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Golden Power

Corriere della Sera, Servizi segreti, Gabrielli, Copasir e putiniani. Che cosa è successo?

Le ultime novità sul caso della "rete di Putin in Italia". L'articolo del Corriere della sera, l'annuncio di Gabrielli (presidenza del Consiglio), la posizione di Urso (Copasir), le critiche di Sarzanini, il commento di Mayer e una domanda birichina... L'articolo di Francis Walsingham

 

Non si placano le tensioni anche istituzionali e non solo giornalistiche sullo scoop del Corriere della sera “La rete di Putin in Italia: chi sono influencer e opinionisti che fanno propaganda per Mosca”, come da titolo dell’articolo firmato da Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni.

Oggi è intervenuto finanche Palazzo Chigi. “Il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio da parte della comunità di intelligence (in realtà inesistente), mi ha convinto a chiedere al Dis (il Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza, la struttura che coordina i servizi, ndr) di declassificare il tanto evocato ed equivocato Bollettino sulla disinformazione che avrebbe ispirato il noto articolo apparso sul Corriere della Sera“, ha dichiarato il sottosegretario a palazzo Chigi con delega alla sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli, in seguito alle polemiche nate dalla pubblicazione sul quotidiano diretto da Luciano Fontana di una lista di presunti “putiniani” che sarebbero stati oggetto di un report dei servizi redatto nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla propaganda avviata dal Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica).

“Il Bollettino, come già anticipato, compendia l’attività di uno specifico tavolo creato nel 2019, coordinato dal Dis e al quale partecipano, oltre ad Aise e Aisi (le agenzia di intelligence per l’interno e per l’estero, ndr), l’Ufficio del Consigliere militare del Presidente del Consiglio, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, i ministeri dell’Interno e della Difesa“, spiega ora Gabrielli in una nota. “Di recente è stato esteso al Dipartimento dell’informazione e dell’editoria della presidenza del Consiglio dei Ministri, al Mise, all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e all’Agcom. Di ciò è dato conto in tutte le relazioni periodiche al Parlamento. Tale Bollettino – precisa – riguarda un’analisi del fenomeno basata unicamente su fonti aperte e non contiene, considerata la fisiologica diffusione, alcun elemento proveniente da attività di intelligence”.

“Auspico che la sua lettura integrale, al di là di strumentali veicolazioni parziali, faccia comprendere la reale finalità della sua collazione – in linea con le sollecitazioni dell’Unione Europea, da ultimo con la decisione del Parlamento Europeo del marzo scorso – e porti alla definitiva cessazione di ogni infamante sospetto sull’attività dell’intelligence nazionale o su fantomatici indirizzi governativi volti a limitare il diritto di informazione, da me, in più circostanze, evocato come vero ed efficace antidoto alla disinformazione”, conclude la nota del sottosegretario.

“Il documento è arrivato nella mani dei giornalisti non perché sceso dal cielo, è stato editato il 3 giugno, le stesse tempistiche fanno pensare che ci sia stata una mano solerte. Il fatto stesso che un documento classificato che doveva rimanere nell’ambito della disponibilità dei relatori è stato diffuso è una cosa gravissima. E nulla rimarrà impunito. Lo dobbiamo al Paese e alla credibilità di un comparto. Dovremo dare adeguate risposte”, ha spiegato Gabrielli nel corso della conferenza stampa iniziata alle 15 del 10 giugno.

Da dove provengono dunque i nomi contenuti nell’articolo del Corriere? Sono per caso sotto indagine da parte dell’intelligence? “Non ci sono giornalisti né politici” tra le persone monitorate dall’intelligence: l’ho detto anche in occasione del viaggio di Salvini in Russia – ha risposto Gabrielli alla domanda del giornalista del Fatto Quotidiano – Ciò non ricade nell’attività oggetto dei nostri servizi. Ecco perchè mi ha dato particolarmente fastidio che sul giornale si insinuasse il sospetto che un parlamentare, Vito Petrocelli, fosse oggetto di monitoraggio”.

