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Google Copyright

Ecco come continua la guerra della Francia contro Google

L'autorità francese per la concorrenza ha multato Google Il colosso tecnologico ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della pubblicità

Nuova batosta dalla Francia per Google. Prima gli editori francesi hanno ingaggiato una battaglia contro il colosso tecnologico accusandolo di aggirare la direttiva europea sul copyright entrata in vigore in Francia lo scorso 24 ottobre. Ora l’autorità francese per la concorrenza ha inflitto una multa da 150 milioni di euro contro Big G per abuso di posizione dominante sul mercato della pubblicità per la ricerca online.

L’ACCUSA DELL’AUTHORITY

L’autorità francese garante della concorrenza accusa Google per le sue regole “opache e difficili da comprendere” che vengono applicate “ingiustamente e casualmente” sulla piattaforma di Google Ads.

La sanzione inflitta oggi riguarda un “mercato secondario” della pubblicità online: la visualizzazione di link sponsorizzati — pagati dagli inserzionisti — nei risultati del suo motore di ricerca.

CHI HA SCATENATO L’INDAGINE

La decisione dell’authority arriva a conclusione dell’indagine avviata quattro anni fa a seguito della denuncia presentata da Gibmedia, un editore di informazioni climatiche, informazioni aziendali e siti web telefonici, alcuni dei quali offrono servizi a pagamento, il cui account Google Ads è stato sospeso senza preavviso. Nonostante all’epoca l’autorità francese abbia respinto la richiesta di Gibmedia di imporre misure provvisorie contro Google, ha deciso di continuare a indagare sul caso.

LA MULTA IMPOSTA A BIG G

Il presidente dell’authority Isabelle De Silva ha dichiarato che la sanzione da 150 milioni di euro potrebbe sembrare irrisoria per Google, ma arriva con un’ingiunzione estremamente dettagliata, altrettanto importante. “Google è tenuto a modificare immediatamente le sue pratiche, a pena di nuove sanzioni.

Oltre alla sanzione pecuniaria infatti, la società guidata da Sundar Pichai è tenuta a chiarire la formulazione delle regole della sua piattaforma pubblicitaria Google Ads, nonché a rivedere le procedure di notifica delle modifiche ad esse apportate e chiarire le procedure di sospensione dei conti. Il motore di ricerca deve inoltre stabilire procedure per avvisare, prevenire, individuare e gestire le violazioni delle sue regole, in modo che le sospensioni dei siti o degli account di Google Ads siano strettamente necessarie e proporzionate all’obiettivo di tutela del consumatore.

INSIEME AD ALTRI OBBLIGHI

A questo proposito, l’Authority richiede a Google di inviare ogni anno una relazione che specifichi il numero di reclami presentati dagli utenti Internet in Francia, il numero di siti e di account sospesi, la natura delle violazioni delle norme e i termini della sospensione. Inoltre, il colosso statunitense deve presentare entro 2 mesi un rapporto che illustri in dettaglio le misure e le procedure che intende adottare per ottemperare a tali ordini. Inoltre, entro 6 mesi deve presentare all’autorità di regolamentazione un rapporto che descriva in dettaglio tutte le misure e le procedure che ha effettivamente attuato. Inoltre, il motore di ricerca deve pubblicare una sintesi della decisione presa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che sarà accessibile per un periodo di una settimana attraverso la homepage di Google.fr e la versione di Google.com accessibile in Franc

LA REPLICA DI GOOGLE

Al momento Google ha già fatto sapere che presenterà ricorso contro questa decisione.

LA (LUNGUA) QUERELLE FRANCESE

I guai di Google in Francia iniziano da lontano. A gennaio, l’autorità per la protezione dei dati personali ha multato il gigante tecnologico 50 milioni di euro per violazione del Gdpr entrato in vigore a maggio 2018.

Con la sentenza di gennaio l’authority francese ha accusato Google di mancare di trasparenza e chiarezza nel modo in cui informava gli utenti sulla gestione dei dati personali tanto da non essere riuscito a ottenere correttamente il loro consenso per gli annunci personalizzati.

A settembre, Google ha accettato di pagare quasi 1 miliardo di euro alle autorità francesi per liquidare un’indagine per frode fiscale iniziata quattro anni fa.

Infine a ottobre, il colosso di Mountain View ha scatenato l’ira della stampa francese. Google, infatti, ha proposto agli editori di continuare a indicizzare i loro articoli tramite snippet ma senza la remunerazione fornita dai diritti accessori prevista dalla direttiva sul copyright.

I media francesi non sono rimasti a guardare. Il giorno prima dell’entrata in vigore della direttiva, più di 900 giornalisti, editori e personalità della stampa europea hanno divulgato una lettera di accusa contro il “ricatto” di Google. Dalle parole sono passati ai fatti: novembre gli editori francesi hanno presentato una denuncia all’autorità garante della concorrenza contro Google. Oltre all’abuso di posizione dominante, gli editori accusano il colosso di Mountain View di ricatto economico che le testate si trovano ad affrontare per non perdere la visibilità sul motore di ricerca.

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