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Serbia Cina

Come si rafforzano i legami tra Serbia e Cina

La Serbia è il primo paese nella regione ad avere un volo diretto per la Cina. Tutte le possibili conseguenze della firma dell’accordo di libero scambio siglato tra i due paesi. L’articolo di Giuseppe Gagliano Difficile negare che i rapporti tra la Serbia e la Cina abbiano avuto una svolta significativa. Lo dimostra l’annuncio, da…

Difficile negare che i rapporti tra la Serbia e la Cina abbiano avuto una svolta significativa.

Lo dimostra l’annuncio, da un lato, dell’accordo di libero scambio tra la Serbia e la Cina e, dall’altro, l’arrivo di un volo Hainan Airlines atterrato all’aeroporto Nikola Tesla di Belgrado il 16 luglio che è stato accolto sia dalle bandiere cinesi che addirittura dal presidente serbo Aleksandar Vucic.

Sull’Airbus della compagnia aerea atterrato a Belgrado vi era l’ambasciatore cinese serbo Chen Bo, che ha fatto la sua prima apparizione. Naturalmente da un punto di vista strettamente economico si spera che questo voli consentano un maggior afflusso di turisti dalla Cina verso la Serbia, afflusso che dovrebbe essere possibile proprio grazie all’accordo di libero scambio annunciato il 5 febbraio durante i giochi olimpici. In quell’occasione Vucic e Xi si sono incontrati e hanno annunciato che i due Paesi puntano a firmare l’accordo di libero scambio entro la fine del 2022.

Se ciò si attuasse la Serbia sarebbe il terzo paese europeo ad avere un accordo di libero scambio con la Cina insieme all’Islanda e alla Svizzera.

Uno degli uomini chiave di questo probabile accordo di libero scambio è certamente il ministro delle finanze serbo e cioè Sinisa Mali, che ha sottolineato l’importanza che questo accordo avrebbe per i produttori agricoli e alimentari serbi e i viticoltori che potrebbero venderei loro prodotti in condizioni più favorevoli al mercato cinese.

Tuttavia non sono mancate prese di posizione molto critiche nei confronti di questo accordo di libero scambio come nel caso del vicepresidente del partito di opposizione e cioè Dusan Nikezic, il quale non solo ha sottolineato come il paese rischierebbe di diventare una colonia cinese ma come Pechino abbia già messo radici molto profonde in Serbia come dimostra la presenza della più grande industria di estrazione di rame cinese, la Zijin Mining.

Stando ai numeri dei rapporti bilaterali tra Cina e Serbia sembrerebbe che ci sia un vero e proprio deficit commerciale estero da parte della Serbia che rischierebbe di crescere ancora di più se questo accordo di libero scambio venisse effettivamente siglato.

Resta però il fatto che la Serbia guarda nel suo complesso in maniera positiva allo scambio con la Cina come dimostra l’esistenza della Camera di commercio e industria serba a Shanghai e il fatto che la Cina intenda realizzare una fabbrica farmaceutica della Sinopharm proprio in Serbia.

Tuttavia i rapporti tra la Serbia e la Cina rientrano in una architettura molto più ampia e più complessa: l’ambasciatrice serba a Pechino ha partecipato ad un incontro molto importante con Wang Lutong, direttore generale del Dipartimento degli affari europei del ministero degli Esteri cinese e segretario generale esecutivo del Segretariato per la cooperazione tra la Cina e i paesi dell’Europa centrale e orientale. L’obiettivo dell’incontro era discutere il quadro di cooperazione tra la Cina e i paesi dell’Europa centrale e orientale.

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