Non solo Equalize fra gli scandali dei dossieraggi con strane relazioni fra società private ed esponenti delle forze dell’ordine e dei servizi. Ecco le ultime novità.
CHE COSA HA SCRITTO IL FATTO QUOTIDIANO
Recenti rivelazioni portate alla luce dal Fatto Quotidiano delineano uno scenario inquietante riguardante presunte intercettazioni illegali legate alla gestione dei sistemi di sorveglianza della procura di Siracusa. Questo scandalo coinvolge funzionari di alto livello, forze dell’ordine e società private, sollevando gravi questioni sulla sicurezza delle comunicazioni riservate e sull’integrità delle indagini giudiziarie in Italia.
L’INCHIESTA E I PERSONAGGI COINVOLTI NEL CASO GR SISTEMI
Al centro dell’indagine – secondo la ricostruzione del Fatto Quotidiano – emerge la figura di Massimo Romanelli, considerato il punto di riferimento dei sistemi di intercettazione utilizzati dalla società Gr Sistemi, operativa presso la procura di Siracusa. Tra gli altri nomi rilevanti spicca Salvatore Malfa, ritenuto l’amministratore di fatto della società Awacs Technology e di Awacs Response Security, aziende sospettate di avere avuto accesso improprio ai sistemi di sorveglianza informatica. Secondo quanto riportato dal Fatto sulla base degli atti dell’inchiesta, Malfa e i suoi collaboratori avrebbero utilizzato i sistemi di intercettazione della procura per scopi personali, ottenendo informazioni riservate a cui non avrebbero dovuto avere accesso.
La situazione è ulteriormente complicata dal coinvolgimento di Dario Bordi, un alto ufficiale della Guardia di Finanza recentemente nominato a capo del Gico di Napoli, e di altri funzionari che avrebbero, secondo l’accusa, contribuito all’accesso non autorizzato alle informazioni intercettate.
INTERCETTAZIONI ILLEGALI E MANIPOLAZIONE DEI SISTEMI
L’inchiesta rivela che i sistemi di intercettazione utilizzati presso la procura di Siracusa erano soggetti a un controllo esterno non autorizzato. In particolare, si ipotizza che Malfa, attraverso le società da lui amministrate, abbia avuto accesso abusivo ai sistemi informatici che gestivano le intercettazioni disposte per le indagini giudiziarie. Secondo l’accusa, questo accesso consentiva a Malfa e ai suoi collaboratori di ottenere in tempo reale informazioni riservate, potenzialmente manipolando i risultati delle indagini stesse.
L’indagine si è concentrata sull’analisi di oltre 51 procedimenti penali, molti dei quali sono risultati “bucati”, ovvero senza titolo formale di autorizzazione. Questi fascicoli, invece di essere utilizzati per scopi legittimi, sarebbero stati sfruttati per ottenere informazioni su privati cittadini e funzionari pubblici, senza alcuna giustificazione legale.
IL RUOLO DELLE FORZE DELL’ORDINE E DELLE SOCIETÀ PRIVATE
Un punto chiave dell’inchiesta è la stretta collaborazione tra alcuni membri delle forze dell’ordine e le società private coinvolte. In particolare, Malfa avrebbe utilizzato il sistema per favorire richieste provenienti da terzi, compresi imprenditori e altre figure influenti. Si sospetta che, in cambio di queste “attenzioni”, Malfa abbia ricevuto vantaggi personali, come favori e utilità economiche.
Il sostituto commissario in servizio presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Siracusa, Giuseppe Giliberto, avrebbe collaborato con Malfa per facilitare l’accesso alle informazioni intercettate, violando così la riservatezza delle indagini in corso. In alcuni casi, le informazioni estrapolate venivano utilizzate per influenzare decisioni giudiziarie o per favorire specifici interessi economici.
Per comprendere le analogie e le differenze tra il caso emerso a Siracusa e Catania descritto negli articoli de Il Fatto Quotidiano e lo scandalo legato a Equalize è necessario analizzare entrambi i casi nel contesto delle intercettazioni illegali e dell’abuso di sistemi di sorveglianza in Italia e a livello internazionale.
LE ANALOGIE CON IL CASO EQUALIZE
L’inchiesta di Siracusa rivela che società private come Awacs Technology e Awacs Response Security sotto la direzione di Massimo Romanelli e Salvatore Malfa avrebbero ottenuto accesso non autorizzato ai sistemi di intercettazione della procura di Siracusa utilizzandoli per fini privati e potenzialmente per influenzare indagini giudiziarie.
Nel caso Equalize sono stati sfruttati sistemi di sorveglianza ad alta tecnologia per monitorare illegalmente individui compresi politici imprenditori e figure di alto profilo senza autorizzazione giudiziaria con l’intento di ottenere informazioni sensibili per scopi privati o per manipolare il sistema giudiziario
In entrambi i casi è evidente il coinvolgimento di membri delle forze dell’ordine e di figure istituzionali che in cambio di vantaggi economici avrebbero facilitato l’accesso non autorizzato ai sistemi di intercettazione dimostrando una rete di corruzione interna.
Le informazioni estrapolate dai sistemi di sorveglianza sono state utilizzate per ottenere vantaggi personali per influenzare decisioni legali o per favorire interessi privati comuni ai due scandali sono i tentativi di manipolazione delle indagini e di controllo delle informazioni per ottenere un tornaconto personale.
LE DIFFERENZE TRA I DUE SCANDALI
Il caso di Siracusa e Catania si concentra principalmente su intercettazioni locali legate alle procure siciliane con un focus sulle operazioni di sorveglianza all’interno del contesto giuridico italiano mentre lo scandalo Equalize ha un raggio d’azione internazionale coinvolgendo vari Paesi e un numero maggiore di soggetti di alto profilo con implicazioni politiche e diplomatiche estese oltre i confini italiani.
Le tecnologie utilizzate nei due scandali sono diverse a Siracusa sono stati utilizzati sistemi di intercettazione tradizionali tramite accessi privilegiati forniti dalle stesse procure mentre nel caso Equalize è stata impiegata una tecnologia di sorveglianza avanzata come spyware di tipo Pegasus capace di infettare dispositivi mobili accedendo a dati sensibili senza lasciare tracce evidenti consentendo un controllo invasivo delle informazioni personali delle vittime.
Le motivazioni che hanno spinto questi scandali differiscono sensibilmente nel caso di Siracusa gli interessi sembrano concentrarsi su favori locali per influenzare decisioni giudiziarie e ottenere vantaggi economici mentre il caso Equalize riguarda non solo vantaggi finanziari ma anche obiettivi geopolitici con il monitoraggio di oppositori politici giornalisti e leader internazionali al fine di influenzare decisioni politiche globali.
Un’altra differenza cruciale riguarda il coinvolgimento delle autorità a Siracusa le forze dell’ordine italiane risultano direttamente coinvolte sia come complici sia come potenziali vittime mentre nel caso Equalize i governi stessi utilizzano queste tecnologie contro i propri oppositori rendendo difficile distinguere tra attività di intelligence legittima e abusi di potere.