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Affitti Brevi

Santanché si difende berlusconianamente attaccando il Domani di Carlo De Benedetti

Che cosa ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, intervenendo al Senato.

 

La miglior difesa è l’attacco. Pare questa la linea di condotta scelta dal ministro del Turismo, Daniela Santanchè, intervenendo al Senato. Attacco frontale non solo alla trasmissione Report della Rai condotta da Sigfrido Ranucci ma anche e soprattutto al quotidiano Domani di Carlo De Benedetti (in basso un estratto dell’articolo odierno di Domani).

Ecco fatti, parole e approfondimenti.

Governo al completo in Aula in Senato per l’informativa della ministra Daniela Santanché. Al netto della premier Meloni, impegnata, a Varsavia, sono presenti quasi tutti i ministri, a partire dai vice presidenti del Consiglio Tajani e Salvini. Anche i banche dell’opposizione sono al completo.

Ecco di seguito alcune delle frasi salienti del ministro Santanché:

“Spero vorrete darmi atto che a fronte della richiesta di alcuni gruppi di opposizione e dico alcuni e non tutti, ho subito dato la disponibilità a riferire cosa che qualcuno considera ha anche considerato eccessiva”.

“Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi”.

“Ho preferito non fare pesare al governo le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti”.

“Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo”.

“Il Domani pubblica cose senza citare le fonti E’ bene delle due l’una: o questo giornale mente sapendo di mentire oppure sceglie questo giorno, quello del mio intervento per una classica imboscata per colpire un ministro del governo contro cui si scaglia ogni giorno”.

“Oggi sono io che devo chiedere delle risposte dopo aver letto il Domani stamattina, qualcuno le dovrebbe dare a me. Io rispondo su qualsiasi domanda non vi fate prendere dai nervosismi. E’ normale che un ministro mentre sta per parlare in Senato legga che è indagata? E’ normale che un giornalista può scrivere cose secretate ignote all’interessato ed ai suoi avvocati? Immagino il giornale abbia venduto qualche cosa in più”.

Dalla stampa arrivano “pratiche sporche e schifose”. Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanché nel corso dell’informativa in Aula al Senato sottolineando che “se non fosse per il rispetto che porto per quest’aula dopo l’uscita proditoria del Domani chiuderei qua il mio intervento ma, aspettando un segno concreto da parte di tutti i colleghi provo a riprendere il filo del mio intervento”.

“Ringrazio per la solidarietà i ministri e la presidente del consiglio”.

“Faccio impresa da quando ho 25 anni, sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolto importanti successi imprenditoriali, sono fiera di aver dato lavoro a tante persone. Ho investito nella pubblicità nell’intrattenimento e poi nell’editoria. Ho potuti scrivere pagine di successo”.

“Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario”.

“Ho fatto ricorso a strumenti messi a disposizione di tutte le imprese dalle leggi ancora vigenti. Il mio progetto di ristrutturazione è molto più virtuoso di quello di altre aziende nelle stesse condizioni. Essere un imprenditore e anche un politico non significa che gli sia proibito fare ricorso alle leggi vigenti, non ho avuto favoritismi ma nemmeno ci deve essere un’indebita penalizzazione ad personam”.

“Voglio chiarire subito che la persona cui attingono i miei detrattori come grande accusatore a differenza di quanto riferito in televisione e su altri mezzi non è un piccolo risparmiatore ma secondo le notizie che lui stesso ha divulgato è una sorta di finanziere che si è trasferito prima a Londra poi in Svizzera e a Montecarlo e ora risiede alle Bahamas”.

“Non ho mai avuto nessun controllo nel settore dell’alimentare biologico come molti media hanno raccontato. Ho svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, editoria, e intrattenimento e non ho mai superato il 5% della mia partecipazione”.

“Nel 2010 il gruppo del settore biologico (di cui si parla ndr) è stata presa non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame e comunque con il suo intervento i lavoratori hanno avuto 12 mesi di retribuzione”.

“Da Ki group srl ho incassato 27mila euro lordi in tre anni, una media di 9mila euro l’anno per gli anni precedenti, tra 2014 e 2018 in cui la società ha fatto margini operativi positivi, ho percepito dalla capogruppo un valore lordo annuio di circa 100mila euro”.

“Per 30 anni dal mio gruppo nessuno mi ha mai accusato di nulla. Oggi i miei collaboratori sapranno portare avanti la società, essendo io socia di minoranza. Non ho avuto mai favoritismi e mai li ho cercati”.

