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Libia Iraq

Tutte le cause e gli interessi esteri dietro agli scontri in Libia e Iraq

L'articolo di Giuseppe Gagliano.

 

Quando le guerre vengono pianificate in modo maldestro, non tenendo conto della presenza di innumerevoli variabili che possono modificare le equazioni strategiche e destabilizzazioni, non diventano più occasionali ma permanenti, come nel caso dell’Iraq e della Libia.

Cominciamo dall’Iraq. Gli scontri armati che si sono verificati in Iraq con 30 morti e circa 700 feriti sono stati determinati dai sadristi, che dopo aver occupato il palazzo del governo hanno posto in essere azioni offensive nei confronti dei miliziani dei partiti filo iraniani. Scontri di intensità meno rilevante sono verificati nel sud del paese e cioè a Bassora, scontri che hanno sempre visto da una parte fronteggiarsi i sadristi e i filoiraniani.

La causa principale di questo scontro è determinata dal fatto che Baghdad è ormai divisa tra una parte filoamericana e una parte filoiraniana. La seconda causa – che è una conseguenza della prima – è stata determinata dalla vittoria nell’ottobre 2021 del movimento sadrista, fortemente ostile alla presenza angloamericana in territorio iracheno.

Per quanto riguarda la Libia è verosimile che gli scontri che si sono verificati la settimana scorsa a Tripoli possano costituire la premessa per un incremento del conflitto militare. Ricordiamoci che questi scontri sono la conseguenza del fallito progetto di Fathi Bashagha – capo del governo di Sirte e legittimato dal parlamento di Tobruk – di attuare un colpo di Stato per rovesciare l’attuale primo ministro Abdulhamid Dabaiba.

È interessante osservare che questa iniziativa non si è potuta concretizzare proprio per l’influenza della Turchia in Libia. Come abbiamo avuto modo di scrivere in questi ultimi anni su queste pagine, l’influenza della Turchia in Libia è ormai un dato di fatto, così come è un dato di fatto l’assoluta emarginazione del nostro paese che dovrebbe rivolgere la sua attenzione al Mediterraneo e non altrove.

Inoltre il rafforzamento della Turchia è anche determinato dall’avvicinamento turco agli Emirati Arabi Uniti. L’influenza degli Emirati Arabi la si può oltretutto evincere dal fatto che l’attuale dirigente della compagnia petrolifera nazionale, la Noc, è Farhat Bengdara.

Questi successi, determinati anche da un’accorta strategia posta in essere sia della Turchia che dagli Emirati Arabi Uniti, stanno certamente marginalizzando l’influenza non solo italiana e francese ma anche quella egiziana.

Da un lato, dunque, abbiamo un conflitto per il controllo della Libia determinato dalla rivalità geopolitica di Italia, Francia, Egitto, Emirati Arabi e Turchia; e dall’altro lato abbiamo i conflitti interetnici che sono in parte autonomi e in parte eterodiretti da alcune di queste potenze. Alla luce di questa conflittualità permanente scaturita dalla guerra in Libia, è evidente che la situazione attuale è esplosiva e non farà altro che danneggiare gli interessi economici e di sicurezza del nostro paese.

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