Petrocelli, invece, era citato nell’articolo del Corriere della sera (come anche il professor Alessandro Orsini e non solo, come ha notato Dagospia). Quindi il bollettino declassificato è un documento diverso da quello svelato dal Corriere della sera o il quotidiano Rcs ha aggiunto altre informazioni di Intelligence? Il Corriere sostiene che l’articolo era il frutto dei bollettini anche precedenti, anche quelli non declassificati: dunque, secondo il quotidiano diretto da Luciano Fontana, i nomi mancanti nel rapporto reso pubblico sono presenti nei documenti classificati precedenti a quello declassificato.

ECCO IL DOCUMENTO DECLASSIFICATO DEI SERVIZI SULLA DISINFORMAZIONE FILORUSSA IN ITALIA

Ma qual è stata l’iniziativa effettiva del Copasir?

Vediamo che cosa ha scritto giorni fa in un post, dopo la pubblicazione dello scoop del Corriere della sera, il presidente del Comitato, Adolfo Urso: “Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica rileva di non aver mai condotto proprie indagini su presunti influencer e di aver ricevuto solo questa mattina un report specifico che per quanto ci riguarda, come sempre, resta classificato. il Comitato si attiene sempre scrupolosamente a quanto previsto dalla legge 124/2007, non è una Commissione di inchiesta ma organo di controllo e garanzia; non ha poteri di indagine ma ottiene informazioni dagli organi preposti, nel corso di audizioni o sulla base di specifiche richieste, anche al fine di realizzare, ove lo ritenga, relazioni tematiche al Parlamento.

Comunque, “con queste procedure”, il Comitato – ha scritto il presidente – “ha attivato l’indagine conoscitiva ‘sulle forme di disinformazione e di ingerenze straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica’, della quale ha dato comunicazione ai presidenti delle Camere e nella pubblica agenda dei propri lavori”. Il Copasir ha già audito i vertici dei Servizi, della Rai e dell’Agcom.

Qual è stato il ruolo di Palazzo Chigi dunque? “E’ pervenuta al Comitato una relazione classificata del governo su come la potente macchina della disinformazione russa si è mossa e si sta muovendo in Italia”, ha scritto su Startmag Marco Mayer, docente al Master in Cybersecurity Luiss, già consigliere del ministro dell’Interno per la Cybersicurezza (2017-2018).

La vicedirettrice del Corriere della sera, Sarzanini, coautrice dello scoop, ieri su La7 ha aggiunto: “Se loro fanno una relazione, se c’è una relazione che monitora la rete, che monitora i canali social, che monitora le tv, stiamo parlando anche di interviste televisive. Il problema è che se c’è una scelta del governo, i servizi segreti (dal loro punto di vista) devono tenere sotto controllo la situazione se questa propaganda va a incidere su scelte di governo”. C’è un mandato politico?, ha chiesto il conduttore Giovanni Floris. Risposta della Sarzanini: “Il mandato dei servizi segreti è questo. Se il governo fa delle scelte politiche, i servizi segreti che hanno un ruolo nel nostro paese e in tutti gli altri paesi, si rendono conto che c’è un boicottaggio nell’azione di governo, informeranno il governo. Questo fanno i servizi”.

Sarzanini ha poi espresso una critica nei confronti del Copasir, seppure sotto forma di un domanda: “E’ il Copasir che deve avviare una indagine sulla propaganda russa? E’ il Copasir che deve chiedere report sui filo Putin? E’ il Copasir che deve convocare i vertici Rai e Agcom?”.

Osservatori del mondo dell’Intelligence, come coloro che informano e commentano dall’account Twitter Italian Politics, si sono chiesti:  “Lo smentito “dossier” del Copasir sui ‘putiniani d’Italia’ e così solertemente sbandierato dal Corriere della sera è forse un “pizzino” di settori dei servizi insoddisfatti assai delle riconferme draghiste di Parente (Aisi) e Belloni (Dis)? Saperlo…”.

Ipotesi peregrina?

Sta di fatto che le accuse contro il governo, hanno indotto Palazzo Chigi e Gabrielli a smontare alcune ricostruzioni e a declassificare il documento.

Basterà per placare le polemiche?

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ECCO IL DOCUMENTO DECLASSIFICATO DEI SERVIZI SULLA DISINFORMAZIONE FILORUSSA IN ITALIA

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