembra proprio che la colpevole sia Siae che avrebbe abbandonato la negoziazione con Meta.

SOUNDREEF INCOLPA SIAE PER LA ROTTURA CON META

«Dire che la trattativa è fallita sui dati mi pare ipocrita», ha poi aggiunto Davide d’Atri, «bisognerebbe entrare nel dettaglio e capire quanto ha chiesto Siae», che comunque chiosa: «La concorrenza tra le società che gestiscono i diritti ha portato vantaggi ad autori ed editori, nella qualità del servizio e nella dimensione del mercato. Trattare da sola, peraltro, è una scelta di Siae: in Europa più società si aggregano».

LA VERSIONE DI SIAE

Ma Siae non ci sta a prendersi la responsabilità di avere abbandonato il tavolo dove sedeva Meta, prima che il catalogo di Soundreef fosse ripristinato il direttore generale Matteo Fedeli a Open aveva dichiarato: «La licenza era scaduta a dicembre 2022, e le trattative erano in corso dall’ultimo trimestre del 2022, in modo da poter dare continuità alla licenza precedente», spiegando di essere i primi sorpresi dal precipitare degli eventi: «Siamo rimasti a un comunicato stampa di Meta arrivato giovedì scorso nel quale ci dicevano che stavano per rimuovere tutti i contenuti dalle loro piattaforme. Con quell’azione si è interrotta, di fatto, la trattativa che stavamo portando avanti».

IL META-ULTIMATUM

Nel dettaglio, il dg Siae ha spiegato che sarebbe arrivato un vero e proprio ultimatum: «Nella negoziazione possono capitare momenti di stallo, ma sostanzialmente nel corso dell’ultima contrattazione l’azienda ha fatto un’offerta “take it or leave it”: o ti prendi questi soldi oppure rimuovo tutti i contenuti dalle piattaforme. E così è stato, senza nessun preavviso, né a noi, né nei confronti degli artisti, tantomeno delle case discografiche e degli utenti stessi della piattaforma».

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