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Olaf: nella corsa alla successione di Itälä restano solo tre nomi

Dopo l’esclusione del generale della Guardia di Finanza Gabriele Failla, restano in corsa per la direzione dell’antifrode Ue solo tre candidati: un ceco, uno slovacco ed una polacca. Il finlandese Ville Itälä il 31 luglio ha terminato il suo mandato settennale. L'intervento di Alessandro Butticé.

La partita per la guida dell’Ufficio europeo antifrode (OLAF) entra nella sua fase finale. Con la conclusione, il 31 luglio, del mandato settennale del finlandese Ville Itälä, si stringe la rosa dei candidati chiamati a raccoglierne l’eredità: dopo l’esclusione, da parte del parlamento europeo e del Consiglio, del generale della Guardia di Finanza Gabriele Failla, nella short list finale sono rimasti soltanto tre candidati. Il ceco Petr Klement (attuale vice del Procuratore Europeo, la rumena Laura Codruța Kövesi); lo slovacco Ladislav Hamran (ex presidente di Eurojust); e la polacca Joanna Kreziminska-Vamvaka (funzionaria dell’EEAS, il Servizio europeo per l’azione esterna, che aveva precedentemente già ricoperto un ruolo di rilievo all’interno dell’OLAF).

L’uscita di scena di Failla, che pure era stato inizialmente considerato un candidato di grande peso, ridisegna gli equilibri interni alla corsa per la direzione dell’OLAF, incarico cruciale per la protezione degli interessi finanziari dell’Unione europea. Il grande sostegno, per certi aspetti senza precedenti, ricevuto dal generale della Guardia di Finanza da parte italiana ai più alti livelli governativi ed istituzionali nazionali, ad opinione di alcuni è risultato forse eccessivo per una funzione che richiede la garanzia di svolgersi nella più grande indipendenza da ogni ingerenza, comprese quelle di carattere nazionale. Soprattutto, secondo alcuni, perché non adeguatamente accompagnato da una sensibilizzazione degli europarlamentari di tutti gli stati membri. E neppure della stampa, non solo estera, ma anche di quella italiana. Contrariamente a quanto avvenuto, ad esempio, per la nomina dell’italiana Bruna Szego a capo dell’autorità europea antiriciclaggio (AMLA), per la quale la stampa nazionale era stata mobilitata. Il silenzio mediatico che, contrariamente al passato, ha preceduto l’audizione al Parlamento europeo dei quattro candidati non ha certamente giovato all’italiano. Che è risultato l’unico escluso dalla terna di candidati – che si erano invece mossi molto bene nei corridoi del Parlamento europeo – in forza della duplice narrativa secondo la quale: era troppo sostenuto dal proprio governo nazionale, e non aveva sufficiente esperienza a livello europeo rispetto agli altri tre.

L’eredità di Itälä

Intanto, a garantire la continuità operativa dell’Ufficio europeo per la lotta alla frode sarà Salla Saastamoinen, anche lei finlandese e attuale vicedirettrice generale, che dal 1° agosto 2025 ricopre il ruolo di direttrice generale ad interim.

Il mandato di Ville Itälä, durato sette anni, dopo la direzione piuttosto tumultuosa e talvolta controversa dell’ex magistrato e politico italiano Giovanni Kessler, ha lasciato un’impronta di relativa calma. A giudizio di alcuni, una calma forse anche eccessiva per un servizio investigativo. Ma il bilancio del settennato non merita tuttavia essere sottovalutato. L’OLAF ha infatti comunicato di avere chiuso 1.588 indagini, raccomandato il recupero di oltre 4 miliardi di euro di fondi europei e impedito l’uso improprio di ulteriori 810 milioni di euro. Durante la pandemia, l’Ufficio ha inoltre bloccato ingenti frodi legate alla fornitura di dispositivi medici e vaccini, mentre dopo l’invasione russa dell’Ucraina ha rafforzato il monitoraggio sulle sanzioni e sostenuto il sistema antifrode ucraino.

Itälä ha anche gestito le collaborazioni con Europol, Eurojust, la Corte dei Conti europea e, soprattutto, con la Procura europea (EPPO). Ed é proprio con quest’ultima che il suo successore sarà chiamato a dimostrare la future ragione d’essere dell’Ufficio. Ancora organismo investigativo europeo indipendente o solo un semplice braccio operativo della Procura europea?

La sfida del dopo-Itälä

Ora l’attenzione è tutta sulla scelta del nuovo direttore generale. La Commissione europea dovrà procedere alla scelta finale tra i tre candidati rimasti passati dalle forche caudine di Parlamento europeo e Consiglio. In questo contesto, l’esclusione del generale Failla sembra rappresentare un segnale politico di rilievo, che appare orientare la partita verso un profilo maggiormente integrato nelle dinamiche istituzionali della cosiddetta «bolla di Bruxelles».

In attesa della decisione finale, l’OLAF ha confermato continuare la sua missione di indagare, prevenire e combattere le frodi, in stretta collaborazione con le autorità nazionali ed europee. Ma è ormai chiaro che la fase di transizione sarà anche un banco di prova per la futura direzione dell’Ufficio: chi guiderà OLAF avrà la sfida di evitare che l’Ufficio, che ha recentemente celebrato il suo quarto di secolo di vita, venga ridotto a funzione di manovalanza dell’Eppo, assumendo invece un’organizzazione più forte, capace di affrontare nuove sfide globali, dalla cybersicurezza alla protezione dei fondi del Next Generation EU, ma anche al prevedibile aumento del contrabbando di merci, derivante dalle guerre economiche internazionale fatte anche a colpi di dazi.

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