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Perché non credo troppo a Ricci di Striscia la notizia su Giambruno

E' francamente difficile che in un’azienda – dove peraltro ho lavorato per un po’ di tempo – possa accadere ciò che è stato permesso ad Antonio Ricci di Striscia la notizia... Ecco perché. I Graffi di Damato

COSA DICE E NON DICE RICCI DI STRISCIA LA NOTIZIA SU GIAMBRUNO

Reduce dal Cairo per un summit di buona volontà fra tante, troppe guerre che si accavallano e s’intrecciano, Giorgia Meloni è corsa quindi da Nethanyau per unirsi alle raccomandazioni del presidente americano Joe Biden di trattenere la rabbia nelle risposte che pur meritano i terroristi palestinesi asserragliatisi nella Striscia di Gaza facendosi scudo, oltre che degli ostaggi rapiti il 7 ottobre negli attacchi in territorio israeliano, dell’intera popolazione palestinese.

GIORGIA MELONI E LE DOMANDE SU ANDREA GIAMBRUNO

Una raccomandazione che nel suo piccolo la premier italiana, alle prese non con la Striscia di Gaza, come ha notato Marcello Veneziani sulla Verità, ma con la Striscia La Notizia posseduta in Mediaset da Antonio Ricci, ha applicato a se stessa sottraendosi a tutte le domande impietosamente fattegli dai giornalisti sulla rottura col suo ex convivente, e padre di sua figlia Ginevra, dopo un po’ di fuorionda a dir poco sconvenienti. Che Ricci ha appena raccontato di avere messo “in frigo” quest’estate per consumarli in questo autunno che già si profilava caldo per la presidente del Consiglio sul piano sindacale e politico ma è diventato rovente pur tra piogge e temporali.

Per quanta impegno ci possa mettere, la Meloni ad archiviare davvero la sua vicenda familiare, bisogna dire che l’impresa le riuscirà difficile per il livello medio, a dir poco, dell’informazione e – quel che più conta – della lotta politica in Italia. Dove, per esempio, un giornale dalle ambizioni istituzionali come La Repubblica di carta è tornata oggi a mettere il cappello della politica, appunto, a questo titolo di prima pagina: “Meloni si blinda: “Di Giambruno non parlo più” e FI teme ritorsioni”. Intendendo per FI il partito Forza Italia fondato una trentina d’anni fa da Silvio Berlusconi e guidato per il momento, in attesa del congresso di fine febbraio, dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Che Il Fatto Quotidiano immagina, rappresenta e quant’altro “nei guai” per il rischio che prima o poi la Meloni si lasci tentare, nonostante le raccomandazioni al premier israeliano, dal piatto della vendetta. Che notoriamente si mangia freddo.

LA POSIZIONE DI MEDIASET

Personalmente non credo che Pier Silvio o Marina Berlusconi, o entrambi, meritino il sospetto di avere fatto il doppio gioco col frigorifero di Antonio Ricci (nella foto), provvisto di chissà quante serrature di sicurezza. O col telefono chiamando la premier per consolarla e al tempo stesso assicurarle di essere stati tenuti all’oscuro di tutto. Ma altrettanto personalmente riconosco a chi non ci crede il diritto di dubitare, essendo francamente difficile che in un’azienda – dove peraltro ho lavorato per un po’ di tempo – possa accadere ciò che è stato permesso ad Antonio Ricci. Un lusso, diciamo così, che forse si poteva permettere la buonanima di Silvio Berlusconi per la sua imprevedibilità quasi artistica, ma altri chissà….

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