skip to Main Content

Orsini Zelensky

Perché a Orsini non piace (più) Zelensky. Ecco le ultime putinate del prof Luiss

Il professor Alessandro Orsini (Luiss) ha spiegato a Piazzapulita (La7) perché Zelensky andrebbe abbandonato, perché siamo (addirittura!) come Putin e quali sono le tre mosse per la pace.

 

L’ormai inarrestabile professore e direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale dell’Università Luiss di Roma, Alessandro Orsini, ospite anche ieri sera del programma Piazzapulita su La7, questa volta ha parlato della sua visione – in controtendenza – del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.

Acclamato da gran parte del popolo ucraino, dal Congresso degli Stati Uniti, dal Bundestang e molto probabilmente martedì prossimo da Montecitorio, Zelensky, il presidente che da comico è diventato il simbolo insieme ai suoi concittadini della resistenza ucraina contro il presidente russo Vladimir Putin, secondo Orsini (simbolo a sua volta della resistenza al tanto sbandierato pensiero unico), è invece un possibile “ostacolo alla pace”.

Ecco cosa ha detto.

ABBANDONARE ZELENSKY

Ieri sera, nel corso del suo intervento a Piazzapulita, Orsini (neo editorialista del Fatto Quotidiano) ha spiegato la parabola di Zelensky dal suo punto di vista: “Io avevo un’ammirazione sconfinata per Zelensky, era una sorta di supereroe per me. Ma la mia percezione adesso sta cambiando. Se Zelensky diventa un ostacolo alla pace, per me Zelensky deve essere abbandonato”.

ZELENSKY, UN OSTACOLO ALLA PACE

Secondo il sociologo Orsini, infatti, il governo ucraino porta avanti una “linea assurda” e Zelensky ha assunto “posizioni radicali”. “Quali?”, gli chiede la direttrice dell’Istituto Affari Internazionali, Nathalie Tocci.

“Zelensky e lo capisco, perché al posto suo penserei le stesse cose, – ribatte il professore – preferisce la terza guerra mondiale piuttosto che rimanere da solo contro la Russia, quindi stiamo molto attenti perché Zelensky sta assumendo una postura che a me non piace perché io lo vedo come un pericolo per la pace”.

PERCHÉ ZELENSKY VA ISOLATO COME JOHNSON

Per spiegare di quali posizioni radicali si tratta, Orsini fonde le parole della vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, con Zelensky, sebbene la giornalista Cecilia Sala gli faccia notare che non sono la stessa persona.

“Se lei ascolta quello che ha detto la vicepremier ucraina a me non sembra proprio che [Zelensky, ndr] sia un moderato – afferma il professore -. Supponiamo che Zelensky pensi le cose che ha detto la vicepremier ucraina, per me Zelensky va isolato, così come va isolato Boris Johnson” perché “Boris Johnson è un uomo che disprezza profondamente l’Unione europea, è stato messo lì per fare la Brexit, è il più guerrafondaio dei leader europeisti, è stato il primo a proporre di mandare le armi in Ucraina e noi, Unione europea, ci stiamo facendo guidare da Boris Johnson”.

COSA HA DETTO LA VICEPREMIER UCRAINA

Orsini poi si sofferma sulla posizione del governo ucraino citando le parole della vicepremier Vereshchuk, la quale ha lanciato un forte appello ai leader occidentali e al presidente Usa, Joe Biden, in particolare.

Lo ha intimato “a liberarsi dalle sabbie mobili della cautela di cui gli Stati Uniti sono prigionieri” e ha ricordato gli atti terroristici in corso nel suo Paese per mano della Russia, motivo per cui Biden dovrebbe chiamare Putin “terrorista” al pari di Osama bin Laden. Per Vereshchuk, non farlo “dimostra grande debolezza della posizione e del ruolo del presidente americano”.

La vicepremier ha poi precisato che Zelensky “non ha detto che l’Ucraina non può o non vuole entrare nell’Alleanza Atlantica”, ma “che è la Nato a non essere pronta ad accogliere l’Ucraina”.

E in merito alle trattative con i russi ha chiarito che più che parlare di concessioni sarebbe meglio soffermarsi su cosa gli ucraini non sono disposti a concedere, ovvero i loro territori, tutti, senza eccezioni perché “rappresenterebbe un precedente pericoloso per l’ordine mondiale”.

IL TIFO DA STADIO DELL’ITALIA

Per Vereshchuk, in realtà, la terza guerra mondiale è già scoppiata mentre per Orsini “no, altrimenti ce ne saremmo accorti” e qui si sofferma su come, secondo lui, viene vissuto questo conflitto in Italia.

“Noi non abbiamo capito che se poniamo Putin in una condizione disperata, Putin sventrerà l’Ucraina”, tuona il professore. “Le persone in questo momento in Italia sono schierate come se ci fosse una partita di calcio, è come se le persone non si interrogassero sulle conseguenze delle decisioni che noi prendiamo. Le persone ragionano così: ‘noi sconfiggiamo Putin’ – ammesso che noi riusciamo in questa impresa -, le persone e anche i politici italiani si fermano lì: ‘pensate che bello se noi costringessimo Putin ad arretrare’, ma che cosa vi aspettate che accadrebbe? Semplicemente che posto in una condizione disperata, Putin sventra un Paese intero”.

LA PACE IN TRE MOSSE

Secondo Orsini “la pace si fa attraverso tre mosse fondamentali”. “La prima – spiega – è smettere di demonizzare l’avversario politico, cioè di rappresentarlo come un animale, come ha fatto il ministro Di Maio. La seconda è normalizzare il nemico politico, cioè trasformarlo in una persona normale, vale a dire una persona come noi che ha interessi economici e valori politici da difendere proprio come noi e l’ultima mossa è l’umanizzazione del nemico politico, cioè non è un porco, una bestia, un verme schifoso ma un essere umano come noi”.

PERCHÉ SIAMO COME PUTIN

Il professore poi fornisce le prove che dimostrano che siamo come Putin: “Quello che Putin ha fatto all’Ucraina, noi lo abbiamo fatto nello stesso identico modo all’Iraq, infatti, nel 2003 il Consiglio di sicurezza dell’Onu si componeva di 15 membri, di cui soltanto 4 erano favorevoli all’invasione in Iraq – Spagna, Bulgaria, Stati Uniti e Inghilterra – gli altri 11 erano contrari e Chirac, che all’epoca guidava la Francia, minacciò di porre il veto. Quindi Bush scavalcò il Consiglio di sicurezza dell’Onu e prepotentemente fece una guerra iper-illegale”.

E aggiunge: “Il 19 dicembre del 2021, il New York Times ha scoperto un documento segreto della Casa Bianca che consta di 1.300 file, ognuno di questi file parla di civili massacrati in Siria, in Afghanistan e in Iraq” per questo, conclude Orsini, “se il problema è che Putin è uno schifoso, un cane, allora tra schifosi noi ci possiamo intendere, sedere intorno a un tavolo e discutere di come salvare gli ucraini”.

Back To Top