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Salvini

Il caro bollette gasa la campagna elettorale, tutte le divisioni

Che cosa dicono partiti e coalizioni su come affrontare il rincaro delle bollette per cittadini e aziende. La nota di Sacchi

 

Il caro bollette domina la campagna elettorale. Di fronte allo stallo del price cap in Europa e del nuovo decreto Aiuti, causato dall’ostruzionismo pentastellato, si intensifica il pressing del centrodestra sul governo.

Anche Enrico Letta, all’esordio del tour con il bus elettrico, spinge per soluzioni. Matteo Salvini lo sfida: “Sono pronto a firmare con lui e con gli altri leader un decreto per mettere soldi come hanno fatto Germania, Francia, Inghilterra, dove Liz Truss proprio nel giorno della morte della Regina ha bloccato i rincari per due anni”.

Salvini chiede lo scostamento di bilancio che però Giorgia Meloni non vuole. Secondo la presidente di FdI, se non si frena la speculazione sul prezzo, “non ci vorranno 30 miliardi ma 300”. E torna a chiedere, Meloni, che lancia anche la sfida del made in Italy, “una cosa che si può fare subito: il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità”.

Silvio Berlusconi – che batte il tasto sui rigassificatori e denuncia nella sua pillola social la situazione dell’immondizia a Roma (“I sindaci passano, la sporcizia resta”) – insiste per “un decreto urgente del governo”. Obiettivo: frenare il rialzo delle bollette, allestendo anche un fondo a disposizione delle aziende produttrici di energia.

Salvini, in un tour che lo porta da Confcommercio a Roma, dove poi si reca anche Meloni, alla Confederazione nazionale artigianato, al “Tg2post”, e in serata nel Lazio a Formello e Marino martella: “Se non si interviene subito, poi altro che 30 miliardi, ne dovremmo pagare molti di più in disoccupazione, si rischia 1 milione di posto di lavoro, un negozio su 4 chiuso”. Il leader della Lega non risparmia una piccola frecciata a Meloni: “Non capisco la prudenza anche di alcuni alleati”.

Competition is competition, come è stabilito dalle stesse regole interne del centrodestra. Salvini avverte un rischio per il centrodestra premiato dai sondaggi: “Non vorrei che la sinistra poi ci scateni contro il caos politico”, sull’onda dell’emergenza sociale. Per cui, prima le bollette, “poi si parlerà di riforme costituzionali, della giustizia e tutti gli altri temi”.

Il caro bollette preoccupa anche Carlo Calenda che si rivolge in modo più pressante a Mario Draghi. Il segretario del Pd, dal canto suo, chiede al governo “un intervento molto netto anche a livello europeo” e torna a proporre: aumento del credito di imposta per le aziende e interventi per le famiglie più disagiate. Ma il leit motiv di Letta non si discosta dall’allarme sul “rischio democratico” in caso di vittoria della “destra”.

Per Matteo Renzi, alleato di Calenda nel “terzo polo”, non c’ è pericolo democratico, ma ci sarebbe il “rischio conti”. Allarme per allarme, la sfida terzopolista per “il 10 per cento, che faccia restare Draghi” sembra però seguire a ruota lo schema , contro la presunta “inaffidabilità” degli avversari, del Pd e le sue alleanze incompiute.

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