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Ravasi

Il raffinato senso dell’humor del cardinale Gianfranco Ravasi

Il Bloc Notes di Michele Magno

 

Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura (e grande appassionato di David Bowie, Bob Dylan, Leonard Cohen, Prince) è un biblista, ebraista e teologo dalla sterminata erudizione. Sul suo account Twitter si presenta come “Sacerdote & Cardinale”. Segue poche persone — meno di cento — ma ha più di centomila followers. Come ha scritto Maurizio Fiorino sul Foglio, se da un big della chiesa come lui ci si aspetterebbero noiose ramanzine, è invece sorprendente per l’intelligenza con la quale posta le sue citazioni preferite.

Antoine de St. Exupéry, ad esempio: “Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualcosa risplende nel silenzio” e, visto che stiamo parlando di social, fate un po’ voi. Poi ha attivato la sua modalità femminista citando Conrad: “Essere donna è terribilmente difficile, perché consiste nell’aver a che fare con gli uomini”. Quella di maestro di vita, twittando una massima di John Henry Newman. “Non aver paura che la vita possa finire. Abbi invece paura che possa non cominciare mai davvero”.

Nell’era del chiudiamo i porti e facciamo ordine, non poteva non citare Henry Adams (“Il caos spesso genera la vita, l’ordine spesso genera abitudine”), il Vangelo di Matteo (“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”) e Martin Luther King (“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire. Non c’era nessuno”).

D’altronde è stato Ravasi a dire al Corriere della Sera che “agitare il Vangelo, ostentare il rosario, baciare il crocefisso non fa di te necessariamente un credente”. Ma il cardinale ha un occhio di riguardo anche verso il mondo dell’arte in generale. Ha twittato “L’arte è una ferita che diventa luce” (Georges Braque) e “Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso. Si usano le opere d’arte per guardare la propria anima” (George B. Shaw).

Il cardinale, infine, è un prelato dotato di un raffinatissimo senso dell’humor:

Anche quest’anno il Natale ha nel mondo la solita presenza di Erodi e di innocenti sgozzati. Lascerò ai lettori di riflettere su un aneddoto che mi ha raccontato l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, e che può essere sia una rappresentazione della storia umana sia un amaro esame di coscienza collettivo. Anni fa, in visita allo zoo biblico di Gerusalemme fu condotto Henry Kissinger, Segretario di Stato di Nixon. Egli rimase stupefatto di fronte a un leone accovacciato davanti a un agnello che brucava pacificamente. Si era forse avverata la profezia messianica di Isaia secondo la quale il leone si sdraierà accanto all’agnello in perfetta armonia? «No -replicò il direttore dello zoo- in verità noi sostituiamo ogni giorno un nuovo agnello…!”.

(L’Espresso, 23 dicembre 2013)

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