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Google Copyright

Copyright, cosa c’è di nuovo in Francia e Italia nella battaglia tra editori e Google

A un mese dall'entrata in vigore della direttiva europea sul copyright in Francia, gli editori e non solo continuano a fare pressioni su Google. Anche l'Italia ora appoggia Parigi e spinge per recepimento veloce della normativa

La Francia accerchia Google in Ue. Prosegue la battaglia degli editori francesi al colosso tecnologico di Mountain View e arriva fino a Bruxelles. Per la stampa francese Google aggira il diritto accessorio previsto nella legge sul copyright approvata a marzo dall’Ue e recepita dall’ordinamento francese lo scorso 24 ottobre. Ecco i dettagli.

PARIGI A CAPO DEL FRONTE EUROPEO CONTRO GOOLE

La Francia ha inserito la questione dei diritti connessi all’ordine del giorno del Consiglio europeo dei ministri della cultura tenutosi lo scorso 21 novembre a Bruxelles. Nell’occasione il ministro della cultura francese, Franck Riester, ha puntato il dito contro Google colpevole di eludere la normativa sul copyright.

Alla riunione anche i rappresentati di Germania, Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Repubblica Ceca, Danimarca, Croazia hanno manifestato sostegno al collega francese e sottolineato l’impegno per recepire la legge e farla rispettare nei rispettivi ordinamenti.

COSA PREVEDE LA LEGGE

La direttiva sul diritto d’autore, nello specifico l’articolo 15 (ex art 11 rinominato Link tax), consente agli editori di chiedere un compenso agli aggregatori di notizie come Google News per la visualizzazione di frammenti di notizie (snippet).

Con il recepimento della direttiva Ue, la legge francese ha imposto a Google di pagare una licenza per visualizzare frammenti di articoli di stampa su Google News.

GOOGLE TIENE GLI EDITORI SOTTO SCACCO

A suscitare l’ira della stampa francese è la scappatoia di Google alla Link tax. Google, infatti, ha proposto agli editori di continuare a indicizzare i loro articoli tramite snippet ma senza la remunerazione fornita dai diritti accessori. In caso contrario, Big G si arroga il diritto di pubblicare il contenuto in formato ridotto (ovvero il titolo di una news e nulla di più). Il che comporterebbe un significativo declino di traffico al sito della testata.

LA LETTERA-APPELLO LANCIATA DAI MEDIA FRANCESI

I media francesi non sono rimasti a guardare. Il giorno prima dell’entrata in vigore della direttiva, più di 900 giornalisti, editori e personalità della stampa europea hanno divulgato una lettera di accusa contro il “ricatto” di Google. Tra i firmatari francesi risaltano i direttori di Les EchosLe FigaroL’Hebdo e AFP.

LA DENUNCIA ALL’ANTITRUST FRANCESE

Anche l’Eliseo si è fortemente mobilitato su questo tema del diritto d’autore. A metà ottobre, al Consiglio dei ministri franco-tedesco, Emmanuel Macron ha invitato le autorità nazionali ed europee per la concorrenza a “avviare il più presto possibile tutte le procedure possibili” al recepimento della direttiva.

Sebbene alla fine di settembre l’Autorité de la concurrence ha annunciato che avrebbe indagato l’operato di Google, con un’inchiesta “esplorativa”, a novembre gli editori francesi hanno presentato una denuncia all’authority contro Google. Oltre all’abuso di posizione dominante, gli editori accusano il colosso di Mountain View di ricatto economico che le testate si trovano ad affrontare per non perdere la visibilità sul motore di ricerca.

LE RISPOSTE DEL COMMISSARIO UE VESTAGER

Oltre ai Paesi membri dell’Ue già citati, anche la commissione sta seguendo con attenzione lo scontro tra Francia e Google sul copyright. Nel corso di un’intervista al sito Euractiv, Margrethe Vestager, neo vicepresidente della commissione Ue per il digitale, ha dichiarato che “la commissione è in contatto con l’autorità francese per la concorrenza per stabilire se sia necessaria un’ulteriore indagine sulla posizione di Google rispetto alla direttiva Ue sul copyright”.

Secondo la commissaria “può verificarsi un problema di biopotere se un gigante” del web “impone i propri termini e le proprie condizioni non in linea con ciò che è stato previsto dalla nuova legislazione sul copyright”.

TEMPESTICHE E MODALITÀ DI RECEPIMENTO

Nel frattempo, il ministro francese ha fatto sapere che il governo sta riflettendo se sia necessario un miglioramento della legge per disporre di strumenti ancora più efficaci per applicarla. Altri paesi europei si stanno preparando a recepire la direttiva, procedimento che dovrà concludersi infatti entro il 7 giugno 2021.

LA PROCEDURA IN ITALIA

Tra questi l’Italia, dove a seguire la procedura di recepimento è il Mibact guidato dal ministro Dario Franceschini in quota Pd.

In commissione Cultura al Senato oggi, anche il sottosegretario all’editoria Andrea Martella (Pd) ha incalzato sul recepimento: “L’Italia intende recepire “tempestivamente” la nuova disciplina europea sul copyright  “già attraverso la prossima legge di delegazione europea che sarà presto presentata alle Camere, ricercando il miglior bilanciamento possibile tra libertà di espressione individuale e la tutela della qualità del pluralismo dell’informazione anche attraverso la giusta remunerazione dei contenuti editoriali”. Un’accelerazione sulla direttiva che segna un cambio di passo rispetto al governo Conte 1, dal momento che i titolari dell’esecutivo (Lega e M5S) votarono contro la normativa.

LA POSIZIONE DELLA STAMPA ITALIANA

L’accusa lanciata contro il gigante del web dalla Francia è sostenuta anche dai media italiani. “Sottoscriviamo parola per parola l’appello dei colleghi francesi”, aveva dichiarato all’Ansa Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana. Tra i firmatari italiani della lettera-appello troviamo Maurizio Molinari, direttore de La Stampa, Carlo Verdelli, direttore di Repubblica e altri direttori dei quotidiani del gruppo Gedi (che controlla fra gli altri La StampaRepubblica e Secolo XIX).

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