Alla presenza dei leader o dei delegati di 50 Paesi africani e del Segretario generale Onu, si è tenuto a Pechino il Forum triennale sulla cooperazione Cina-Africa, durante il quale il presidente cinese Xi Jinping ha promesso a tutti il rafforzamento dei rapporti e la formazione di una “comunità dal futuro condiviso”.
Le tante promesse della Cina all’Africa
Malgrado nel continente stia evaporando l’aura della Cina come Paese benefattore, in Africa c’è ancora tanto bisogno di investimenti.
Conscio di tutto ciò, Xi Jinping non è stato parco di promesse quando si è rivolto nella grande Sala del Popolo di Pechino ai leader africani tra cui il presidente del Sudafrica, del Kenya e della Nigeria.
Dalla sua bocca è sgorgato l’impegno a stanziare più di 50 miliardi di dollari in aiuti finanziari (che però, come riporta Reuters, saranno erogati questa volta in yuan) creare un milione di posti di lavoro e “approfondire la cooperazione nei campi dell’industria, dell’agricoltura, delle infrastrutture, del commercio e degli investimenti”.
Tra le azioni prospettate c’è una trentina circa di progetti infrastrutturali che include una rete di collegamenti terrestri e marittimi, e poi un’altra trentina di progetti sull’energia pulita per fare dell’Africa una destinazione delle tecnologie verdi made in China incluse le famose auto elettriche e i pannelli solari tanto avversati in Occidente.
Tra i progetti specifici, si è registrata la firma di un memorandum of understanding tra Cina, Zambia e Tanzania per rivitalizzare la linea ferroviaria che collega i due Paesi africani, e un analogo accordo tra Pechino e la Nigeria per sviluppare la rete di trasporti e quella portuale.
Campione del Sud Globale
Malgrado le cifre messe in campo dalla Cina al Forum siano inferiori a quelle che hanno caratterizzato le precedenti edizioni, è evidente che Pechino non rinuncia alle sue ambizioni di svolgere un ruolo guida nello sviluppo del continente.
Come ha detto lo stesso Xi Jinping, l’intenzione è quella di “lanciare un’ondata di modernizzazione nel Sud Globale”, ossia in quell’insieme numeroso ma eterogeneo di Paesi emergenti di cui si persegue l’allineamento.
Significative in questo senso appaiono le dichiarazioni di un ospite come il ministro degli Esteri del Senegal Yassine Fall: “gli africani oggi dicono che la Cina è dalla parte dell’Africa”.
Contraddice tutto ciò tuttavia la mancata reiterazione da parte di Xi dell’impegno preso alla precedente edizione del Forum di acquistare almeno 300 miliardi di dollari di merci africane.
Competizione con l’Occidente
Anche questo dettaglio rivela come il corteggiamento cinese sia tutto fuorché un atto di generosità, inquadrandosi in realtà all’interno della crescente competizione geopolitica con gli Usa e con l’Occidente in senso lato.
Come spiega al New York Times Eric Olander, direttore del China-Global South Project, Pechino “sta cercando di avvantaggiarsi degli spazi lasciati dall’Usa e dall’Europa, che si stanno sempre più disimpegnando dall’Africa”. Di qui “l’opportunità per accrescere il proprio impegno, e non necessariamente con il solo danaro”.
Il ritorno degli investimenti è assicurato, osserva il Nyt, anche solo moltiplicando il numero degli acquirenti delle merci cinesi, un risultato particolarmente appetibile in tempi di rallentamento economico interno e di crescente protezionismo occidentale.
“Man mano che le relazioni con gli Usa e con l’Europa si deteriorano, i mercati africani e quelli di altre parti del Sud Globale diventeranno ancora più importanti per i beni cinesi”, è l’osservazione fatta al Nyt da Yunnan Chen, ricercatore dell’Overseas Development Institut di Londra, che sottolinea in particolare la rilevanza dell’Africa per le nuove tecnologie green del Dragone.