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Aramco

I droni contro Aramco a Riad partiti dallo Yemen

Il gruppo Ansar Allah, che controlla il nord dello Yemen, ha lanciato sei droni carichi di esplosivo contro le infrastrutture della compagnia saudita Aramco a Riad provocando incendi di bassa entità. Tutti i dettagli

 

I fatti in anzitutto. Il gruppo Ansar Allah, che controlla il nord dello Yemen, ha lanciato sei droni carichi di esplosivo contro le infrastrutture della compagnia saudita Aramco a Riad provocando incendi di bassa entità.

Il portavoce dei ribelli sciiti del gruppo Ansar Allah – Yahya Sarea- ha non solo rivendicato la paternità degli attacchi ma ha anche sottolineato che l’obiettivo di questo attacco è quello di far comprendere all’Arabia Saudita la necessità di interrompere gli attacchi alla forze ribelli yemenite.

Al di là della scontata quanto prevedibile condanna da parte del ministro dell’energia Saudita, non possiamo non constatare come questa offensiva sia seguita a quella dello scorso 7 marzo contro il porto petrolifero di Ras Tanura, uno dei più importanti snodi petroliferi del Golfo Persico a livello mondiale.

L’efficacia di questi attacchi non ha nulla a che vedere con il fatto che l’attuale amministrazione americana abbia rimosso il 16 marzo il gruppo sciita Ansar Allah dalla blacklist dei gruppi terroristici a differenza di quanto fatto da quella trumpiana. In realtà le forze ribelli sciite, grazie all’appoggio e all’addestramento ricevuto dall’Iran, stanno dimostrando di essere molto abili nel porre in essere una regime di permanente terrore all’interno di una nazione che almeno sulla carta è la più armata di tutto il Medio Oriente. Un gigante militare dai piedi di argilla?

O ancora una volta – come nel caso dell’Afghanistan – la Guerra asimmetrica si rivela più efficace in determinati contesti geopolitici?

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