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Salvini

È iniziato il disgelo tra Meloni e Salvini?

Che cosa succede nel centrodestra fra Salvini e Meloni. La nota di Paola Sacchi

 

Forse è troppo presto per parlare di disgelo nel centrodestra. Ma ieri sera, intervistata in tv a “Carta Bianca”, Rai 3, Giorgia Meloni ha usato toni diversi nei confronti di Matteo Salvini.

“No, non lo ho ancora sentito”, ma, ha aggiunto la presidente di Fratelli d’Italia, che è capitato anche “in altri periodi”. Osservazione che è parsa quasi rimettere su un binario di semi-normalità la deflagrante spaccatura sul Mattarella bis. Questo non significa che Meloni non tenga dritta la barra, rilanciandosi ancora una volta come la rappresentante di quel centrodestra “che non farà mai accordi con la sinistra e i Cinque Stelle” , con tanto di sfida agli alleati: “Dicano loro se sono nel centrodestra”. Ma il punto politico di quello che potrebbe suonare come un primo segnale di disgelo nella coalizione sta nel fatto che la leader di FdI si inserisce in un clima in cui l’ipotesi di elezioni anticipate, sempre in cima alle richieste di FdI, confortato dai sondaggi positivi, seppur sia data come remota, non è più impronunciabile nel Palazzo. E questo paradossalmente proprio dopo la rielezione del Capo dello Stato, vissuta dalla gran parte del corpo parlamentare come anche un modo per allontanarla.

È la seconda fase del governo di emergenza nazionale, con la ripresa di una dialettica politica pre-elettorale per le Politiche del 2023 e gli scontri sul Milleproroghe – che hanno visto più volte il governo andare sotto, con conseguente “strigliata” alla maggioranza di Draghi, cui ha fatto seguito l’emendamento leghista, non approvato, per porre fine al green-pass dopo il 31 marzo – a creare un clima nel quale Meloni esprime i suoi dubbi sulla durata dell’esecutivo. “Questo governo andrà avanti? Continuo a dubitare”, afferma. Un dubbio che seppur esposto in modo cauto va a intrecciarsi con i sospetti che circolano su una certa voglia di voto attribuita anche ai vertici Pd, che ha sempre smentito, e all’ala vicina a Giuseppe Conte dei Cinque Stelle.

Comunque sia, è evidente che il governo è alle prese con la necessità di trovare una nuova spinta propulsiva, quell'”impulso” e quella “continuità” di cui si è presentato come garante domenica sera in una nota, al termine di un colloquio telefonico con Draghi, Silvio Berlusconi. Il centrodestra, secondo tutti i sondaggi, è nettamente in testa sul centrosinistra, di centrodestra contrapposto alla sinistra nel 2023 è tornato a parlare il Cavaliere. E ieri anche Matteo Salvini ha usato parole di ottimismo per la coalizione: “Risolveremo tutto”. Intanto, è la crisi dell’Ucraina a registrare un certo compattamento sulla politica internazionale: sia da Meloni che dal leader della Lega parole di condanna del “riconoscimento unilaterale da parte della Federazione Russa delle Repubbliche separatiste del Donbass” (Meloni), di “ogni lesione dei confini” (Salvini), salda appartenenza alla Nato, ma cautela sulle sanzioni.

“Dipende da quali”, per Meloni, che ha chiesto subito a Draghi di riferire in parlamento. “Sono l’ultima opzione, che non sia l’Italia l’agnello sacrificale”, dice Salvini, nel “rispetto delle decisioni dell’Alleanza”. Il leader della Lega dichiara il suo appoggio alla “linea equilibrata di Draghi”. “Lavoriamo a una soluzione diplomatica per evitare escalation e contraccolpi negativi nell’economia”, afferma il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani. Mentre da sinistra c’è chi chiede, come ha fatto il deputato Pd Filippo Sensi in un tweet, che Berlusconi faccia una telefonata a Putin. Il “divisivo”, per la sinistra nei giorni del Colle, Berlusconi.

Ma anche la politica estera può dividere la maggioranza di governo, con il Pd per la linea più dura con Putin.

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