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Ecco come e perché Crosetto ha smentito il Foglio sui missili della Marina

Il ministro della Difesa Guido Crosetto smentisce Il Foglio: "Mai parlato di limitata disponibilità di armamenti della Marina Militare". Riguardo alla dotazione italiana di missili, il "numero è classificato, non si può dire", dice a Startmag Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (Cesi), affermando tuttavia che "la dotazione è drammaticamente inferiore alle necessità, ma per tutti non solo per l'Italia". Fatti e approfondimenti

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha smentito Il Foglio sul numero dei missili della Marina militare italiana.

“Desidero precisare che mai ho dichiarato quanto riportato dal quotidiano ‘Il Foglio’ nell’edizione del 3 gennaio 2024 e poi ripreso da alcuni organi di stampa, in merito a una limitata disponibilità di armamenti da parte della Marina militare”, ha comunicato oggi il ministro Crosetto attraverso una nota di Palazzo Baracchini.

Proprio ieri infatti il quotidiano diretto da Claudio Cerasa riportava testuali parole: “”E pensare che la nostra Marina militare dispone solo di 63 missili”. Qualche giorno fa Guido Crosetto durante una commissione Difesa si è lasciato sfuggire questa numerica riflessione che ha colpito un po’ tutti i presenti”.

La riunione della commissione Difesa cui “probabilmente” si riferisce il Foglio è quella dello scorso 27 dicembre, quando il ministro Crosetto è intervenuto in commissione per le parti di competenza della Commissione Difesa sul disegno di legge di bilancio 2024-2026. Nella trascrizione del bollettino della seduta, non c’è alcun riferimento alla “limitata disponibilità di armamenti della Marina Militare”.

D’altronde il “numero è classificato, non si può dire quanti missili abbiamo” ha rimarcato a Startmag Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (Cesi), precisando che “sarebbe una violazione di un segreto, il ministro non è matto”.

Allo stesso tempo, il presidente Margelletti ha evidenziato che “la dotazione è drammaticamente inferiore alle necessità, ma per tutti, non solo per l’Italia”.

Tutti i dettagli.

LA POSIZIONE DEL MINISTRO CROSETTO

Oggi il ministro Crosetto ha fatto sapere che “è falso anche quanto riportato da altri quotidiani secondo cui io avrei affermato, sempre nell’ambito di miei interventi presso la Commissione della Difesa, che la Marina militare dispone solo di 63 missili. Invito i giornalisti a leggere i verbali della commissione: non troveranno riscontro di quanto da loro falsamente riportato. Non so se il giornalista abbia avuto un’informazione sbagliata da chi ha ascoltato il mio ragionamento senza prestare la dovuta attenzione”.

“Nell’occasione, ho invece spiegato cosa significa essere impegnati in una zona complicata come è oggi il Mar Rosso, anche solo per difendere se stessi, raccontando i colpi che in un solo giorno ha dovuto sparare una nave americana per difendersi”, ha concluso Crosetto.

“Il richiamo del ministro Crosetto alla situazione nel Mar Rosso è importante: se non blocchiamo gli attacchi degli Houthi, il traffico mercantile non passa più nel Mediterraneo, noi come paese andiamo a morire, dal momento che la nostra economia è dettata dal Mediterraneo”, ha ribadito il presidente del Cesi, già intervenuto sulla questione sempre su Startmag a proposito dell’invio nel Mar Rosso da parte dell’Italia della nave Fasan “nell’ambito della missione Atalanta.

“È fondamentale che il naviglio mercantile navighi tranquillamente, pertanto è altrettanto fondamentale bloccare i missili che attaccano queste navi, se non li ha come li blocchi?” interroga il presidente del Cesi.

QUESTIONE MUNIZIONI

“La situazione è drammatica e non vale per l’Italia, ma vale per tutti i paesi” ha spiegato a Startmag Margelletti.

“Lo ha dimostrato — prosegue il presidente del Cesi — la guerra in Ucraina prima e ora la vicenda degli Houthi, in guerra si spara un numero elevatissimo di munizionamento, non elevato, elevatissimo. Questo vuol dire che il numero di munizionamento che i paesi occidentali hanno nei loro depositi è totalmente inadeguato. Per far sì che quello che un tempo era una remota la possibilità, la guerra, oggi è un’eventualità. Pertanto dobbiamo fare in modo che le nostre forze armate siano attrezzate per rispondere a questa eventualità”.

“La dotazione è drammaticamente inferiore alle necessità, ma per tutti, non solo per l’Italia” ha rimarcato il presidente Margelletti.

RIVALUTARE LE SCORTE DEL MUNIZIONAMENTO

Già un anno fa, anche l’analista geopolitico Germano Dottori, su un numero di Limes, rilevava che “Nella prospettiva di un urto di maggiori proporzioni, sarebbero però da rivalutare le scorte del munizionamento: in marzo, Credendino aveva fatto sapere che da giugno i missili anti-aerei imbarcati non sarebbero stati più operativi. Ci vorrà del tempo per sostituirli”.

