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Festa Guzzetta

Draghi, la sinistra e i sindacati

Conversazione di Lodovico Festa con Jacopo Tondelli, direttore de "Gli Stati Generali" a partire da “Draghi o il caos – La grande disgregazione dell’Italia: c’è una via di uscita?”, il nuovo libro di Festa e Sapelli

Forse è ora di ridare la parola agli elettori.
Sono dieci anni che la politica viene decisa dall’alto e forse questo crea elementi di sconvolgimento nella nostra società.
“Siamo in una fase di disgregazione della politica e delle istituzioni” sostiene Lodovico Festa. Questa è anche la tesi alla base di “Draghi o il caos” il suo nuovo libro scritto con Giulio Sapelli. “Abbiamo un’occasione con Draghi di riaprire uno spazio allo politica”.
“Il tema non è soltanto ridare la parola agli elettori, ma anche quello di mantenere la parola data quando si è chiesto un voto”, replica Jacopo Tondelli. “Siamo alla fine di una legislatura che dal punto di vista del tradimento continuo sia un record nazionale e mondiale, tutte le alchimie costruite dalle maggioranze sono opposte a quanto promesso non solo durante la campagna elettorale, ma anche dopo, alla nascita delle varie formule di maggioranza”.
Abbiamo visto infatti un governo gialloverde, uno giallorosso e infine un governo di tutti guidato da Draghi.
“Siamo in un partito di ex comunisti nelle mani di ex democristiani”, fa notare Festa riferendosi al Pd. “Perché dei partiti con radici popolari così forti hanno paura del voto popolare?”, si chiede. “Fanno qualsiasi cosa per evitarlo”.
“Se non ci fosse il suffragio universale noi vinceremmo quasi sempre diceva Bersani”, ricorda Tondelli.
“Ormai il voto dei ceti popolari sempre di più e sempre più spesso va da un’altra parte” aggiunge.
Secondo il New York Times Scholz non è proprio l’erede di Angela Merkel. La cosa interessante è che per la prima volta i social democratici in Germania sono tornati ad essere il primo partito dei lavoratori. Hanno riacquistato questo primato perché Scholz, da tradizionale social democratico, ha trattato i lavoratori con rispetto”, evidenzia Festa. “Landini che chiama Fedez al primo maggio è un po’ meno rispettoso e Orlando che da ministro del Lavoro si occupa più di cannabis che del sindacato dà questa sensazione…”.
“A un certo punto, non solo in Italia, si cerca di avere degli elettori sommando molte minoranze, piccole e medie”, dice Tondelli.

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