skip to Main Content

Mascherina

Obbligo di mascherina tra principio di precauzione e senso del ridicolo

La lettera dell’avvocato Antonio de Grazia Egregio direttore, uno spettro si aggira per l’Europa: il principio di precauzione. Nato come principio giuridico, in specie nel diritto del lavoro e nelle controversie medico-legali, si è diffuso in modo universale. Infine, è divenuto un principio etico: l’uomo vive sotto il controllo del principio di precauzione. E così…

Egregio direttore,

uno spettro si aggira per l’Europa: il principio di precauzione. Nato come principio giuridico, in specie nel diritto del lavoro e nelle controversie medico-legali, si è diffuso in modo universale.

Infine, è divenuto un principio etico: l’uomo vive sotto il controllo del principio di precauzione.

E così il principio di precauzione – altro volto del politicamente corretto – diventa una forma, a volte blanda ed altre volte assai pervasiva, di potere sui cittadini. E chi non esalta il principio di precauzione, ovvero pone dubbi e riserve, diviene un reprobo, un traditore, un reietto, con la lettera scarlatta in fronte.

Esaminiamo la vicenda delle mascherine antipandemia.

Non sappiamo quale sia la tipologia più funzionale di mascherina; né sappiamo per quanto la protezione resista, ovvero se la mascherina protegga sé e/o gli altri venuti a contatto alla distanza inferiore al metro.

Malgrado tali incertezze scientifiche, pare che la mascherina potrebbe diventare obbligatoria perfino all’aperto, anche in solitudine.

Fortunatamente, il principio di precauzione si scontra con il senso del ridicolo. Infatti, osservare un individuo solo, all’aperto, magari in una giornata di cielo sereno e azzurro, con la mascherina che gli impedisce di respirare a pieni polmoni (e che tossisce per il surplus di anidride carbonica), è qualcosa di tragico e comico.

Comico perché è lo specchio della stupidità umana, ovvero dell’ascesa al potere di una consorteria di stupidi (e, come dice l’aureo Carlo M. Cipolla, lo stupido fa male a sé e agli altri); tragico perché limita irrazionalmente la nostra libertà, costruisce una finzione di pericolo e di politicamente corretto, una forma blanda e iniziale di avvio a una situazione già descritta nelle opere profetiche di Aldous Huxley e George Orwell.

Così è se vi pare.

Un caro saluto.

Avv. Antonio de Grazia

Back To Top