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Le gabibbate di Mediaset su Giambruno

Il caso Mediaset-Giambruno al centro del dibattito politico-giornalistico. E il Foglio sempre pronto (o prono?) con Confalonieri che scrive... I Graffi di Damato

LE ULTIME NOVITA’ SUL CASO GIAMBRUNO

Celebre per la monaca del Manzoni, “la sventurata” che “rispose” al suo corteggiatore, Monza ha ora un monaco del Berlusconismo, fedele come nessun altro alla buonanima del Cavaliere. Al cui solo ricordo Adriano Galliani (nella foto con Fedele Confalonieri) si intenerisce. E gli passa la voglia anche di ridere della vignetta di Stefano Rolli che lo rappresenta in attesa del “pullman di troie” una volta promesso da Berlusconi ai giocatori brianzoli se avessero vinto una certa partita. La sua, di candidato al Senato nelle elezioni suppletive indette per assegnare il seggio che fu di Berlusconi, il buon Galliani l’ha vinta sfidando non so se più il radicale Marco Cappato, sostenuto da quello che a sinistra si chiama “campo largo” mettendo insieme Pd, grillini e altro, o l’assenteismo. Che è stato non alto ma altissimo, avendo votato meno del 20 per cento degli elettori chiamati alle urne.

LA VITTORIA DI GALLIANI A MONZA

Fra i 67.801 elettori che si sono mossi da casa per votarlo e farlo tornare al Senato, dove era già stato nella scorsa legislatura, Galliani è riuscito a smuovere persino Marta Fascina, la inconsolabile quasi vedova di Berlusconi. Che per lui ha fatto ciò che ha rifiutato a molti altri: uscire appunto dalla villa di Arcore, dove ha eletto domicilio anche politico, mettendo tanto di targa di segreteria dell’onorevole che è sulle porte di non so quante stanze diventate così inaccessibili, senza la dovuta autorizzazione della Camera, al malintenzionato magistrato che volesse metterci il naso.

IL CASO GIAMBRUNO NEL CENTRODESTRA

Fra i compiti che aspettano Galliani tra il Senato e tanti altri palazzi, romani e brianzoli, c’è quello di comporre, rimuovere e quant’altro i detriti del conflitto che molti giornali, a torto o a ragione, immaginano o raccontano tra il Biscione televisivo che lui conosce come le proprie tasche e la premier Giorgia Meloni. Che ha dovuto liberarsi del padre di sua figlia Ginevra, Andrea Giambruno, per gli imbarazzanti fuorionda praticamente rubatigli dalla “Striscia la notizia” di Antonio Ricci. Che ora reclama anche i ringraziamenti per averle permesso di capire di che pasta fosse davvero l’uomo di cui così a lungo si era fidata.

IL FOGLIO PROCESSA MEDIASET PER GIAMBRUNO

Proprio oggi, mentre la Repubblica di carta continua a titolare in prima pagina sulla Meloni che studia o esegue ritorsioni con uno “schiaffo all’uomo di Mediaset” e uno “stop” a un disegno di legge di un ministro di Forza Italia, un giornale come Il Foglio, non certo sospettabile di prevenzione verso le aziende che furono di Silvio Berlusconi, dà impietosamente dell’ipocrita al Biscione. Dove – ha scritto Salvatore Merlo, di cui ho perso il conto delle interviste concessegli da Fedele Confalonieri col cuore in mano – “sapevano delle parole di Giambruno” negli studi televisivi preparando le puntate della sua trasmissione, “lo hanno assecondato e ora lo processano” per violazione del codice etico dell’azienda. Ne ha da fare di lavoro di ricucitura, ripeto, il rieletto Galliani nel suo metaforico saio di monaco di Monza. Altro che attendere le troie del vignettista del Secolo XIX.

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