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Perché a Libero di Feltri sono in imbarazzo su Santanché

Libero continua a difendere la ministra Santanché ma nel quotidiano diretto da Feltri e Sallusti c'è chi è un po' in imbarazzo...

 

Si incrina il fronte di Libero sul caso di Daniela Santanché? Mentre il quotidiano fondato da Vittorio Feltri (che ne è direttore editoriale, mentre il direttore responsabile è Alessandro Sallusti) definisce ancora le richieste di dimissioni dirette al ministro del Turismo avanzate in ordine sparso dalle opposizioni come “sparate“, una delle firme di punta della testata di centrodestra, Francesco Specchia, intervenendo a Omnibus su La7 lo scorso 26 giugno, a sorpresa ha ammesso: “Io sono quello che qualche anno fa fece dimettere il ministro Idem per una questione di elusione fiscale e allora io non posso dire in questo momento ‘no vabbè, adesso vediamo…’ perché capisci che ne va della mia coerenza personale”.

QUANDO LIBERO FECE DIMETTERE LA MINISTRA PD

Il riferimento è allo “scandalo” (riguardava i versamenti Ici sulla residenza-palestra dell’ex atleta con presunti abusi edilizi e destinazione d’uso dell’immobile che si trova nella frazione ravennate di Santerno, tutto chiuso in fretta dietro il pagamento del dovuto) scoperchiato nel giugno 2013 dal quotidiano Libero e che portò alle dimissioni, dopo appena quattro giorni dalla pubblicazione dell’inchiesta giornalistica, della ministra per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, Josefa Idem. Il fatto, cavalcato con entusiasmo dai quotidiani di destra e politicamente dal Movimento 5 Stelle, causò non poco imbarazzo all’esecutivo dell’epoca, guidato da Enrico Letta (Pd).

LIBERO E SANTANCHÈ: IDEM O NO?

“Lei fu molto corretta – ricostruisce oggi Specchia -, ci volle un po’ per spingerla alle dimissioni ma poi fu corretta, Letta le accolse. Però in quel caso lì addirittura c’era anche qualcosa forse di meno rispetto a quello che viene prospettato [per Santanchè, ndr] lì era sbagliato, come è sbagliato in questo caso”, ha detto la firma del giornale della famiglia Angelucci nel corso della trasmissione di La7.

Un imbarazzo evidente, insomma, che viene a galla alla domanda se secondo il giornalista di Libero Santanchè dovrebbe seguire Idem e si dovrebbe dimettere: “Deve parlare, deve spiegare davanti al Parlamento, deve riferire al Parlamento. Poi, da quello che dice bisognerà capire se dovrà dimettersi o meno”. “Poi – ha detto Specchia – deciderà lei, deciderà la Meloni”.

“Io – ha poi aggiunto Specchia -, se fossi un deputato, considerando che l’etica del deputato deve essere superiore a quella degli elettori, con qualsiasi tipo, destra, sinistra, centro, io mi dimetterei per lasciare il campo, la possibilità di dare le mie spiegazioni e di combattere al di fuori, per non mettere in imbarazzo né me stesso né il governo, però è una questione mia. La Santanchè ovviamente la pensa in un modo completamente diverso, legittimamente”.

COSA DICE FELTRI SU SANTANCHE’

Non la pensa così Vittorio Feltri: “Ma perché mai dovrebbe dimettersi? Tra l’altro, dalla procura mi arrivano notizie secondo cui il 75% dei fatti che la riguardano sarebbero sciocchezze. Santanchè è una donna assai abile, intelligente, capace. Poi i dettagli di come lei gestisse le sue aziende non li conosco, non sono Sherlock Holmes, vedremo cosa verrà fuori”, ha detto il fondatore del quotidiano.

I VECCHI LEGAMI TRA SANTANCHE’ E LIBERO

Ma a imbarazzare Libero ci sono appunto i tanti trascorsi che legano la Santanchè al quotidiano: “Per i miei giornali raccoglieva la pubblicità con Visibilia e se la cavava”, ha ricordato di recente Feltri, al quale viene rammentato, da un cronista del Fatto, che quando la ministra era fidanzata con Sallusti li definì Olindo e Rosa: “Era una definizione scherzosa, ci abbiamo fatto sopra una risata”. Adesso, però, dalle parti di Libero la sola risata che scappa è imbarazzata. E nella giornata delle dichiarazioni in aula di Santanchè la testata fondata da Feltri si limita a titolare: “Daniela Santanchè, la resa dei conti: Con mio figlio in Aula sono più forte“.

CHE COSA HA DETTO IL MINISTRO SANTANCHE’ IN SENATO

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