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Morti Covid-19: numeri, confronti e scenari

Morti Covid-19. L'analisi di Francesco Daveri (Professor of Macroeconomic Practice alla School of Management dell'Università Bocconi) e Lorenzo Marchetti (frequenta la specialistica in International Management alla Bocconi) pubblicata su Lavoce.info

È la presenza di contagiati asintomatici a rendere il virus contagioso sottotraccia e a rendere necessaria la quarantena in cui tutta l’Italia è ora ingabbiata.

Sarà un caso, ma in Corea il tasso di mortalità (misurato come numero di morti da coronavirus diviso per il totale dei contagiati misurati) è lo 0,91 per cento, mentre da noi è arrivato – sempre il 16 marzo – al 7,7 per cento, una percentuale che non si trova in un nessun altro paese del mondo.

LA SEQUENZA

Dato che la sua sequenza genetica non risulta essere tanto mutevole da rendere il virus più mortale in alcuni paesi rispetto ad altri (i virologi ne discutono), la reale mortalità del coronavirus misurata come rapporto morti-contagiati effettivi dovrebbe essere più o meno uguale ovunque.

I CONFRONTI

In effetti anche in Cina fuori dall’Hubei (la regione di Wuhan, epicentro dell’epidemia), i morti sono stati 119 per 13.254 casi (fonte: Organizzazione mondiale della sanità, dati 15 marzo), pari allo 0,9 per cento.

L’ITALIA

Come dire che per l’Italia è possibile che sia la sottostima nel numero dei contagiati – il denominatore del rapporto – a far salire il tasso di mortalità.

L’ESEMPIO

A titolo di esempio (la mortalità infatti varia in base all’età media della popolazione del paese, in un range tra 1 e 2,5 per cento), se il tasso di mortalità della Corea e della Cina (non Hubei) fosse quello “vero” da applicare all’Italia, vorrebbe dire che al 16 marzo in Italia c’erano 235 mila contagiati, otto volte di più dei 27.980 registrati ufficialmente.

LA DIFFERENZA

Una differenza considerevole, che verrebbe spiegata dalle migliaia di contagiati asintomatici non rilevati che il passaggio del virus lascia dietro di sé e che ha reso fondamentale l’intervento di una politica dura come quella della quarantena.

I TAMPONI

La cosa da fare è dunque continuare a effettuare tamponi e a tracciare i contagiati, anche se l’unico vero numero che ci interesserà alla fine di tutto, data l’impossibilità di capire l’effettiva dimensione del contagio con gli strumenti a disposizione, sarà quello delle persone decedute.

I MORTI

A differenza di quello dei contagiati, il numero dei morti (se classificati correttamente) è oggettivo e ci potrà dare un’indicazione sulla vera evoluzione e ampiezza delle conseguenze del contagio nei vari paesi.

 

(estratto di un’analisi pubblicata su Lavoce.info; qui la versione integrale)

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