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Salvini

Come si muoverà Berlusconi tra Salvini e Meloni

Parole e scenari di Forza Italia di Berlusconi. La nota di Paola Sacchi

 

Passo indietro, passo in avanti. Come ha sempre fatto nelle svolte decisive da lui stesso determinate. Silvio Berlusconi torna e, dopo la vicenda Colle, si rimette al centro, con la sua Forza Italia “perno”, “cuore” di quel centrodestra andato in frantumi sul Quirinale. E che per esistere di nuovo, avverte, non potrà fare a meno di lui. Un centrodestra che dovrà essere “profondamente rinnovato”, con il “rafforzamento” di quell'”area di centro” di cui lui è il leader. Messaggio rivolto agli alleati di Fratelli d’Italia soprattutto, ma anche della Lega, di cui non sposa, sull’onda del terremoto della coalizione, il rilancio della federazione sul modello dei Repubblicani Usa, progetto da lui stesso proposto in passato.

Comunque si evolverà il dibattito, Silvio Berlusconi avverte che da lui e FI come baricentro non si può prescindere. Ma il messaggio è anche per le piccole formazioni centriste della coalizione, avvisate che il capo del centro è lui in quella coalizione, sottolinea, “che si contrappone alla sinistra”. Quindi, suona come un no al proporzionale, anche se su questo Berlusconi non entra, lasciando appesi alle sue mosse i centristi alcuni dei quali avrebbero voluto rotture con Matteo Salvini, con il quale lo spiraglio resta. Al termine di una riunione con il coordinatore nazionale Antonio Tajani, Licia Ronzulli e con i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli, il Cav, che ha lasciato il San Raffaele solo tre giorni fa, riprende in mano il boccino e emette una nota in cui rivendica l’orgoglio di aver fondato lui il centrodestra.

Premessa: “Forza Italia è il partito che, con la sua fondazione, ha consentito la nascita del centrodestra. È stato e continuerà ad essere il perno della coalizione che si contrappone alla sinistra”. Sottolinea l’appartenenza al Ppe di cui la Lega non fa parte, seppur con FdI abbia votato a favore della nuova presidente del Parlamento Europeo, proveniente dai Popolari. Sottolinea il Cav: “Il centrodestra che abbiamo come orizzonte strategico è saldamente ancorato ai valori del Ppe: europeista, atlantista, garantista, cattolico e liberale. Forza Italia è impegnata, insieme con le altre sigle di centro, per rafforzare l’area centrale di un centrodestra , che è ancora oggi per i sondaggi la prima scelta degli italiani, la coalizione che governa la maggior parte delle Regioni e centinaia di Comuni”. Quale futuro? Berlusconi conclude così: “Oggi siamo pronti per la nuova sfida dentro al centrodestra, per affrontare al meglio i prossimi appuntamenti elettorali: saremo il cuore di un centrodestra che si dovrà presentare alle prossime elezioni profondamente rinnovato”.

In seguito al sorpasso leghista del 2018, il Cav, dopo aver giocato di fatto di rimessa in questi anni, ribalta la logica numerica delle ultime Politiche per rilanciare lo schema secondo il quale nel suo caso i voti si pesano, non si contano, come per Cuccia le azioni. Non sarà stato Berlusconi evidentemente felicissimo, dice chi lo conosce da una vita, dei se e dei ma degli alleati, poco dopo aver sottoscritto una nota unitaria in cui lo invitavano a sciogliere “positivamente la riserva” sull’ipotesi della sua candidatura al Colle, dalla quale, dopo il no pregiudiziale come un macigno da parte della sinistra, fece quel passo indietro per senso di “responsabilità”, in nome “dell’unità del Paese”. E non saranno state musica per le sue orecchie le affermazioni della presidente di FdI, Giorgia Meloni, la quale ha detto che a lui non deve niente, riferendosi alla nomina di ministro “della Gioventù” nel governo Berlusconi.

Con la Lega resta l’antico rapporto che sta un po’ scritto nel Dna dei due partiti nati al Nord, con in comune la battaglia liberale per la riduzione fiscale, lo sviluppo economico e quella federalista. Ascrivere la Lega, nata come una sorta di sindacato del territorio, per risposte pragmatiche alle esigenze di ceti popolari, ceti medi e imprenditoriali, come Salvini che la ha resa nazionale continua a fare, a forza di destra probabilmente è una forzatura del bipolarismo italiano. L’antico slogan del Carroccio diceva: non di sinistra non di destra. E, comunque sia, “Berlusconi , ammesso che il centrodestra resti in piedi, ha voluto ribadire che la guida della coalizione è il centro che lui ha sempre rappresentato”, chiosa Massimo Palmizio, ex top manager, a lungo parlamentare, ex coordinatore dell’Emilia Romagna, uno degli uomini “azzurri” di Publitalia, embrione di Forza Italia.

Osserva Alessandro Cattaneo, capo dei Dipartimenti di Forza Italia, ex sindaco di Pavia, emblema dei giovani amministratori azzurri con il sindaco di Perugia Andrea Romizi: “Proposte come quella dei Repubblicani hanno bisogno di tempo, di un’ampia riflessione, non possono essere fatte sull’onda di divisioni e delusioni personali”. C’è chi prevede che alla fine le fratture si ricomporranno. Soprattutto in vista delle prossime Amministrative. E, comunque, avverte Salvini, “la legge elettorale non è la priorità”.

Quella che era stata presa come un’apertura del capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari in realtà sarebbe un avvertimento a FdI sul rischio di isolamento. In serata, “strappo” sul fronte governativo. La Lega, a differenza di FI, non partecipa al voto in cdm su Dad e quarantena nelle scuole. Già il Consiglio Federale aveva detto no a “discriminazioni tra bambini vaccinati e non”. E, intanto, sul fronte della coalizione Berlusconi ha battuto un colpo: senza FI, come perno, non sarà più centrodestra.

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