“Per questa complessa operazione di risanamento” delle 4 società Visibilia “ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso e sfido chiunque a indicarmi un numero cospicuo di persone che impegnano tutto il patrimonio per salvare le aziende”.

“Dentro Visibilia spa c’era una dipendente part time. Sono stata accusata di aver usato le prestazioni della dipendente che invece era in cassa integrazione a zero ore. Di fronte alla contestazione tardiva della dipendente pur ritenendo le sue informazioni infondate ed essendo certa che lei non ha mai messo piede in Visibila, la società ha sanato la situazione considerandola in servizio senza che fosse pervenuta alcuna richiesta dagli enti preposti e prima della vicenda mediatica. Nessun altro dipendente ha sollevato questioni sulla cassa integrazione. La trasmissione televisiva (Report ndr) pensava di avere una non notizia bomba invece era una non notizia”.

“Cosa resta alla fine: note di colore sul mio abbigliamento, per le case, per le mie amicizie, per i nomignoli che mi sono stati dati. Mi hanno anche accusato erroneamente di aver preso delle multe in sosta vietata quando le multe erano dell’arma dei carabinieri a cui avevo dato in comodato una mia auto per rinunciare ad una di scorta. Io no ho nessuna multa da pagare”.

“Io sono felice e mi fermo qua per carità di patria, per il resto se ho commesso errori ho già pagato, animata da una sola solida certezza: gli organi giudiziari italiani a partire da quelli fallimentari funzionano bene al di là dei tempi forse troppo lunghi”.

GLI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE SUL CASO SANTANCHE’:

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ESTRATTO DELL’ARTICOLO DEL QUOTIDIANO DOMANI CRITICATO DAL MINISTRO SANTANCHE’ NELL’AULA DEL SENATO:

Più che del Turismo, Daniela Santanché, è la ministra dei debiti. A tal punto che per garantire i creditori ha dovuto vincolare la lussuosa villa in centro a Milano valutata 6 milioni di euro, come raccontato da Domani. Debiti enormi tutti rendicontati nei documenti che hanno portato alla sottoscrizione di un vincolo sull’abitazione come garanzia al piano di ristrutturazione dei debiti presentato al tribunale di Milano, una soluzione tempestiva per dribblare il decreto di ingiunzione notificato dallo stesso tribunale di Milano il 3 maggio 2023.

La ministra del Turismo è indagata da tempo nell’inchiesta per bancarotta condotta dalla procura di Milano sulle società della galassia Visibilia. Non è la sola, assieme a lei c’è un gruppo di persone che hanno avuto ruoli diversi nella gestione delle aziende. «È falso che io sia indagata. Il fascicolo è aperto a modello 45, quindi senza indagati». Ecco la difesa di Santanchè a novembre 2022 quando alcuni giornali avevano dato la notizia. In realtà a Domani risulta che il pool che si occupa di reati societari (pm Maria Gravina e Roberto Fontana) aveva solo segretato l’iscrizione.

È una modalità comune prevista dal codice di procedura penale nel caso in cui «sussistano specifiche esigenze attinenti all’attività di indagine». Per questo agli avvocati non risultava alcun procedimento penale sulla loro assistita. All’epoca l’iscrizione riguardava solo il reato di bancarotta. Nel corso del tempo però è emerso anche un secondo filone, il falso in bilancio, che secondo il Corriere, nell’articolo di novembre scorso, è tra i reati contestati alla ministra.

[…] Non è certo se Pd e 5 Stelle presenteranno una mozione di sfiducia. Certo valuteranno il da farsi dopo l’intervento della ministra: se non sarà convincente cercheranno una soluzione condivisa per chiederne le dimissioni. Tra i documenti più rilevanti per capire lo stato di insolvenza della ministra del governo Meloni ci sono i cosiddetti «contratti di accollo» stipulati tra Santanchè e alcuni creditori.

a data è il 30 giugno scorso, la ministra era in carica da otto mesi. Con l’atto l’imprenditrice e politica si assume il debito della società Visibilia Srl per garantire le società che chiedono la restituzione dei soldi. Nel primo di questi accordi Santanchè si «accolla» il debito di Visibilia srl ( «in quanto detiene il 95 per cento delle quote») nei confronti di Visibilia editrice, in cui la ministra non ha mai avuto cariche. «Visiblia srl è priva di risorse», è scritto nell’atto, «sicché le risorse necessarie saranno messe a disposizione da Santanchè».