COSA AVEVA EVIDENZIATO IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA MILITARE

In particolare, nel corso dell’audizione parlamentare del 10 marzo 2022, il capo di Stato maggiore della Marina aveva puntualizzato: “La situazione è critica nella parte delle navi con capacità antiaeree. Noi abbiamo quattro DDG, ma due hanno esaurito la loro vita operativa, Mimbelli e De la Penne. I missili antiaerei scadono a giugno e non potranno più essere impiegati. Rimangono solo il Doria e il Duilio, che sono fondamentali per garantire la scorta alle portaerei e al gruppo anfibio e per difenderli. Senza di loro questi gruppi non possono andare nel mare e contribuiscono poi alla difesa contro missili balistici del territorio nazionale, oggi assicurata e garantita dagli americani che hanno nel Mediterraneo quattro navi idonee a questo scopo. Dovranno essere fatte delle riflessioni su questo”.

“In ogni caso, — segnalava Dottori su Limes — si moltiplicano voci e testimonianze che descrivono i vani lanciamissili delle nostre navi come praticamente vuoti. E si tratta di un problema serio, seppure sia ormai chiaro il fatto che in caso di conflitto maggiore la questione del consumo dei materiali investirebbe tutte le Forze armate occidentali”.

OCCORRONO FONDI PER LA DIFESA

Cosa fare quindi per rimediare?

Secondo il presidente del Cesi, “Il fatto che gli altri abbiano messo mano al portafoglio conseguendo ordini anche importanti ci dovrebbe far capire che dovremmo farlo anche noi”.

“Si rimedia infatti attraverso un’iniezione di fondi alla difesa per l’acquisto di nuovi munizionamenti e nuovi armamenti”, ha affermato Andrea Margelletti, precisando: “Se in questo momento abbiamo tre conflitti (Ucraina, nel Mar Rosso e in Palestina) che in qualche maniera, direttamente, attanagliano l’interesse nazionale, è fondamentale riconoscere il pericolo, se questa percezione del pericolo, per questioni di politica interna, non la vogliamo avere, facciamo un danno al paese”.

COSA C’È NEL DPP DELLA DIFESA 2023-2025

Per la componente navale, nel Dpp della Difesa 2023-2025 si legge che “oltre al completamento del programma Teseo MK2-A/E (Evolved) che, seppur ottimizzato per l’impiego in funzione antinave, possiederà limitate capacità per l’ingaggio in profondità di obiettivi terrestri, si rende necessaria l’acquisizione di una capacità di ingaggio di precisione a lungo raggio, che nel breve periodo potrebbe essere rappresentata da sistemi già esistenti in dotazione ad altri Paesi, quale ad esempio il francese Missile de Croisière Naval (MdCN), altrimenti detto Scalp Naval”.

Inoltre la scorsa estate l’Italia ha aderito al programma franco-britannico FC/ASW che “prevede lo sviluppo di una capacità missilistica Anti-Ship a partire dal 2034 e Deep Strike a partire dal 2028, articolata in tre fasi: Concept Phase (2017-2021, terminata), Assessment Phase (2022-2024) e Demonstration and Manufacture Phase (2025-2035), i cui costi non sono ancora ben definiti per via del perfezionamento degli accordi internazionali in fase di realizzazione (Assessment Phase)” come si legge ancora nel Dpp tra i programmi di previsto avvio.

Sempre tra quest’ultimi c’è anche “il programma di sviluppo, industrializzazione e qualifica del missile antinave MARTE Extended Range, nonché della relativa acquisizione delle pertinenti dotazioni e del sostegno logistico decennale. Rispetto alla versione attualmente in servizio presso la Marina Militare (MK2S), il missile MARTE ER beneficierà di modifiche radicali, riguardanti la gittata, il sistema di guida, il peso e le dimensioni. La versione sarà impiegata dagli elicotteri della Marina EH-101 e NH-90”.

LE NECESSITÀ DELLA MARINA MILITARE

Infine, secondo l’esperto Margelletti è sulla quantità che l’Italia deve concentrarsi per la sua difesa.

“Abbiamo bisogno di più navi. Dal momento che gli impegni si moltiplicano purtroppo, abbiamo bisogno di più navi. Dopodiché, abbiamo bisogno di un numero rilevante di missili da difesa per proteggere noi e gli interessi che dobbiamo tutelare. Poi occorrono missili a lungo raggio, eventualmente per colpire dove l’offesa è stata lanciata” ha spiegato il presidente del Cesi. “Abbiamo dimostrato come la minaccia subacquea sia fondamentale, quindi ci vogliono siluri” ha proseguito Margelletti.

“Non è che non abbiamo nulla, il punto fondamentale è aumentare le scorte di quello che abbiamo. Non ci dobbiamo inventare nulla, i missili da difesa aerea li abbiamo, così come i siluri, i radar e le navi. È importantissimo aumentare la quantità delle scorte, perché non sappiamo come sarà la giornata di domani” ha concluso il presidente del Cesi.

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