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Mimmo Lucano

Tre considerazioni sulla condanna in primo grado di Mimmo Lucano

Il commento di Giuseppe Gagliano

 

La condanna in primo grado di Mimmo Lucano non ho certo sorpreso né Giovanni Floris né tantomeno Lilli Gruber, che hanno assunto un atteggiamento equilibrato nei confronti dei contenuti della sentenza. Altra cosa rimane la valutazione data da Roberto Saviano che non si fonda, non si basa, su alcun elemento probatorio ma solo su una simpatia di natura politica.

Tuttavia le sentenze – come sa molto bene Roberto Saviano – vanno rispettate anche qualora non siano di nostro gradimento. Ma a questo punto si impongono alcune considerazioni.

Incominciamo dalla prima: la condanna di Mimmo Lucano – come detto – è di primo grado, e come prevede il nostro codice penale bisogna aspettare che si arrivi al terzo grado di giudizio per potere formulare una giudizio che si possa considerare quantomeno equilibrato.

Lo sanno bene soprattutto quei giornalisti che seguono le cronache giudiziarie: molto spesso nel nostro paese le sentenze di primo grado sono state ribaltate sia in appello che in cassazione.

Seconda considerazione. Lucano è diventato una sorta di simbolo dell’efficacia della macchina propagandistica messa in opera da determinati quotidiani e da determinate trasmissioni televisive la cui sinergia è di tale efficacia da poter parlare di un vero e proprio soft power capace di influenzare e condizionare le scelte ideologiche e politiche elettorali di milioni di italiani.

Ma come tutte le macchine di propaganda anche questa tende a nascondere la realtà effettuale, che spesso è tutt’altro rispetto a quanto propagandato. Infatti la gran parte dei lettori e dei fruitori dei media non hanno la capacità di discernere in maniera autonoma tra la propaganda e la realtà.

Terza e ultima considerazione: rimane indubbio il fatto che nel nostro paese numerose associazioni laiche e non – sovente supportate da determinati sindacati – usino i denari pubblici per scopi controversi soprattutto nel settore dell’immigrazione.

La vigilanza da parte delle forze dell’ordine rimane assolutamente necessaria. Ma altrettanto necessario è il fatto che il giudizio critico e la lucidità devono essere salvaguardati soprattutto da parte dei giornalisti che hanno una grandissima responsabilità nel formare l’opinione pubblica e quindi nell’orientare le scelte politiche ed elettorali della società civile.

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