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Tutte le mosse di Salvini e Meloni su Quirinale e non solo

La nota di Paola Sacchi

 

Se Enrico Letta va da Giorgia Meloni – all’iniziativa di Fratelli d’Italia, Atreju – incoronandola come una sorta di “avversaria” ideale, lanciando di fatto un messaggio simbolico che va oltre il coinvolgimento chiesto all’opposizione per il Quirinale, nella stessa serata di ieri nell’aula dei gruppi della Camera va in onda un altro film: quello dell’orgoglio della Lega che intende vincere e guidare il Paese.

Matteo Salvini, che sarà pure lui ad Atreju, più volte interrotto dagli applausi dei suoi deputati, dice: “Ora siamo protagonisti in partnership (con il governo Draghi ndr), ma sono convinto che siamo destinati a governare questo Paese”, senza la sinistra.

Salvini, con seduto accanto il capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari, rivendica la forza della Lega “i più di cento congressi nello scorso fine settimana”. E soprattutto sul Quirinale avverte anche il resto della politica: “Vedrete che saremo gli unici a essere compatti, saremo granitici. Il nostro tratto distintivo è la compattezza”.

È un Salvini che si rilancia nel ruolo anche di leader del centrodestra. Ai cronisti, rispondendo a una domanda dell’Agi, al termine della riunione, annuncia: “Per le Suppletive nel collegio di Roma/1 troveremo come coalizione una candidatura unitaria”. E sulla Corsa al Colle risponde: “Assolutamente sì, il centrodestra convergerà su un nome unico”.

Nomi non ne fa, ma di fatto dice no ad altri eventuali tentativi della sinistra in difficoltà – mai sopiti nonostante i ripetuti dinieghi del Capo dello Stato – per un Mattarella bis. Salvini, infatti, esorta e motiva i suoi così: “Non dobbiamo sbagliare niente, riusciremo a vincere dimostrando di essere granitici. La scelta del Presidente della Repubblica sarà fondamentale, anche perché il successore di Mattarella sarà un interlocutore per ben tre legislature: l’attuale, la prossima e quella successiva ancora”.

Parla quindi, l’ex ministro dell’Interno, di “successore” dell’attuale Capo dello Stato, al Quirinale per tre legislature. Evidente il no anche a ipotesi sotto traccia a sinistra di far restare Mattarella fino al completamento della riforma con la riduzione del numero dei parlamentari che scatterà con le elezioni del 2023. E sembra anche di dedurre dalle parole di Salvini che non creda , come del resto aveva più volte detto, alla possibilità di elezioni anticipate nel 2022.

Al tempo stesso il leader leghista sembra inviare una frecciata a Meloni, rivendicando il ruolo della Lega nel governo Draghi e alcuni importanti risultati strappati, come quelli nella battaglia contro l’aumento delle bollette. Salvini ricorda il prezzo pagato dal suo partito per il Paese quando avverte: “Il tempo è galantuomo, governeremo questo Paese con una squadra omogenea. Siamo pragmatici e costruttivi, chi vuole dividerci resterà deluso”.

Messaggio questo chiaro per Letta e Luigi Di Maio, che sempre ad Atreju lo aveva definito “inaffidabile”. E anche per Giuseppe Conte e la sua voglia di proporzionale: “Una Lega forte e un centrodestra compatto non devono temere nessuna legge elettorale”. Riposiziona, dunque, Salvini, il suo partito come traino del centrodestra.

Quanto al Quirinale e alle difficoltà di una sinistra che per la prima volta non ha più in mano il boccino, ma che con il leader del Pd (Letta chiede una maggioranza larga, boccia sia l’ipotesi Berlusconi sia di fatto quella di Draghi) rivendica lo stesso un ruolo da king maker, pur senza numeri, Salvini non entra nelle eventuali candidature. Il vicesegretario Lorenzo Fontana aveva però parlato di un confronto che sarebbe partito da quello con Matteo Renzi e i centristi. Alla ricerca di un candidato “superpartes” e “non del Pd”, aveva aggiunto il leader della Lega.

Ma, ad ogni modo, come l’annuncio di una candidatura unitaria del centrodestra per le Suppletive di Roma sta a dimostrare, questo non significa che la Lega non sia più avversaria politica del leader di Iv, che ha già fatto trapelare l’ipotesi di un nome renziano nel collegio di Roma/1. Infine, durissimo il giudizio sullo sciopero generale di Cgil e Uil: “Idea folle. Anche in tempi di super green pass, figuriamoci…”

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