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Arabia Saudita

Perché Biden non rottamerà l’alleanza con l’Arabia Saudita

Che cosa fa e dice Biden sull'Arabia Saudita. Il commento di Giuseppe Gagliano

 

Il 7 marzo i ribelli sciiti Houthi hanno colpito un deposito di petrolio della compagnia saudita Aramco, a Ras Tanura, dove si trova il più importante impianto di carico di petrolio offshore del mondo, e un complesso residenziale a Dhahran utilizzato dal gigante petrolifero.

Un attacco simile c’era stato nel 2019.

Gli Houthi hanno infatti rivendicato il lancio di 14 droni e 8 missili balistici contro obiettivi militari nelle città saudite di Dammam, Asir e Jazan. Fino a qui infatti di cronaca.

Passiamo ai commenti. Secondo Al Arabiya, il colonnello Turki al-Malki ha affermato che l’Iran stava contrabbandando missili e droni agli Houthi. Affermazione questa ampiamente dimostrata come abbiamo già indicato in un articolo precedente.

Ma i commenti più interessanti sono quelli americani. In primo luogo gli Usa hanno infatti ribadito il loro sostegno a difesa della Arabia Saudita.

In secondo luogo, come riferito dal periodico Aljazeera, il 4 febbraio gli Usa avevano però espresso un parere diametralmente opposto. Biden aveva infatti sostenuto che gli Usa non avrebbero più fornito supporto militare alla coalizione militare coordinata dai sauditi bloccando l’esportazione di armi sia verso i sauditi che gli Eau.

In terzo luogo Biden, a differenza di Trump, aveva cancellato gli sciiti Houthi dalle organizzazioni terroristiche elencate dal Dipartimento di Stato. Decisione questa che si dimostra del tutto priva di senso della realtà considerando che l’area oggetto del contendere non è solo strategica per la presenza di riserve petrolifere, ma soprattutto per il controllo dello Stretto di Bab el Mandeb, porta di accesso verso l’Africa e il Mar Rosso.

Infine sul piano operativo, come indicato da Milano Finanza, vi è stata una impennata del prezzo del petrolio.

Al di là delle dichiarazioni elettorali del presidente Biden — che sono servite a vincere le elezioni — la grammatica della politica estera segue una logica ben diversa: gli Stati Uniti non possono svincolarsi dall’alleanza politica, economica e militare né dell’Arabia Saudita e neppure di Israele poiché sono due alleati fondamentali per salvaguardare i propri interessi nel Medio Oriente.

Sarà dunque nell’interesse dell’attuale amministrazione seguire una linea coerente nelle proprie scelte di politica estera nei confronti dei sauditi e non porre in essere scelte ondivaghe e contraddittorie come quelle fatte fino a questo momento della attuale amministrazione.

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