Anche ponendo il vincolo sulla villa milionaria, legato al rispetto del piano di rientro stabilito tra le due Visibilia: 1,9 milioni di euro, da restituire a rate fino al 2025. Mentre Visibilia editrice non ha tentato l’ingiunzione, al contrario lo hanno fatto le società che hanno acquisito i crediti vantati da Intesa San Paolo nei confronti di Visibilia Srl.

Il decreto del giudice del tribunale civile di Milano è del 3 maggio 2023: impone alla società il pagamento «di 4,56 milioni di euro» e alla «garante», cioè la ministra, «il pagamento di 2,24 milioni di euro». Alla fine l’accordo di saldo e stralcio con la società Kerdos (aveva acquisito i crediti vantati da Intesa) prevede un pagamento totale di 1,2 milioni da versare entro 90 giorni. Debiti che Visibilia aveva contratto con Intesa San Paolo a cavallo del 2015 e il 2019: linee di credito concesse e non del tutto compensate da Santanchè e un «mutuo chirografo» di 3,5 milioni di euro.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA STAMPA:

Il giorno della “Pitonessa” è arrivato. Dopo il caso Report, le inchieste giornalistiche e giudiziarie che l’hanno travolta, alle 15 la ministra al Turismo Daniela Santanchè riferirà al Senato. Non sono previste domande, solo una informativa preparata dai legali. E sono tanti i punti che la senatrice di Fratelli d’Italia deve (o dovrebbe) chiarire.

Le indagini della Gdf

Ha sempre negato, ma risulta indagata per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio in un fascicolo su Visibilia. Un dato che Santanchè dovrebbe ammettere di conoscere visto che, solo dopo l’intervento della procura che ha chiesto il fallimento delle sue società, la ministra ha iniziato a ripianare i debiti accumulati per anni.

Visibilia in liquidazione

Per salvare anche l’ultima azienda del gruppo, ed evitare l’accusa di bancarotta, Santanchè ha proposto all’Agenzia delle entrate una «transazione fiscale» per spalmare il debito da 1,2 milioni di euro con il Fisco in dieci anni.

E si è impegnata a pagare gli altri creditori […]. Il consulente dell’accusa ha calcolato che, se avesse svalutato avviamenti e crediti dubbi, a fine 2022 l’azienda avrebbe presentato «un patrimonio netto negativo pari a –7. 894. 467 euro». Dove troverà tutti i soldi?

La crisi di Ki Group

Santanchè si è dimessa da presidente a giugno 2020. Ma tra il 2018 e il 2019 l’azienda ha accumulato debiti per 8 milioni di euro […]. La ministra dovrà chiarire se li ha pagati. E se ha saldato stipendi e Tfr […] dei dipendenti […].

Chi c’è dietro Negma?

Visibilia e Ki Group sono state salvate da un prestito obbligazionario convertibile del fondo emiratino Negma. Milioni di euro che […] sarebbero stati intascati anche da Santanchè, mentre l’operazione – denunciano i soci di minoranza – ha affossato il titolo. Chi c’è dietro al fondo? Quel che si sa è che le querele, arrivate qualche tempo fa al sito Milanotoday, sia per conto di Visibilia che per conto di Negma, sono state firmate dallo stesso avvocato: il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Debitrice dello Stato?

Il Pd ha presentato una interrogazione su 2,7 milioni che nel 2021 Ki Group avrebbe ricevuto da Invitalia (società di proprietà del ministero dell’Economia) come aiuti per l’emergenza Covid. Soldi che però la società non avrebbe mai rimborsato.

Le accuse sul dipendente

C’è poi il capitolo del dipendente in cassa integrazione a zero ore che, tra marzo 2020 e novembre 2021, accusano gli avvocati, avrebbe continuato a lavorare per Visibilia.

È vero che peraltro il lavoratore, pagato dal Senato, tra il 2018 e il 2021, ha anche fatto l’«assistente» dei senatori Santanchè e poi La Russa?

Maserati e appartamenti

Con i soldi di Visibilia, già fortemente indebitata, Santanchè avrebbe affittato un appartamento al Pantheon e un altro a Milano (per 100 mila euro all’anno), oltre a pagare il leasing di una Maserati con cui sfrecciava in città accumulando multe […]

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