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Alberto Forchielli

Figura di Crozza per Alberto Forchielli?

Conclusa l'indagine su Alberto Forchielli: presunta evasione fiscale da 3,9 milioni di euro 

 

La procura di Milano indaga su Alberto Forchielli, imprenditore, manager e polemista, per presunta evasione fiscale da 3,9 milioni di euro.

Tutti i dettagli sul numero uno del fondo Mandarin divenuto sempre più celebre anche dopo le imitazioni di Maurizio Crozza

L’INDAGINE SU ALBERTO FORCHIELLI

L’imprenditore Alberto Forchielli è indagato dalla Procura di Milano per presunta evasione fiscale. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, che ha condotto gli accertamenti, ha notificato l’avviso di conclusione indagini a Forchielli e altre tre persone. L’inchiesta è coordinata dal pm Stefano Civardi.

IL REATO IMPUTATO

Quale il reato contestato? Forchielli e gli altri indagati sarebbero responsabili di una presunta evasione fiscale da 3,9 milioni di euro tramite due società lussemburghesi del gruppo finanziario Mandarin, Mandarin capital management sa e Mandarin capital management II sa. di cui Forchielli è amministratore di fatto.

L’ipotesi è, in pratica, di “esterovestizione” delle società tra il 2013 e il 2016.

VERSO IL PROCESSO?

All’avviso di conclusione delle indagini potrebbe seguire la richiesta di processo per i quattro indagati accusati di omessa dichiarazione dei redditi.

COSA E’ ACCADUTO AD ALBERTO FORCHIELLI

Mandarin capital management sa e Mandarin capital management II sa, secondo le indagini, sono due società basate in Lussemburgo, ma in base alla disciplina fiscale avrebbero dovuto avere, invece, la residenza in Italia e sempre in Italia pagare le tasse sui profitti prodotti. L’evasione sarebbe di  1,8 milioni di imposte da parte di una società e di 2,1 milioni da parte dell’altra.

UN PROCEDIMENTO TRIBUTARIO

Dopo l’indagine è stato aperto anche un procedimento tributario in sede amministrativa. Da quanto si è saputo, sarebbe anche stato raggiunto un accordo con l’Agenzia delle entrate per il versamento delle imposte dovute.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO IL GIORNALE

Forchielli, Roversi Monaco e Ricotta sono accusati di avere completamente omesso di presentare le dichiarazione dei redditi di una delle Mandarin per tre anni, dal 2013 al 2015; per Forchielli, Ricotta e Alexandre Schmitt – l’ unico amministratore di Mandarin a abitare davvero in Lussemburgo – i bilanci «dimenticati» si spingono fino al 2016. Che le tasse fossero dovute al fisco italiano, per la Procura milanese non c’ è alcun dubbio, «in quanto la società aveva solo apparentemente sede e operatività in Lussemburgo ma in realtà la sede dell’ amministrazione e l’ oggetto principale in Milano, presso la sede della stessa Mai dove si svolgevano le effettive funzioni gestorie e dove veniva esercitata la direzione effettiva».

L’avviso di conclusione indagini è stato notificato a Forchielli all’ indirizzo di Hong Kong dove risulta ufficialmente residente e dove passa effettivamente molti mesi all’ anno, quando non è a Boston o a Milano. Della sua vocazione «globale», questo bolognese di 65 anni ha sempre fatto una bandiera, come quando racconta che le sue giornate si aprono con la lettura dei giornali di tutto il mondo, «seguendo il fuso orario, dall’ Australia alla costa ovest degli Stati Uniti», per monitorare in diretta l’ andamento dei mercati. Ma la fama gli è arrivata solo quando si è scoperto la vena del divulgatore, del polemista, del battutista. Che lo ha portato a essere imitato da Crozza e a scrivere libri di successo come «Muovete il culo!», sottotitolo «lettera ai giovani perché facciano la rivoluzione in un paese di vecchi».

Lì, in quel libro, insieme all’ appello a «fare i partigiani contro le folli regole istituzionali» scriveva: «L’evasione fiscale potrebbe anche diventare un dovere morale. Se non siete evasori totali non valete un cazzo». Ma si pensava che scherzasse.

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